In molti si sono sempre chiesti perché Naughty Dog decise di abbandonare lo sviluppo di nuovi capitoli di Crash Bandicoot. Ora, a distanza di oltre 20 anni, a spiegarcelo interviene direttamente Jason Rubin, co-fondatore dello sviluppatore famoso negli ultimi anni per Uncharted e The Last of Us.
Naughty Dog e Crash Bandicoot: i motivi del divorzio
Intervenuto ai microfoni di GamesRadar, l’esecutivo del team californiano ha spiegato che all’epoca avevano realizzato di non poter collaborare più con Universal, che in quel periodo deteneva i diritti di sfruttamento del marchio Crash Bandicoot.
“Il nostro rapporto con Universal era arrivato a un punto in cui non potevamo continuare a realizzare giochi legati a Crash Bandicoot. Sebbene fossimo dei grandi amanti della serie e adoravamo lavorare con Sony, non aveva alcun senso dal punto di vista finanziario. Universal possedeva la proprietà intellettuale e c’era un conflitto che divenne semplicemente brutale”.
Naturalmente, come ben sappiamo, i rapporti con Sony andarono a gonfie vele. Lo studio ottenne infatti il primo dev-kit ufficiale di PlayStation 2 ad entrare negli Stati Uniti, fino ad arrivare all’acquisizione definitiva del team avvenuta nel 2001. Da allora, Sony e Naughty Dog hanno lanciato insieme alcune saghe di gran successo: Jak and Daxter su PlayStation 2, Uncharted e The Last of Us su PlayStation 3, entrambe ereditate poi da PlayStation 4.
Per quanto riguarda Crash, la produzione originale era di Universal Interactive, che divenne Vivendi Games prima di fondersi con Activision nel 2007, che adesso ne detiene i diritti di sfruttamento. Di recente, la saga è tornata in auge non solo grazie alla collection dei primi tre episodi, realizzati proprio da Naughty Dog, ma anche per merito di Crash Bandicoot 4, sviluppato da Toys for Bob e che è risultato uno dei migliori platform degli ultimi anni.