Sviluppato da Paralune e già rilasciato su Steam, Mythic Ocean sta per approdare anche su Nintendo Switch il 2 luglio. Vediamo come se la cava il nuovo titolo pubblicato da Nakana.io.
Gameplay
Mythic Ocean è un’avventura esplorativa basata sui dialoghi e le scelte del giocatore. Il titolo ci immerge nelle quieta profondità dell’oceano, un luogo primordiale. Una sorta di limbo in cui impersoniamo un intermediario che avrà il compito di scegliere una divinità che possa plasmare e creare un nuovo mondo.
Il primo personaggio con cui interagiamo è una sorta di murena che ci farà da guida e ci spiegherà il nostro compito. Dopo averci illustrato tutte le divinità mitologiche con cui avremo a che fare, Elil ci inviterà a conversare con tutte queste entità superiori, ognuna a capo di un area di gioco.
Una volta che il nostro compito ci è chiaro, dopo l’introduzione, inizia il gioco vero e proprio. Possiamo esplorare questo vasto regno sommerso, ammirando una grafica fiabesca e gradevole e un sound che infonde subito un senso di rilassatezza coinvolgente.
La sensazione è quella di essere chiusi in una magica bolla d’acqua, in un posto lontano dal tempo e dello spazio… forse dove chiunque almeno una volta nella vita vorrebbe essere. In questo aspetto, il titolo è sorprendente perchè riesce davvero a farci sentire parte di quello strano mondo inesplorato in cui si ha sempre voglia di tornare, per contemplare la natura e le sue creature.
Sicuramente però, nonostante Mythic Ocean renda il giocatore provvisto di una mini-mappa e un sonar per evidenziare le creature con cui parlare e le zone da visitare, all’inizio ci sentiremo spiazzati e senza meta. Il titolo ti dà un obiettivo unico che è quindi molto dispersivo. Alle volte ci si può annoiare e pensare di gettare la spugna e questo è sicuramente un difetto da segnalare.
L’aspetto che invece funziona, è la scelta morale e i dialoghi con le divinità e le creature sparse per tutti i regni. Ogni divinità ha un aspetto e un carattere diverso che impareremo a conoscere durante la conversazione. La magica entità ci porrà davvero tante domande. Dalle nostre risposte e dalla sua reazione, potremmo dedurre il tipo di visione che caratterizza quella divinità e, nei limiti previsti dal gioco, far cambiare loro idea su alcune questioni offrendogli spunti di riflessione.
La conversazione inoltre, sblocca la storia personale di ogni divinità che lei stessa narra attraverso delle raffigurazioni in stile fiabesco, davvero molto belle. La mitologia si intreccia con il delicato tema della creazione. Le domande infatti, sfociano spesso in significati filosofici davvero molto profondi.
Tutto ciò non è mera dialettica senza finalità ma anzi pone le basi per l’epilogo del gioco. In base a quale divinità sceglieremo e come la influenzeremo ci sarà un finale diverso. Ergo, Mythic Ocean nonostante la sua brevità ha un buon tasso di rigiocabilità per cogliere i diversi finali.
L’aspetto che non mi ha però convinta è appunto il vuoto che il gioco lascia tra un dialogo e l’altro. Il mondo di gioco è essenzialmente povero perchè oltre ai dialoghi principali non c’è altro che ti spinga a giocare.
Ci sono dei collezionabili, delle pagine di libri che spiegano la storia delle divinità ma non sono sufficienti. Mi è capitato spesso di vagare senza meta e non sapere neanche perchè lo stessi facendo la metà del tempo.
Ovviamente, questo non toglie che il titolo sia davvero profondo e piacevole ma può risultare noioso in alcuni tratti per mancanza di veri e propri colpi di scena nella trama. Tutto diventa abbastanza lineare non lasciandoci a bocca aperta ma comunque regalandoci una piacevole esperienza videoludica.