Sviluppato da Pirita Studio e pubblicato da Application Systems Heidelberg, Mutropolis è una divertente seppur classica avventura grafica. Forte di un gameplay estremamente rodato e di una grafica colorata e appariscente, l’avventura dell’archeologo Henry Dijon nasconde non poche sorprese e noi, dopo averla recensita per PC (Steam), abbiamo ripercorso la storia sulla nostra Nintendo Switch. Pronto a scoprire che fine farà la Terra fra circa tremila anni?
Mutropolis – un classico per raccontare il futuro
Come anticipato, Mutropolis è ambientato in un looooontano futuro, fra circa tremila anni da oggi e le location principali si alternano fra Marte e la Terra. Il pianeta rosso, è la nuova casa eletta dagli umani e terraformata dagli stessi per garantire la sopravvivenza del genere umano. Ma il richiamo delle radici, quindi la Terra, è forte. Ed ecco quindi che iniziano a creare delle spedizioni archeologiche per riscoprire il passato e i suoi segreti.
Saremo onesti, uno degli elementi migliori di tutta la produzione è proprio questo: l’inventiva utilizzata nel riscoprire quello che, a conti fatti, è il nostro presente. Oggetti per noi di uso quotidiano, nell’avventura di Henry assumono tutt’altro aspetto – spesso riuscendo a strappare più di una risata. Il concept di base è lo stesso utilizzato nella serie antologica di Netflix intitolata Love, Death ands Robots – in particolare, ai due episodi con protagonisti dei robot non per niente, tra gli episodi più divertenti della saga. Scovare e riconoscere gli innumerevoli easter-eggs legati alla cultura dell’uomo e ai suoi media (cinema, tv, fumetti, videogiochi, libri… c’è di tutto) è tanto divertente quanto intrigante.
L’umorismo in Mutropolis è ben dosato e prova a farci compagnia dall’inizio alla fine e con una vasta tipologia di battute – alcune decisamente più sofisticate di altre. La trama in sé, invece, offre spunti interessanti ma osa poco. Per fortuna, laddove Henry pecca forse di carisma, alcuni comprimari sono decisamente ben caratterizzati creando un’armonia narrativa efficace e piacevole.
Parlare della trama di Mutropolis potrebbe rovinare il senso della scoperta, d’altronde lo stesso incipit parte in modo intrigante. Ti basti sapere che noi impersoniamo Henry che, come anticipato, è un archeologo abbastanza nerd e curioso. Lo scopo principale del nostro inconsapevole eroe è però destinato a mutare e da semplice giornata di lavoro si trasformerà in una sorta di missione di salvataggio! E per salvare qualcuno, bisogna per forza di cose apprendere e padroneggiare gli strumenti a nostra disposizione. Esatto, è il momento di parlare del gameplay!
Gameplay
Mutropolis non innova niente, collocandosi nel bel mezzo delle avventure grafiche più classiche che mai, con tanto di puntatore utile per selezionare gli elementi a schermo o far muovere il giovane Henry. Anche l’utilizzo dell’inventario non sconvolge, così come la gran parte degli enigmi che saremo chiamati a risolvere. Ce ne sono di varie tipologie, alcuni decisamente classici e altri che provano ad avvicinarsi di più alle abilità – mestiere – del nostro protagonista con tanto di simboli da tradurre e quant’altro. Forse, proprio l’elemento archeologico poteva essere ulteriormente approfondito.
La longevità del titolo è modesta e perfettamente nella media e la trama, dal ritmo abbastanza compassato, difficilmente stancherà gli amanti del genere. Da segnalare delle fasi in cui, inevitabilmente, ti troverai a procedere a tentoni, cercando una soluzione fuori logica. Presenti anche i comunissimi – per i giochi di questo genere – momenti in cui vagherai avanti e indietro cercando oggetti (spesso piccoli o ben mimetizzati) o elementi con cui interagire. Sono tutte cose abbastanza classiche e che tentando, in modo forse “vecchio”, di rendere difficile il gioco e meno fugace l’esperienza con esso.
Da segnalare che l’intera avventura di Henry e compagni è tradotta in italiano (solo sottotitoli) e su Nintendo Switch si dimostra godibilissima sia su schermo grande che – soprattutto – in modalità portatile. L’avventura scorre benissimo in entrambe le modalità e la resa visiva permane colorata e accattivante. E a tal proposito, è tempo di passare all’ultimo paragrafo di questa recensione!
Grafica e Sonoro
Graficamente parlando, Mutropolis fa il lodevole tentativo di creare una resa visiva personale. Non ci riesce in pieno ma l’impatto è positivo. I colori, l’immaginario degli autori e l’estetica dei personaggi – magari non tutti originalissimi – sono piacevoli da vedere e quasi mai d’ostacolo – soprattutto in termini di level design e quindi posizionamento di indizi. Il sonoro è notevole grazie soprattutto al doppiaggio, ben recitato e realizzato con una cura inaspettata per la tipologia di gioco.