Grazie a Warner Bros. Entertainment abbiamo potuto mettere le mani sul nuovissimo capitolo di una delle saghe più amate di tutti i tempi, stiamo parlando di Mortal Kombat 1, un titolo che punta (come sempre) a non deludere tutta quella fetta di fan che popolano il mondo nostrano. Come sarà andata la nostra prova? Non ti resta che continuare a leggere questo nostro articolo per scoprirlo.
Mortal Kombat 1992, la storia ha inizio
Iniziamo subito, come si dice in gergo, “col botto” per ricordarvi subito una delle peculiarità massime della saga di Mortal Kombat, le Fatality. Era il lontano 1992 quando Mortal Kombat (nelle care e vecchie sale giochi) si inserì come “competitor” di giochi come Street Fighter 2, e per farlo aveva introdotto una grafica e un sistema di combattimento decisamente sopra le righe per l’epoca.
Nonostante ai tempi fosse una pratica poco diffusa e altamente rischiosa, a causa delle limitazioni tecniche dettate dagli anni 90, Midway Games puntò ugualmente a presentare una grafica mettendo in campo dei personaggi totalmente digitalizzati utilizzando attori veri. Ovviamente lo stesso attore (per limitare i costi) era utilizzato in più occasioni, Daniel Persina ad esempio interpretò Sub-Zero, Scorpion e Reptile (personaggio segreto non giocabile in Mortal Kombat del 1992).
Se da un lato il gameplay riproponeva la formula del picchiaduro ad incontri, dall’altra il suo impatto grafico attirò moltissimi assidui frequentatori delle sale giochi, era solito vedere ragazzini accalcarsi intorno ad un cabinato non appena una fonte audio avesse gridato la frase “Finish Him”. Quello era l’allarme ultimo che divideva i videogiocatori di Mortal Kombat in due categorie, il professionista o il semplice scialacquatore di monete.
La frase “Finish Him” poneva l’avversario (o il nostro personaggio) in uno stato di stordimento per qualche secondo, utili al personaggio opposto per compiere una serie di movimenti atti ad effettuare la Fatality, una mossa estremamente brutale con cui sconfiggere l’avversario. Tutti ricorderemo Sub-Zero strappare la testa, con colonna vertebrale annessa, ai suoi nemici. Ecco, questa era la particolarità massima della saga di Mortal Kombat, una particolarità che nel corso degli anni è rimasta immutata.
Mortal Kombat 1, arriviamo al 2023
Considerando che ci sono quasi una ventina di videogiochi incentrati sulla saga di Mortal Kombat, alcuni che seguono il filone principale mentre altri sono cross-over o “riedizioni” possiamo saltare a piè pari la lista, arrivando immediatamente ai giorni nostri e parlando del provato di Mortal Kombat 1, un titolo che nel corso degli anni non ha di certo perso la sua peculiarità principale, il sangue.
Chiunque abbia anche solo visto un video di uno dei videogiochi di Mortal Kombat usciti negli ultimi 10 anni saprà benissimo che più gli anni passano e più la saga diventa cruenta e spietata. Potresti interpretarlo come se fosse un male, ma un male non è, anche se fondamentalmente questo genere di approccio “stilistico” della saga va apprezzato (e lo è) soprattutto per questo.
Mortal Kombat 1 non si risparmia e non ci risparmia, seppur testando una versione molto limitata ci ha comunque fornito un buon assaggio di quello che è il comparto tecnico e artistico del gioco. Purtroppo le uniche due modalità che abbiamo potuto testare sono state la modalità Torre Klassica e la modalità multiplayer.
In entrambi i casi era possibile scegliere soltanto uno dei sei personaggi utilizzabili quali Liu Kang, Sub-Zero, Kenshi, Kitana, Johnny Cage e Li Mei. Affiancati ai personaggi “principali” utilizzabili in Mortal Kombat 1 ci saranno anche dei personaggi Kameo, come Frost o Scorpion (versione Hanzo Hasashi), i quali forniranno supporto al personaggio da noi utilizzato per i combattimenti.
Indubbiamente tutto ciò fornirà al gameplay ottimi risvolti a livello registico, spesso e volentieri vedremo il nostro personaggio effettuare prese in collaborazione con il personaggio Kameo da noi scelto, potrai persino utilizzarlo alla pressione di un tasto per spezzare le combo in atto del tuo rivale, cosa non di poco conto aggiungerei.
Tuttavia la modalità Torre Klassica non ci ha fornito (com’è giusto che sia) ne dei filmati che ci spiegassero la lore ne tantomeno ci ha dato l’impressione di essere completa. Abbiamo dovuto combattere infatti con gli stessi personaggi che erano presenti nella beta preordine, è altresì logico quindi comprendere che non siamo davanti a qualcosa che rispecchia la versione finale di Mortal Kombat 1.
Della modalità multiplayer neanche a parlarne, siamo riusciti a fare giusto un paio di partite, anche con una latenza troppo alta oseremo dire, in cui abbiamo subito compreso una cosa importantissima, se non conosci le combo e le mosse a perfezione non andrai lontano. Per il resto ci ha convinto e ci ha mostrato alcune basi tecniche abbastanza solide.
Valutazione in breve del comparto tecnico
È estremamente difficile valutare Mortal Kombat 1 nel suo comparto tecnico soltanto da una beta preordine, ma è chiaro che se sei qui a leggere questo articolo è un aspetto di cui vorresti venire a conoscenza giusto? Abbiamo testato Mortal Kombat 1 su una modestissima Xbox Series S e siamo rimasti sbalorditi sulla sua qualità grafica e sul suo framerate.
Nonostante Mortal Kombat 1 sia un titolo estremamente veloce, pieno di animazioni, di filmati in computer grafica che mostrano le varie prese in collaborazione con il personaggio Kameo o altre che mostrano Fatality, il titolo è sempre risultato estremamente fluido e a parte un solo, unico, rarissimo caso ha mostrato un calo di framerate.
La precisione dei comandi nel combat system è millimetrica e perfetta, anche se personalmente consiglio di giocare questi titoli munendosi di un arcade stick adeguato, tuttavia con un po’ di pratica non è escluso di riuscire a giocare alla perfezione anche utilizzando un controller classico di console. Insomma, neanche stavolta Mortal Kombat ci ha delusi, non ci resta che attendere il 14 settembre 2023, data in cui potremo assistere alla sua uscita su PC, PlayStation 5, Xbox Series X/S e persino Nintendo Switch.