Sviluppato da HitherYon Games e pubblicato da Meridian4 in sinergia con Ratalaika Games, Murder is Game Over è un’avventura grafica in pixel 2D dove dovremo risolvere un inquietante mistero. C’è un morto, serve un colpevole. Noi, oltre all’intuito da detective, abbiamo un cane e non abbiamo paura di niente, grossomodo. Noi abbiamo risolto il caso su Nintendo Switch e questa è la nostra recensione!
Murder is Game Over – l’ennesimo omicidio da svelare
Dopo Detective Pikachu – Il ritorno (di cui puoi leggere qui la nostra recensione della nuova esclusiva per Nintendo Switch), torniamo a un nuovo gioco investigativo e, come per il titolo ambientato nel magico mondo dei Pokémon, anche qui ci ritroviamo davanti a un percorso lineare e decisamente troppo guidato. Ma procediamo con ordine.
Murder is Game Over ha come protagonisti una coppia interessante: il Detective Guy e la sua fidata assistente, nonché amica a quattro zampe, Cleo. Un cane. Tale quadrupede è essenziale nel mondo di gioco di Murder is Game Over e, anzi, si dimostra decisamente più utile del Detective stesso, essendo in grado di fiutare e localizzare vari indizi laddove l’umano serve unicamente per interrogare i sospettati.
Ebbene sì, le differenze di opzioni e rispettive utilità dei due personaggi, ricordano vagamente proprio la coppia del mondo di gioco di Detective Pikachu anche se qui il mistero è uno solo e la sua durata è decisamente scarsa. Ma torniamo a Murder is Game Over: siamo in campagna e un ricchissimo game designer è stato appena ucciso. Ci sono dei sospettati, c’è un castello da esplorare, indizi da recuperare e un mosaico da ricostruire.
Saremo onesti, la storia di Murder is Game Over non è affatto malaccio, anzi. Il mistero in sé è costruito bene e inizialmente si tende facilmente a dubitare quasi di tutti. purtroppo, però, ci sono elementi, alcuni indizi nel particolare, che agevolano non poco nella localizzazione del colpevole col potenziale rischio di rendere il titolo ancora più semplice di quello che a conti fatti è.
Trova gli indizi e interroga i sospettati
Murder is Game Over è un’avventura grafica in 2D con visuale dall’alto realizzato con RPG Maker e che punta tutto sulla storia. Il gameplay, infatti, è decisamente classico e, salvo la possibilità di alternare i due personaggi (umano e cane) non offre nulla di realmente innovativo. Ci si muove per le aree di gioco, si parla coi vari personaggi e si procede spediti lungo una trama lineare dotata di un unico finale.
Ebbene sì, Murder is Game Over non prevede scelte multiple, nessun game over o finale alternativo. Persino sbagliare la scelta del colpevole nelle battute finali non comporta alcuna conseguenza concreta rendendo un po’ vano l’intero viaggio. Viaggio che ha comunque una durata di una manciata di ore e che, ancora una volta, non prevede alcuna rigiocabilità o differenza legata all’esecuzione di un paio di attività secondarie e opzionali.
Il titolo, infatti, prevede la ricerca di alcuni collezionabili del tutto facoltativi e che provano, timidamente, a rendere il titolo più longevo e impegnativo. Questo perché, tocca dirlo, Murder is Game Over è un gioco facile oltre che breve. Perdersi è quasi impossibile. Gli indizi appaiono letteralmente su schermo e riuscire a collegare tutto è decisamente banale.
Banalmente il procedimento per raggiungere i titoli di coda è abbastanza semplice: cerca indizi nuovi, interroga sospettati, ripeti. Man mano arriverai alla fase finale dove dovrai collegare ogni indizio e racconto ricevuto e accusare uno dei sospettati. Fine. Anche l’esplorazione non brilla molto anche perché le aree di gioco non sono granché dettagliate né varie o ispirate. In compenso, ancora una volta, è il canovaccio narrativo a riuscire a trascinare fino alle battute finali.
Grafica e sonoro
Graficamente, parliamo di un titolo uscito da RPG Maker che non brilla per originalità in quasi niente. Le animazioni sono povere, gli ambienti sono anonimi e in gran parte spogli o poco caratterizzati (grandi stanze vuote o con mobili che si ripetono senza neanche troppo senso pratico). Nonostante ciò, il titolo ha una sua coerenza visiva e considerato il budget dell’opera si può anche chiudere un occhio.
Il sonoro è appena sufficiente con tracce dimenticabili e non sempre coerenti. Effetti audio standard e in numero ridotto. Da segnalare, infine, l’assenza dei sottotitoli in lingua italiana che vanno a minare l’elemento principale, nonché punto positivo essenziale, dell’intero titolo. La mole di testi è abbastanza alta e la comprensione è essenziale per poter proseguire nell’avventura. In compenso, non è nulla di troppo complesso da tradurre.