Dopo aver fatto il suo debutto per PC, con uscita sugli store (tra cui Steam) il 15 maggio 2024, Mullet Madjack arriva finalmente anche su Xbox Series X|S (disponibile anche su Xbox Game Pass) a partire dal 13 marzo. In questo caotico, coloratissimo e frenetico FPS ci ritroveremo a respirare un’atmosfera in cui vintage e futurismo si fondono!
Mullet Madjack: è ora del Mullet!
Il titolo di questo frenetico FPS è già tutto un programma: preparati, infatti, a vestire i panni e l’invidiabile acconciatura del protagonista Mullet MadJack! Tutto il gioco si incentra su una singola missione: salvare una famosa influencer che è stata rapida da un’organizzazione criminale.
Nei panni di un particolare giustiziere, il nostro obiettivo sarà farci strada sbaragliando robot miliardari. Ovviamente non senza spargimenti di sangue – ehm circuiti.

Frenesia allo stato puro
La particolarità del gameplay di Mullet MadJack è che il gioco è una continua sfida contro il tempo. Il nostro protagonista è dipendente dalla dopamina e riceve una dose ogni 10 secondi (nella modalità standard – possono essere incrementati a 15 riducendo la difficoltà). Ogni volta che distruggiamo un robot nemico, guadagniamo secondi. Ma la cosa fondamentale è che ogni secondo è vita: infatti se il tempo a nostra disposizione raggiunge lo zero, per noi è game over.
Con queste regole di base, inizia la nostra scalata dell’edificio in cui si trova l’influencer rapita. L’intera operazione di salvataggio viene trasmessa in diretta streaming e tra un livello e l’altro abbiamo modo di interagire con la presentatrice dell’evento.
A dispetto di uno sguardo superficiale, Mullet MadJack non è solo un FPS cacionaro, ma vi si può leggere anche una critica all’odierna società capitalistica.

Ovviamente non è tutto semplice come appare e quindi raggiunto il 10° piano, ci accorgeremo che l’influencer non è lì ad attenderci e dovremo ricominciare le nostre ricerche. Qui interviene l’elemento roguelite del gioco: a intervalli regolari raggiungiamo dei chekpoint che ci permettono di salvare i nostri progressi e poter ricominciare da quel punto senza dover ripetere l’intero gioco dall’inizio. (Questo se vuoi giocare in una modalità più rilassata, altrimenti puoi provare una delle difficoltà estreme e completare il gioco con una sola vita.)
I livelli sono casuali (possiamo anche disattivare l’opzione e giocarli nello stesso ordine) e questo rende più snello e poco ripetitivo ripetere la partita nel caso in cui non riusciamo ad arrivare al checkpoint.

Man mano che ci facciamo strada sbaragliando in diversi modi i robot nemici, incontriamo nuove tipologie di nemici (anche se ce ne sarebbero potuti essere di più) e soprattutto anche ambienti più variegati con nuovi ostacoli ambientali come ad esempio l’acido. Ad ogni modo non avremo il tempo di guardarci intorno e goderci l’atmosfera visto che per sopravvivere dobbiamo procedere il più spediti possibili.
Tra un livello e l’altro possiamo scegliere dei miglioramenti: nuove armi, tempi di vita aggiuntivi, proiettili perforanti e così via. Questi miglioramenti sono validi solo per la partita in corso e si azzerano all’inizio del prossimo capitolo. Tra un checkpoint e l’altro, invece, possiamo acquisire degli upgrade permanenti e aumentare così le nostre chance di sopravvivere.
Atmosfera retro-futuristica
Se sei figlio degli anni 90 (o 80) – ma anche se non lo sei – non potrai non sentirti innamorato dell’atmosfera di Mullet MadJack. Nel gioco sono stati inseriti diversi elementi che fanno leva proprio sul fattore nostalgia: a partire dalla possibilità di vedere una versione boxata del gioco con tanto di manuale direttamente nel menu iniziale. Le cutscene poi sembrano proprio essere state estratte da un anime con robottoni e tamarragine a gogo (e sì, se non si è capito, adoro entrambe).


Ricordiamoci, però, che siamo sì negli anni 90, ma nel 2090, infatti in questo mondo dobbiamo scontrarci con robot assassini contro cui scatenare la nostra potenza di fuoco, ma anche sfruttare l’ambiente circostante per disintegrare questi perfidi pezzi di me…tallo.
Per tutti i gusti?
Mullet MadJack ruota su una meccanica chiave: la rapidità nel procedere nel livello, sbaragliare i nemici e arrivare alla porta di uscita – l’ascensore che ci porterà al livello successivo. Per questo motivo la meccanica del tempo è parte integrante del gioco ed è proprio ciò che lo rende originale e estremamente coinvolgente. Infatti, la sensazione che ho avuto provando a giocare senza timer è stata nettamente inferiore.
Tuttavia, gli sviluppatori non si sono risparmiati e hanno anche reso il gioco quanto più accessibile possibile. Dalle impostazioni possiamo selezionare vari livelli di difficoltà:
- c’è un’opzione per disattivare il timer (creata proprio per l’accessibilità – ci viene infatti fatto presente che il gioco non nasce per essere giocato in questo modo);
- possiamo abbassare la difficoltà estendendo il timer (da 10 a 15 secondi);
- possiamo provare le modalità più difficili (come quella con una sola vita) e la modalità senza fine;
- si possono disattivare o ridurre i movimenti della camera, modificare la saturazione dei colori ed eliminare i flash.
Grazie a queste opzioni possiamo goderci completamente il gioco adattandolo alle nostre esigenze. C’è da dire che di base tutto il comparto visivo di Mullet MadJack ruota intorno a colori accesi ed effetti di luci, questo unito alla velocità con cui dobbiamo procedere nei livelli, fa sì che anche con le opzioni di accessibilità chi tende ad avere cinetosi e altri problemi possa avere comunque delle difficoltà.