My Friend Pedro è un titolo molto apprezzato, per via della sua estetica particolarissima e per il suo gameplay originale. Per questo motivo, l’arrivo della banana parlante su mobile ha fatto parecchio scalpore tra i fan, che si sono subito chiesti come l’esperienza verrà adattata ai controlli touch.
My Friend Pedro: Ripe for Revenge, quindi, è un gioco che si fa carico di una fan base di appassionati, che ora si ritrova tra le mani un prodotto molto diverso dal gameplay del capostipite. Vediamo quindi se vale la pena ascoltare questa banana parlante.
My Friend Pedro: Ripe for Revenge – una storia meno cupa
La trama di My Friend Pedro: Ripe for Revenge parte da un presupposto molto semplice e non si evolve mai da quei binari. Molto semplicemente, la famiglia di Pedro è stata rapita e la banana chiede aiuto al protagonista per poterli riabbracciare. Da questo incipit parte la carneficina che ci accompagnerà livello dopo livello.
A differenza del primo capitolo, quindi, non troviamo più le tinte noir, sostituite invece da un pretesto molto più lineare e da un’atmosfera meno interessante. In pratica, nonostante parlare con una banana abbia il suo fascino, My Friend Pedro: Ripe for Revenge si limita solo a proporre un’atmosfera surreale e, per certi versi, leggera.
Durante i vari livelli assistiamo comunque a battute ironiche in grado di strappare qualche sorriso ma, si tratta sempre di brevi dialoghi non troppo elaborati.
John Wick con una banana
Il gameplay di My Friend Pedro: Ripe for Revenge richiama l’idea del titolo PC, ma si distacca molto dalla formula, qui adattata al mercato mobile.
L’idea di base è molto semplice: affrontiamo una serie di livelli dove l’obiettivo è arrivare a una porta verde dall’altro lato. Per farlo, però, dobbiamo fronteggiare un gran numero di ostacoli, che vanno dai nemici, al filo spinato, passando per muri da saltare con delle capriole a mezz’aria.
I controlli sono molto semplici: facendo scorrere il dito sullo schermo possiamo “caricare” un salto e rilasciando il dito, il nostro personaggio seguirà la traiettoria indicata. Trascinando il dito verso il basso, invece, possiamo caricare una capriola, utile per passare sotto gli ostacoli bassi. Se poi in qualsiasi momento un nemico entra nel nostro raggio d’azione parte un bullet time, dove possiamo toccare i bersagli per sparare.
Ogni livello ci vede quindi alle prese con ostacoli ambientali e nemici, da superare a suon di capriole e sparatorie. Le meccaniche vengono infatti utilizzate in vari modi. Ad esempio, il salto può essere utilizzato anche per dei wall jump, e gli spari tornano utili anche per colpire casse che bloccano la strada od ostacoli da spostare.
Il fulcro di My Friend Pedro: Ripe for Revenge sono le situazioni in cui ci troviamo, spesso spettacolari: in un livello potremmo salire su un tavolo con le ruote, sparando mentre scivoliamo, in un altro troviamo cavi da cui saltare, in altri ancora una serie di muri. La varietà non manca e le meccaniche di gioco sono sfruttate a dovere. Ciò che manca, però, è la difficoltà.
Data la semplicità dei controlli, infatti, colpire i nemici è davvero troppo semplice, visto che basta toccare per essere sicuri di mandare il colpo a segno. Al contrario, i controlli dei salti sono troppo macchinosi e spesso finiscono per essere scomodi nelle situazioni più concitate. Questo diventa molto evidente nella modalità Blood Rush (peraltro il principale contenuto premium), dove dovremo superare i livelli con un timer strettissimo. La necessità di giocare “di fretta” mette in luce la scomodità del sistema di controllo, che risulta poco adatto a un gameplay veloce.
My Friend Pedro: Ripe for Revenge viene, in poche parole, viene semplificato fin troppo rispetto all’originale, diventando quindi un’esperienza che si limita a essere divertente, senza però raggiungere le vette di spettacolarità che abbiamo visto nel capostipite. La volontà di rendere tutto più accessibile è comprensibile, ma in questo caso è andata troppo oltre, creando un’esperienza meno soddisfacente e appagante.
Nonostante questa sorta di “passo indietro”, però, il gioco vanta comunque un’ottima varietà di situazioni, garantite da un level design intelligente, dove si alternano ostacoli e meccaniche di tutti i tipi. Nel corso dei vari livelli vengono introdotte continuamente nuove meccaniche che danno subito una ventata di freschezza, rendend0 tutto una scoperta continua. A questo si aggiungono le situazioni spettacolari citate poc’anzi, in grado di dare qualche soddisfazione nonostante la semplicità di fondo.
Meno sangue, più chibi
Il comparto tecnico di My Friend Pedro: Ripe for Revenge è ottimo, grazie a modelli e ambienti convincenti, affiancati da animazioni ben fatte. La scelta di utilizzare uno stile cartoon, infatti, non fa pesare la mancanza di dettagli e, nel complesso, la parte grafica resta soddisfacente.
Il comparto artistico, invece, fa un passo indietro rispetto al capostipite della serie. Nonostante in Ripe for Revenge tornino molti elementi surreali che abbiamo già visto (come una banana parlante dal grande senso dell’umorismo, che adotta una mela), lo stile cartoon e i personaggi chibi tolgono parecchio fascino all’atmosfera.
Probabilmente questa scelta è data dalla necessità di rendere il prodotto accessibile a un pubblico più ampio e meno hardcore ma, come conseguenza, potrebbe scontentare i fan del titolo originale.
Il comparto sonoro si limita a fare il suo lavoro, con effetti audio accettabili e musiche adatte alle varie occasioni di gioco.