Come ho più volte affermato nel corso di questi anni, il medium dei videogiochi è sempre stato molto nostalgico; pur essendo per forze di cose uno dei più innovativi guarda sempre indietro e spesso ripesca, omaggia, rimescola le carte per riproporre con una formula più moderna concetti già ampiamente esplorati nel passato.
Dr. Kucho! Games è uno sviluppatore che conosce bene questo sentimento, che sfrutta per le proprie creazioni; infatti Moons of Darsalon costituisce una sorta di sequel del precedente Pilots of Darsalon.
In quel caso eravamo in presenza di un omaggio a classici del genere come Lunar Lander, qui siamo molto più vicini a Lemmings. Con una grafica leggermente migliorata, pur essendo ancora nel campo della pixel art, un gameplay più moderno e complesso, tanto umorismo e qualche rottura della quarta parete.
Salvate l’astronauta Ryan
L’idea alla base di Moons of Darsalon ti sarà ormai abbastanza palese: una volta atterrati su un mondo sconosciuto, si presume Darsalon stesso, dovremo salvare quanti più compagni astronauti possibile. Come i famosi lemming, gli astronauti sono abbastanza stupidi: ci chiameranno in continuazione, andranno guidati passo dopo passo e portati in salvo, singolarmente o a gruppi.
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Per fortuna, avremo a disposizione alcuni strumenti per assolvere il compito tra cui una radio con cui fornire loro dei comandi, una torcia per illuminarne il cammino (visto che hanno paura del buio) ed infine una pistola laser per eliminare gli strani alieni ostili, un jet-pack e quello che definirei uno strumento di terraformazione. Per l’intera durata del gioco dovremo superare una serie di puzzle per lo più sotto forma di ostacoli, talvolta semplici, talvolta più complessi.
Paradossalmente, la cosa più fastidiosa è il comportamento degli astronauti, come forse è normale che sia, ma in maniera leggermente diversa rispetto a quanto prevedibile: se i lemming andavano fermati per la loro totale incoscienza e voglia costante di andare incontro ad un destino più cruento possibile, per i nostri coprotagonisti vale quasi l’opposto.
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Non hanno, giustamente alcuna voglia di morire in una landa desolata, però sono discretamente pesanti: se ci fermeremo un attimo per riflettere sul da farsi, si lamenteranno della nostra guida. Se, per un caso sfortunato, uno di loro dovesse ferirsi, anche lievemente, le lamentele diventerebbero insopportabili, con lo schermo a riempirsi di fumetti con i loro commenti ingrati.
Il gameplay è molto semplice dunque, ma non per questo noioso o poco divertente, considerato tra l’altro che la difficoltà è di default settata sulla modalità adattiva che, come suggerisce il nome, si adatta all’abilità dei giocatori. I primi livelli fungono banalmente da tutorial, specie quando entriamo in possesso di nuovi attrezzi; il gunplay è abbastanza buono e soddisfacente in quanto ci consente di ingaggiare a dovere gli alieni, di distruggere e ricreare il panorama con l’accompagnamento di discreti effetti visivi.
Purtroppo, diversamente dalla versione per PC uscita 2 anni fa, l’edizione console è priva dell’editor, che nella controparte consentiva ai giocatori di creare i propri livelli e caricarli a disposizione della community.
Segnali di stile: grafica e comparto audio di Moons of Darsalon
Da un punto di vista grafico, Moons of Darsalon si caratterizza per una grafica dettagliata e ben definita (parliamo pur sempre di un titolo dall’aspetto rétro) con dei buoni effetti di illuminazione. Del resto l’intero titolo, che ha richiesto ben 8 anni per il suo completamento, è stato sviluppato utilizzando Unity 3D, che ci restituisce ambientazioni danneggiabili, una buona resa dell’elemento acquatico e altre piccole chicche.
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Purtroppo, il tutto viene a noia abbastanza rapidamente; le ambientazioni sono parecchio ripetitive e quindi ci troveremo ad attraversare sempre gli stessi ambienti con le stesse rocce ricoperte delle stesse piante. Diciamo che anche questo contribuisce a restituire la sensazione di un gioco “classico”, insieme ad una buona componente audio 8-bit a base di tracce elettroniche eseguite con un sintetizzatore.