Se ti piacciono i giochi come Harvest Moon od il recente Stardew Valley, sicuramente ti può interessare un altro gioco simile, che ha tutte le carte in regola per imporsi come titolo di qualità, sfoggiando uno stile unico, una gran mole di contenuti ed un gameplay basato su un eccellente sistema di crafting. C’è da precisare che parliamo di un accesso anticipato, come testimonia il fatto che questa sia un’anteprima e non una recensione definitiva; ma proprio per questo è sorprendente vedere la longevità ed i contenuti che sono disponibili già da adesso.
Il gioco inzia in un modo classicissimo: siamo appena arrivati nella traquilla cittadina di Portia, una città-stato, dato che abbiamo ereditato il vecchio negozio di lavoro di nostro padre. Prendendo questa eredità diverremo a tutti gli effetti “costruttori”, dei tuttofare che aiutano la gente del posto con diverse commissioni, che vanno dalla costruzione, alla ricerca, passando dalla raccolta di materiali.
Durante le prime missioni di gioco possiamo già ambientarci, conoscendo il paesino ed i tranquilli cittadini che lo popolano. Tutto questo diverrà presto molto familiare, regalando la sensazione di vivere realmente a Portia, un posto “vivo”, impreziosito dalle persone che portano avanti le loro vite, scandite da una routine vera e propria, in cui lavorano ad orari precisi, passeggiano, partecipano ed eventi in piazza e così via.
Portia diviene, quindi, la vera protagonista del gioco ed il teatro dei “problemi” che affrontiamo durante la nostra permanenza come costruttori. Il nostro operato, infatti, è fondamentale per aiutare il sindaco e lo sviluppo della cittadina, oltre che gli abitanti stessi, con missioni più brevi.
Non c’è una vera e propria trama, ma un insieme di storielle delineate da piccoli filmati, nel caso delle missioni “principali” o dagli annunci nel caso di quelle secondarie.
Il lavoro di un costruttore
Nonostante lo stile spensierato e fanciullesco, il nostro lavoro per aiutare la città è duro e costoso.
Il fulcro del gameplay è sicuramente il crafting, vero cavallo di battaglia del gioco; tuttavia quest’ultimo è affiancato da tantissime attività complementari, necessarie per reperire alcuni oggetti o completare missioni secondarie. In ogni momento il titolo propone qualche compito da svolgere, alternando sapientemente i progetti più complessi (delle missioni principali) a quelli più elementari, corrispondenti a semplici commissioni.
Tutto ciò che facciamo è scandito da un flusso temporale continuo: le ore della giornata continuano a susseguirsi incessantemente, delineando settimane, mesi ed infine anni. Il tempo è un fattore centrale del gameplay, dato che alcune commissioni hanno una vera e propria scadenza dopo un certo numero di giorni.
Parlando di progressione, invece, c’è da menzionare l’eccellente sistema di crafting che può vantare il gioco. My Time at Portia introduce il giocatore in modo graduale alla creazione di oggetti, per poi aumentare progressivamente la difficoltà e complessità dei progetti. Questo accade grazie ai macchinari necessari per ottenere i materiali. Di fatto, se inizialmente basta una semplice fornace per creare ciò che ci serve, dopo qualche ora occorre un secondo macchinario, poi un terzo e così via.
Oltre a questo, ogni macchina possiede le sue versioni avanzate, introdotte successivamente, che permettono di creare una rosa di oggetti ancora più ampia. In tutto ciò, poi, i progetti guidano il giocatore in modo invisivile. Questo accade perchè il gioco mette a disposizione dei “diagrammi” che illustrano i materiali necessari alla creazione e come ottenerli.
Proprio guardando i materiali possiamo renderci conto di come questi aumentino in quantità e complessità, arrivando al punto tale in cui, al fine ottenere un singolo “ingrediente” per la crazione, dovremo impiegare più macchinari tutti insieme; richiedendo, quindi, una gestione oculata delle risorse e del tempo nelle giornate. A questo proposito, spiccano le missioni principali, foriere di progetti complessi ed impegnativi, che riescono a tenere la sfida sempre alta e stimolante.
La cosa bella in tutto questo è che il da farsi resta sempre evidente. Questo accade per i diagrammi dei progetti, completi ed esaustivi; nonchè per l’ottima interfaccia, sempre chiara e colorata, che rende semplice gestire anche un gran numero di ingredienti nell’inventario.
Ci sono alcune eccezioni, dato che sporadicamente non si capisce come ottenere un certo macchinario od un determinato upgrade, soprattutto all’inizio; ma parliamo di casi rari, che tendono a ridursi sempre di più con il passare delle ore.
Per questo motivo, nonostante la complessità di alcune missioni, la splendida progressione ed i piccoli aiuti disseminati in gioco rendono My Time at Portia adatto anche ai neofiti del genere, che possono ambientarsi velocemente, grazie all’immediatezza generale delle meccaniche.
Il reperimento degli ingredienti di base abbraccia i canoni del genere, offrendo al giocatore strumenti progressivamente migliori, permettendogli di reperire i materiali in modo ragionato. Per esempio, avremo picconi ed asce migliorabili con materiali avanzati, dato che le prime versioni non consentono di ottenere tutte le risorse disponibili.
Oltre al crafting, tuttavia, la nostra permanenza nel piccolo paesino comporta anche altre attività più o meno secondarie. Innanzitutto, per reperire i materiali è necessario anche combattere o cacciare, senza contare le piccole avventure nei dungeon o nelle rovine abbandonate. Andiamo con ordine.
L’esplorazione degli enormi ambienti di gioco, prima o poi ci farà incontrare inevitabilmente i mostri che popolano l’area. Questi ultimi non sono necessariamente aggressivi, ma il loro abbattimento può rivelarsi utile per ottenere i succitati materiali per il crafting o per il completamento di alcuni incarichi.
In altri casi, invece, i mostri popolano dei veri e propri dungeon, nei quali il combattimento la fa da padrone, dato che si arriverà ad una stanza con un vero e proprio boss. Proprio qui si vede il primo punto debole del titolo. Il sistema di combattimento è approssimativo, se non addirittura banale, richiedendo di premere un solo pulsante per attaccare ed un secondo per schivare. Inoltre, gli attacchi finali della nostra combo respingono e stordiscono i nemici comuni, impedendo loro di contrattaccare. Per questo motivo le battaglie si riduco a schivare il primo attacco e spammare continuamente le combo.
La situazione non migliora nemmeno con i boss, che hanno pattern troppo evidenti e ripetitivi, composti da un paio di attacchi facilmente prevedibili. A questo si aggiunge la gran quantità di salute, che rende questi nemici delle “spugne” per i nostri attacchi.
Inoltre, restando in tema, nonostante i dungeon siano generati casualmente, si nota una ripetizione delle stesse stanze e del boss di fine piano; riducendo la varietà complessiva dell’avventura. Va detto, però, che parliamo di un’antemprima e che, quindi, gli sviluppatori hanno tutto il tempo di aggiungere nuovi contenuti e di diversificare maggiormente nemici e combattimenti.
A queste esplorazioni, poi, si aggiungono quelle nelle rovine abbandonate. In questi luoghi vediamo il nostro personaggio indossare un jetpack e degli occhiali, prima di avventurarsi in caverne buie e rocciose. Qui possiamo “minare” i materiali da pareti e pavimento, al fine di ottenere metalli o minerali necessari per alcuni progetti.
Inoltre, qui possiamo anche “analizzare” il terreno con uno scanner, che ci mostra come puntini luminosi eventuali oggetti sepolti sotto la superficie. Scavando verso di essi possiamo arrivare all’oggetto in questione, per poi raccoglierlo. In alcuni casi, inoltre, possiamo trovare delle piccole stanze nascoste, con oggetti per arredare la casa o piccoli tesori.
A questa parte puramente “attiva”, infatti, si aggiunge una lieve componente ruolistica. Quest’ultima è data da tre classici alberi di abilità, contenenti delle “passive” con cui migliorare le prestazioni in combattimento, nella raccolta o nelle relazioni sociali.
Inoltre, ogni pezzo d’arredamento in casa ci fa ottenere un aumento di statistiche, agendo come un vero e proprio pezzo d’equipaggiamento. Peraltro, proprio vestiti ed armi conterranno statistiche importanti, permettendo di aumentare l’attacco, la difesa o la stamina. Sia chiaro, non parliamo di un GDR vero e proprio, ma solo di una leggera spruzzata che insaporisce ulteriormente il gameplay.
Ho parlato, poi, dell’albero di abilità “sociali”. Questo perchè ogni NPC in Portia è un personaggio caratterizzato da una sua vita personale, con cui possiamo interagire. Parlare con i cittadini, donare oggetti o completare le loro missioni fa aumentare la nostra affinità, fino ad arrivare alla possibilità di sposarsi. Non siamo di fronte ad un dating sim o alle romance dei giochi Bioware, ma anche in questo caso è una piccola aggiunta che non guasta.
Come si vede dalla lunghezza del paragrafo, c’è tanto da fare nel nostro tempo a Portia. Tutte queste attività descritte si intersecano in modo spontaneo, creando un’economia rilassante e funzionale, che permette di avere sempre qualcosa da fare, senza mai sentirsi pressati dalle incombenze. C’è da dire che alla lunga la struttura di gameplay può diventare ripetitiva, ma se apprezzi il genere passeranno moltissime ore prima che arrivi quel momento.
Nonostante sia in accesso anticipato, infatti, il titolo presenta una enorme mole di contenuti, che lo fanno sembrare quasi un gioco completo. Infatti, il vero difetto di questo gameplay risiede nei combattimenti e nei dungeon, che richiedono di essere migliorati e perfezionati. Inoltre, aggiungere nuove aree o pregetti aumenterebbe a dismisura la longevità complessiva e smorzerebbe quella ripetitività di fondo che si fa sentire nelle fasi più avanzate.
Le realizzazione tecnica
La natura ad accesso anticipato del titolo è visibile maggiormente nella realizzazione tecnica. Di fatto, la grafica dona al titolo un buon impatto visivo complessivo, tuttavia ci sono delle piccole magagne tecniche che possono (e devono) essere risolte con la versione definitiva del gioco. Ad esempio, sporadicamente sono visibili dei leggeri cali di frame, soprattuto nel caso eventi atmosferici particolari. Inoltre, alcune texture hanno una risoluzione fin troppo bassa, rendendo alcune superfici “sfocate”. In ultimo, possiamo dire che le animazioni siano complessivamente ben fatte, tuttavia, anche in questo caso assistiamo ad alcuni movimenti fin troppo spartani (come quelli durante l’uso del jetpack).
Restando in tema, c’è da dire che è molto piacevole osservare il cambio delle stagioni all’interno del mondo di gioco: i campi cambiano colore e le condizioni meteo sono dinamiche. Tutto questo risulta particolarmente riuscito proprio grazie allo stile colorato e cartoon, che dona degli scorci sempre belli da vedere e lussureggianti.
Il comparto sonoro, invece, è praticamente ineccepibile: le melodie ascoltabili durante l’esplorazione sono sempre piacevoli da sentire e rilassanti; di quelle che continuerai ad avere in testa anche dopo aver smesso di giocare. Inoltre, anche i temi secondari e gli effetti sonori sono ottimi. Di livello leggermente inferiore è il doppiaggio, ma considerando la natura del gioco, passa facilmente in secondo piano.
Per concludere
My Time at Portia è un titolo che presenta molto più che una semplice “base da cui partire”. Di fatto, nonostante il gioco sia in accesso anticipato, propone già tantissimi contenuti ed una longevità invidiabile. Inoltre, la struttura e la progressione del crafting sono semplicemente superlative e sono accompagnate da una serie di attività che si incastrano perfettamente tra loro. Tuttavia,parliamo di un titolo che non è perfetto: il sistema di combattimento è fin troppo semplice ed i boss sono elementari. Inoltre, la struttura dei dungeon è appena approssimata, date le stanze simili tra loro.
Detto questo, va ricordato che parliamo di un titolo in accesso anticipato, che già ora è molto curato. Questa solidissima base mostrata dal gioco ci consente di avere enorme fiducia negli sviluppatori, che certamente miglioreranno il gioco nei mesi a venire. Siamo di fronte a delle ottime premesse, che sviluppate a dovere potrebbero delineare un nuovo punto di riferimento per il genere. Come accade spesso in questi casi: è tutto nelle mani degli sviluppatori.