Pathea Games, studio Cinese già creatore di Planet Explorers, con l’aiuto di Team17, fanno finalmente sbarcare il loro My Time at Portia anche sulle console dopo un più che soddisfacente lancio PC. I due studi, con un simpatico Sandbox – GDR che mescola un pesante utilizzo del crafting come meccanica principale aggiunto a un pizzico di action RPG, confezionano un prodotto senza troppe pretese ma allo stesso tempo divertente, coinvolgente e con tematiche narrative sorprendentemente profonde.
Una storia vecchia di 300 anni
La trama del gioco è molto semplice all’apparenza.
Noi siamo il figlio di un costruttore scomparso che ha ereditato la bottega del padre, ormai diventata una baracca. Sarà nostro compito rimettere in piedi un’attività fruttuosa e fiorente. Niente di più semplice.
Ciò che stupisce dietro My Time at Portia, un titolo così colorato e a tratti “bambinesco”, è la lore del mondo di gioco, misteriosa, intrigante e che in un gioco di questo genere, proprio non ci saremmo mai aspettati. Circa 300 anni prima del nostro arrivo a Portia, l’umanità, dopo aver abusato per un tempo indefinito della tecnologia ed aver combattuto guerre di potere, ha causato una tale devastazione del proprio mondo, da costringere le persone a rifugiarsi e a vivere di stenti in colonie sotterranee. Dopo secoli di vita al buio, arrivò però l’Era della Luce, che riportò gli umani in superficie per ricostruire ciò che avevano perso ma, consci del loro passato, venne fondata la Chiesa della Luce, attuale religione del mondo di gioco che bandisce l’uso di alcune tipologie di strumenti tecnologici per evitare i danni del passato. Ovviamente non è tutto qui, ma per evitare spoiler, lasciamo il piacere della scoperta a voi.
Raccogli, Crafti, Combatti, Parli e ripeti
Dopo aver selezionato “Nuova Partita”, ci si para davanti agli occhi una schermata di creazione personaggio, tanto semplice quanto approfondita. Si può infatti selezionare il sesso, un volto predefinito e stile di capigliatura. Tutto molto semplice, ma modificabile poi a piacimento tramite vari parametri specifici per ogni zona del volto (il fisico reste predefinito). Menzione speciale per la personalizzazione riguardante la cromia dei capelli, che mette a disposizione due diverse scale cromatiche per creare praticamente ogni tipo di colorazione.
Il gameplay in My Time at Portia è qualcosa di impressionante. Questo titolo riesce a unire talmente tante meccaniche da lasciare spaesati per molte ore. Il fulcro di tutto è, ovviamente, la costruzione di risorse, il miglioramento della propria bottega e il completamento delle quest, sia principali che secondarie. Al nostro sbarco alla città di Portia (in realtà la vera protagonista del gioco) ci verranno assegnati dei piccoli incarichi che, fungendo da tutorial, ci spiegheranno le basi del gameplay. Una volta completati però, e aver ottenuto la licenza da costruttore, tutte le porte ci vengono aperte. Avremmo infatti la possibilità di svolgere incarichi per la Gilda dei costruttori, scalando così la classifica delle botteghe per ottenere dei premi, svolgere le quest principali o secondarie che gli NPC ci assegneranno o andare ad esplorare le rovine degli umani vissuti sottoterra. Lo premettiamo, My Time at Portia è un titolo longevo e contenutisticamente enorme, infatti, solo per completare la prima, vera missione principale che ci è stata assegnata, ci sono volute all’incirca 6/8 ore. Quindi mettiamoci comodi e parliamone con calma.
Il titolo è sostanzialmente un sandbox che mischia esplorazione, crafting, combattimenti e rapporti sociali. La prima meccanica principale è assolutamente la raccolta di materiali che, con il crafting che ne verrà di conseguenza, non si discosta da titoli ben più blasonati come Minecraft. La nostra bottega inizialmente sarà una baracca dal pavimento bucato (per davvero) con un classico banco da lavoro in giardino ma, via via che si procederà, si avrà a disposizione un banco specifico per lavorare ogni tipologia di materiale, ad esempio, un forno per creare mattoni o una sega circolare per creare lastre ed assi di legno. Tutti i banchi da lavoro sono però complementari, non si potrà creare una lastra di bronzo senza dei lingotti, quindi si dovrà necessariamente craftare il lingotto utilizzando il forno e successivamente modellare la lastra con la sega. Una meccanica questa che da una parte rende sì, molto interessante e profonda la creazione di risorse, ma dall’altra la fa risultare anche macchinosa e poco pratica. Senza contare che ogni banco ha bisogno di carburante (che può essere legname o minerale) per funzionare e ogni singolo materiale ha un tempo di lavorazione diverso. Capiterà spesso di dover attendere anche 5/10 minuti di gioco, aspettando il crafting delle risorse, impegnando il tempo alla raccolta di altri materiali di base da lavorare o per fare il pieno di carburante ai vari tavoli, un pò come un circolo vizioso. A tutto questo poi, si aggiungerà presto la coltivazione di piante e la cura di animali, anche se, queste attività non saranno così incisive quanto il crafting.
I materiali vengono raccolti nel più classico dei modi: Usando un’accetta per tutto quello che riguarda il legname e un piccone per ciò che concerne pietre e minerali. Entrambi gli strumenti saranno migliorabili, così come tutti gli strumenti a nostra disposizione, per permetterci di tagliare alberi e infrangere rocce di dimensioni sempre maggiori. Menzione speciale per Rovine e dungeon che, sotto il pagamento di una somma, potremmo esplorare per il tempo di una settimana (tempo in-game, ovviamente), così da avere la possibilità di trovare materiali e reliquie sempre più rari. Il ciclo giorno/notte in My Time at Portia è fondamentale: il tutto è scandito da un vero e proprio calendario che avanza senza sosta, infatti partendo dal Giorno 1, Mese 1 e Anno 1, avremo a che fare man mano con eventi cittadini, giornate di pesca e tanto altro. Inoltre, le quest secondarie che ci verranno affidate non di rado avranno un limite di tempo espresso in giorni per essere portate a termine. Ci ha fatto storcere il naso il sistema di salvataggio, che vede il giocatore costretto ad andare a dormire nella sua bottega, in quanto, quello è l’unico modo presente nel gioco per salvare la partita.
Fight!
Nel gioco si combatte e neanche poco. Il mondo di gioco, così come i dungeon, è cosparso di creature più o meno aggressive come nei più classici dei MMORPG. La struttura è esattamente quella, anche se ridotta all’osso. Il gioco mette a disposizione un solo tasto di attacco e un solo tasto di schivata, riducendo quindi il tutto ad una pressione continua sul pad fino alla dipartita dell’avversario (o la nostra). Si può avere la meglio sul nemico, con una certezza praticamente matematica, quando il nostro livello è superiore al suo e viceversa, come nei classici RPG. Anche se, per correttezza d’informazione, si può certamente sconfiggere un mostro con un livello ampiamente superiore al nostro semplicemente stando molto attenti a non farsi colpire, dato che, tutti gli avversari hanno “hit box” veritiere e tutto sommato moveset discreti e leggibili.
Ovviamente, anche l’equipaggiamento fa la sua parte, con una dotazione di armi ed equipaggiamenti di difesa (normali vestiti) abbastanza ricchi e variegati, che spaziano dalla classica spada, a dei guantoni da boxe fino ad arrivare a racchette, tirapugni e armi a distanza. Tutti oggetti craftabili con l’avanzare dell’avventura o recuperabili in rovine e dungeon. Peccato non sia presente nessun feedback di vibrazione tramite controller. Niente di così grave, ma è sempre una feature apprezzabile.
The Social Network
My Time at Portia ha un sistema di sociale ampio e variegato. La città è viva, ogni NPC ha il suo compito, lavoro e momenti di svago. Durante i giorni della settimana infatti, i negozi saranno aperti e disponibili per le nostre esigenze, mentre nel weekend, ognuno si gode il meritato riposo. Ovviamente il tutto varia a seconda dell’orario perché, se in pieno giorno la panettiera sarà al suo posto di lavoro, verso sera la si potrà trovare, per esempio, al bar a godersi una cena con amici. Il rapporto con ogni singolo NPC inoltre, può essere incrementato fino ad instaurare amicizia, antipatia o persino relazioni amorose. My Time at Portia presenta quindi un sistema sociale complesso, che prende a piene mani da titoli come The Sims, dando la possibilità al giocatore di chiacchierare, fare regali, giocare a svariati minigames e addirittura sfidarsi a duello. Una meccanica che ci ha soddisfatto e stupito.
Ma a lato tecnico?
Il titolo presenta una grafica gradevole e colorata, dallo stile cartoon ma non per questo povera di dettagli. I paesaggi e la città sono proposti in maniera eccelsa, con qualche incertezza però su alcune texture. I modelli dei personaggi soddisfano tutte le aspettative ed ogni NPC non sarà mai uguale ad un’altro. Aspetto molto gradito che contribuisce a dare corpo e personalità ad una così ben gestita parte sociale. Sono apprezzabili anche i modelli dei mostri, anche se non così originali. Poco convincenti invece i dungeon, proposti con una grafica abbastanza anonima e un design non così ispirato. La direzione artistica però è buona, le architetture e gli edifici di Portia sono realizzati con cura, così come il design della città che, difficilmente ci confonderà, costringendoci perdersi tra le sue vie.
Sul lato puramente tecnico, My Time at Portia gira fluidamente su PlayStation 4 Pro (versione da noi provata), con solo qualche incertezza nelle fasi di combattimento più concitate. Nota negativa per i caricamenti, che ci sono sembrati troppi e troppo lunghi, in quanto ad ogni porta oltrepassata, che sia per entrare nella nostra bottega o per raggiungere un dungeon, ne sarà presente uno di svariati secondi. Cosa che purtroppo potrebbe risultare frustrante dato che, molto spesso, si è costretti ad entrare e uscire dalla bottega per compiere determinate azioni. Problemi che potrebbero essere risolti lavorando sull’ottimizzazione, sia chiaro, ma comunque presenti allo stato attuale del titolo.
Solo discreto purtroppo il comparto audio. Con tracce che, seppur carine, risultano troppo ridondanti, una mancanza totale di doppiaggio ed effetti sonori che si attivano in ritardo o addirittura non sono proprio presenti.
Concludendo
In conclusione, My Time at Portia è un gioco solido e con poche incertezze. Presenta una storia di fondo intrigante, che può sicuramente regalare delle sorprese. La mole di contenuti potrebbe portare il titolo a godere di una longevità pressoché infinita, il che farà sicuramente impazzire gli amanti del genere. Purtroppo però le medaglie hanno due facce e, se da un lato i titoli di questa grandezza offrano ore e ore di gioco, dall’altro non a tutti potrebbero andare bene le pesanti e lente meccaniche di farming che il gioco richiede. Ci troviamo però, al netto dei suoi piccoli difetti, di promuovere My Time at Portia, consigliandolo sia agli appassionati del genere sandbox, sia a chi è in cerca di un titolo capace di tenere impegnati grandi e piccini. Ci sentiamo tranquillamente di dire che, attualmente, questo gioco è uno dei migliori del suo genere.