Uno dei simulatori di vita più famosi di sempre è sicuramente The Sims; un titolo praticamente perfetto per il genere, al punto da avere festeggiato i 10 anni dall’uscita del ultimo capitolo, che continua a registrare milioni di giocatori e a sfornare espansioni a ripetizione. Nel 2007, quindi tra secondo e terzo capitolo della serie creata da Will Wright, in piena epopea Wii e DS, un’altra serie si stava ritagliando la sua fetta di popolarità: Animal Crossing.
Con un concept simile, ma un target leggermente differente, le avventure di Nook e compagni stavano guadagnando una importante fetta di mercato; a EA non rimase dunque che proporre My Sims, uno spin-off della serie principale con uno stile cartoonesco che ben si prestava ad essere giocato sulle console Nintendo.
Lo scopo principale di My Sims era diverso da quello della serie principale: con un’anima più “social”, nello spin-off dovremo far prosperare una cittadina in declino e riportarla al suo antico splendore. Il gioco ebbe anche alcune espansioni nel corso degli anni, la prima delle quali, My Sims Kingdom, ci porta in un’ambientazione medievale nel prestigioso ruolo di bacchettiere reale che dovrà aiutare tutti i sudditi che necessitano di assistenza.
Oggi, EA ha deciso di riproporre entrambi i titoli sotto forma di Relax Bundle e la domanda immediata è: vale la pena riproporre questi titoli su una console che ha già in libreria numerose alternative dello stesso genere?
Scopriamolo insieme.
I giochi di My Sims Relax Boundle
Nel primo dei due giochi proposti, nonchè nel primo capitolo della serie, dovremo creare il nostro Sim in versione cartoonesca (con discrete opzioni di personalizzazione) e dare il nome alla città in cui vivremo; fatto questo ci aspetta il sindaco Rosalyn per mostrarci il vicinato e accompagnarci nel luogo in cui costruiremo la nostra dimora. Si perchè la cittadina è andata in rovina da quando è scomparso il “costruttore”, colui il quale era in grado di edificare qualsiasi cosa sfruttando delle essenze raccolte in giro.
Essendo anche noi dei costruttori, dovremo sostituirlo in tutto e per tutto creando edifici, attività commerciali, abbellendo e decorando la città e fare tutto quanto in nostro potere per rinverdirne i fasti.
Per le costruzioni abbiamo a disposizione un sistema abbastanza semplice: avremo degli elementi 3D tra cui scegliere e che metteremo insieme costruendo pezzo dopo pezzo il nostro obiettivo. Tuttavia non saremo del tutto liberi di costruire in quanto ogni edificio dovrà avere alcuni requisiti per essere considerato completo; una volta ottemperato a questi obblighi potremo dare sfogo a tutta la nostra fantasia
Come già detto, in giro per la città oltre a raccogliere gli oggetti che useremo come essenze incontreremo gli altri abitanti che ci daranno il nostro bel da fare; del resto per sviluppare la città dovremo fare crescere il circondario, così da espanderci anche nei dintorni aggiungendo un pizzico di varietà alla formula di gioco.
Lato gameplay non dobbiamo aspettarci grandi innovazioni, ma il classico loop che risulta comunque divertente da affrontare. Quindi dovremo raggiungere gli obiettivi, sbloccare nuovi oggetti, nuovi Sim e via di nuovo da capo man mano che avanziamo. L’elemento particolarmente innovativo di MySims è dato dal focus principale verso il completamento di obiettivi, lasciando in secondo piano la necessità costante di soddisfare i desideri del nostro Sim.
In MySims Kingdom, la formula vista nel titolo precedente viene riportata, come detto, all’interno di un’ambientazione fantasy medievale per seguire l’avventura del bacchettiere reale. In questo caso avremo una componente narrativa leggermente superiore, dal momento che verremo inviati da Re Rolando in un arcipelago di 11 isole da far crescere e assoggettare per fare espandere il suo regno. In questo caso, non affronteremo l’avventura da soli ma insieme a due compagni che ci daranno ancora di più la sensazione di stare affrontando un gioco di avventura più che una simulazione.
Più in generale saremo liberi di muoverci all’interno del gioco, dal momento che non dovremo necessariamente completare degli incarichi (come nel primo capitolo), quanto aiutare delle isolette già popolate a crescere e prosperare.
Di tanto in tanto dovremo affrontare anche qualche puzzle ambientale, che aggiunge un po’ di varietà ad una formula solida, ma che non innova particolarmente il gameplay già visto.
Segnali di Stile: grafica e sonoro
Pensati in origine per Wii e DS, ovviamente entrambi i titoli hanno avuto un ottimo porting su Switch; non si tratta di titoli con grafica strepitosa ma il loro aspetto cartoonesco e la palette ultra colorata rendono abbastanza bene sulla console ibrida diNintendo.
Nulla di epocale neppure dal punto di vista del comparto sonoro, con le classiche musiche “alla sim” che risultano un po’ troppo alte rispetto ai suoni ambientali e all’ormai tipico simlish parlato nel mondo di gioco.