Mutant Year Zero: Road to Eden è un GDR strategico che non ha bisogno di presentazioni per gli appassionati del genere. Uscito circa un anno fa, il titolo si è subito ritagliato una corposa fetta di fan, grazie al suo gameplay divertente, e per certi versi unico, e grazie al suo comparto artistico davvero molto interessante.
Ora, Mutant Year Zero: Road to Eden arriva anche su Nintendo Switch, forte proprio del gameplay così apprezzato dai fan. Vale la pena acquistare la versione sulla console ibrida Nintendo? Non troppo, se hai altre piattaforme su cui giocarlo.
Dopo la fine del mondo
La narrazione e l’atmosfera di Mutant Year Zero: Road to Eden sono due punti forti della produzione, grazie allo stile originale che vanta il mondo di gioco. Ci troviamo in un futuro post-apocalittico in cui gran parte dell’umanità è stata spazzata via dallo scioglimento dei ghiacciai conseguente il riscaldamento globale e da una forma di peste che ha sterminato milioni di persone. La civiltà umana, quindi, è un ricordo lontano e le rovine dei grattacieli sono tutto ciò che resta.
In questo tragico futuro il pianeta Terra è abitato da ghoul, diversi modelli di robot, altre creature deformi e mutanti. Questi ultimi sono forme di vita che hanno l’aspetto di animali antropomorfi (anche se ci sono mutanti interamente umani), modificati da pesanti mutazioni genetiche. Proprio due di loro saranno i protagonisti del titolo: Bormin e Dux. Il duo fa parte dei persecutori, un gruppo paramilitare che si occupa di reperire risorse nei pericolosi territori della zona desolata, per poi portare tutto all’Arca, l’ultimo baluardo di civiltà.
Dopo il ritorno da una missione di routine, i protagonisti sono incaricati di seguire un persecutore diretto verso Eden, un luogo che, forse, è l’ultimo vero paradiso terrestre ancora esistente. Nonostante Eden sembra essere più una favola, il duo si incammina verso l’obiettivo.
Da qui la trama prosegue in modo lineare, presentando al giocatore un mondo di gioco sempre interessante, grazie a personaggi carismatici e ben caratterizzati, accompagnati da un‘atmosfera post-apocalittica originale e da un comparto artistico che impreziosisce il tutto. In pratica, siamo di fronte a una storia molto godibile, che resta interessante fino alla fine del gioco.
Un gioco come X-COM?
Il gameplay di Mutan Year Zero: Road to Eden ricorda a primo impatto quello di X-COM tuttavia, nonostante ci siano delle indubbie somiglianze, il titolo riesce comunque a distaccarsene, proponendo al giocatore delle meccaniche tutte sue. Il risultato è una componente ludica piuttosto godibile, che riesce a essere molto divertente, nonostante ci sia qualche difetto.
Prima di arrivare al combattimento vero e proprio, Mutant Year Zero: Road to Eden offre al giocatore una buona dose di esplorazione. In modo simile a titoli come Pillars of Eternity, siamo di fronte a una serie di aree non troppo estese, staccate da una mappa di gioco “cartacea” che ci permette di esplorare i luoghi adiacenti a quello in cui ci troviamo. Molto spesso, infatti, oltre alla strada principale ci sono diversi sentieri secondari che conducono a scenari extra da visitare.
L’esplorazione non è mai fine a sè stessa, dato che ci consente di ottenere risorse preziose per il potenziamento di armi e per l’acquisto di equipaggiamento. In aggiunta, è possibile imbattersi in casse nascoste contenenti altre bocche da fuoco con caratteristiche uniche. Come se ciò non bastasse, molto spesso nelle zone secondarie si trovano eventi e combattimenti extra da affrontare, al fine di ottenere dei bottini davvero cospicui. In pratica, pur non proponendo un open world, Mutant Zero: Road to Eden vanta una componente esplorativa degna di nota, che è in grado di smorzare il susseguirsi di scontri grazie a delle aree piene di oggetti da trovare. Purtroppo l’alternarsi di scontri ed esplorazione non riesce a essere sufficientemente vario e, pur non annoiando mai, risulta palese che si poteva fare qualcosa di più per rendere la progressione meno ripetitiva.
Arriviamo ora al piatto forte di Mutant Year Zero: Road to Eden, il sistema di combattimento. Ogni scontro vede la nostra squadra di mutanti fronteggiare gli avversari più disparati, in un sistema di combattimento a turni basato sulle caratteristiche uniche di ogni personaggio. Inizialmente avremo a disposizione solo i due protagonisti principali, ma andando avanti nell’avventura si uniranno altri mutanti che doneranno maggiore varietà alle battaglie.
Dopo aver ingaggiato un gruppo nemico l’interfaccia passa dalla modalità esplorazione a quella di combattimento. Qui abbiamo accesso a una barra che permette di selezionare diverse azioni da utilizzare. Possiamo scegliere di far muovere il nostro mutante verso una direzione (selezionata attraverso un cursore che, di fatto, trasforma il campo di battaglia in una griglia), sparare o ricaricare l’arma in dotazione, usare diversi tipi di granate (a frammentazione, fumogene, incendiarie, ecc), accovacciarsi per essere più difficili da colpire, o utilizzare un medikit per le cure. Ogni turno comprende due azioni totali, ma alcune di esse (come sparare) lo concludono immediatamente. Proprio per questo motivo, è imperativo pensare bene a quali comandi impartire, dato che una buona posizione o l’utilizzo di un’abilità possono fare tutta la differenza tra la vittoria e la sconfitta.
Gli scenari, infatti, vanno sfruttati al meglio per potersi aggiudicare la vittoria. Nei diversi campi di battaglia sono presenti dei ripari che forniscono una consistente riduzione del danno ricevuto dai personaggi. Questa percentuale varia in base al tipo di riparo: quelli completi danno una protezione maggiore di quelli bassi.
In ultimo, vanno considerate la diverse abilità dei personaggi. Di fatto, ogni mutante può vantare un albero di skill che comprende abilità attive e passive, acquistabili con i diversi punti esperienza ricevuti. Qui la varietà non manca di certo. Possiamo trovare dei semplici aumenti di salute, ali in grado di far volare, salti che permettono di raggiungere posizioni elevate, la possibilità di mangiare i nemici e molto altro. La personalizzazione di ogni membro del gruppo, fondamentale per il proseguimento del gioco, tuttavia non brilla di certo per profondità. Le skill sono davvero poche e le statistiche sono personalizzabili in modo limitato. L’albero delle abilità è diverso per ogni personaggio, quindi dalle skill disponibili possiamo renderci conto del “ruolo” attribuito a ogni mutante.
Non è tutto: la componente ruolistica di Mutant Year Zero: Road to Eden è affidata anche all’equipaggiamento. Ogni arma corrisponde a una classe specifica che ne delinea le caratteristiche base. Tuttavia, le bocche da fuoco hanno statistiche diverse, che consentono una progressione dei personaggi anche da questo punto di vista. A questo si aggiunge la possibilità di potenziare i nostri strumenti di morte e di equipaggiare fino a due accessori che vanno a privilegiare alcune statistiche, come portata di precisione. Chiudono il cerchio equipaggiamenti come le armature e le granate, che permettono una buona personalizzazione di ogni componente della squadra. Anche in questo caso, tuttavia, il titolo propone una quantità limitata di armi tra cui scegliere, limitando le possibilità di personalizzazione.
Considerando tutto questo, è evidente come ogni scontro sia un vero e proprio scambio di colpi, granate e abilità, tra la nostra squadra di mutanti e quella (spesso ben più numerosa dei nemici). Il posizionamento dato da ripari e ostacoli naturali è fondamentale e sfruttare le caratteristiche di ogni eroe è vitale. E’ possibile abbassare il livello di difficoltà complessivo, ma in ogni caso è richiesta al giocatore un minimo di tattica e strategia.
Proprio i nemici sono un piccolo difetto del gioco. Infatti, nonostante molto spesso siano in numeri soverchianti, tendono comunque a restare in fila dietro i ripari, utilizzando tattiche fin troppo passive anche ai livelli più alti di difficoltà. Per fortuna le battaglie danno comunque filo da torcere, quindi alla fine il gioco diverte comunque.
Un gioco stealth?
Mutant Year Zero: Road to Eden vanta un passaggio molto fluido tra l’esplorazione e i combattimenti. Infatti, in qualsiasi momento è possibile ingaggiare un nemico da un riparo o da dietro una copertura. Non è tutto, il titolo propone anche una piccola componente stealth in grado di donare profondità agli scontri, costringendo il giocatore alla ricognizione del campo di battaglia per l’eliminazione delle unità isolate.
Di fatto, quando ci avviciniamo ai nemici, è possibile entrare in una camminata furtiva che permette di avvicinarsi ai nemici senza farsi vedere. Così facendo abbiamo la possibilità di sfruttare i nascondigli forniti dall’ambiente per nascondersi dal campo visivo dei nostri avversari. Da questa posizione vantaggiosa è possibile avviare un combattimento per neutralizzare il nemico in questione senza farsi sentire. Per farlo, chiaramente, abbiamo bisogno di armi sileziose come una balestra o pistole silenziate.
Lo stealth è una caratteristica praticamente obbligatoria di Mutant Year Zero, dato che permette di ridurre enormemente le bocche da fuoco nemiche prima di ingaggiare uno scontro diretto. Molto spesso ci troviamo davanti a situazioni con un gran numero di unità ostili e, in questi casi, è imperativa una piccola ricognizione che possa eliminare più minacce possibili. Prima o poi si arriva sempre alla sana sparatoria finale, ma la prima fase di furtività è inevitabile la maggior parte delle volte.
La realizzazione tecnica
Ecco il punto che fa scendere enormemente la valutazione finale di questo porting per Nintendo Switch di Mutant Year Zero. Detto in parole povere, il comparto tecnico del titolo è semplicemente vergognoso, per colpa di una risoluzione infima e di un pesantissimo aliasing su tutti i bordi di ogni oggetto. Tutto ciò che appare su schermo risulta sgranato e i modelli di personaggi e ambienti sono poveri di dettagli. Un vero peccato, dato che su PC il titolo offre degli scenari davvero stupendi, valorizzati dagli effetti di luce che, con un porting in questo stato, sono impossibili da apprezzare.
A questo si aggiungono degli sporadici crash che, in alcuni casi, costringono a ricominciare da capo interi scontri. Abbiamo visto tutti che la nuova console Nintendo è capace di offrire molto, molto di più.
Il comparto sonoro, invece è ottimo, grazie a musiche sempre orecchiabili, effetti sonori molto belli e un doppiaggio che rasenta la perfezione.
Il comparto artistico, al contrario, è di altissimo livello, grazie a un design di personaggi e mondo di gioco davvero ispirato e sempre accattivante. Purtroppo, il lavoro eccelso svolto dagli artisti viene distrutto dal già citato comparto tecnico.