Abbiamo imparato ad amare Neil Druckmann in questi ultimi anni soprattutto per le saghe di Uncharted e The Last of Us, vere e proprie icone delle ultime due generazioni di console Sony.
Si tratta di un personaggio che ha fatto anche molto discutere, soprattutto per alcune tematiche “scomode” inserite nell’ultimo capitolo delle avventure di Ellie e Joel: in particolare il titolo è stato bersagliato dagli utenti su Metacritic in maniera piuttosto vergognosa e scriteriata, dal momento che il dito non era puntato sulla qualità del gioco ma su quello che veniva raccontato al suo interno.
Ad ogni modo c’è sicuramente curiosità nel sapere quali titoli hanno influito in qualche modo sulla formazione, prima umana e poi professionale, di Neil Druckmann, e in un suo tweet di qualche ora fa lo stesso game director ci fornisce degli elementi utili a capire alcune delle sue preferenze in ambito videoludico.
Neil Druckmann e la passione per l’horror Konami
“Posso confermare che questo libro è una bellissima lettera d’amore a uno dei miei giochi preferiti di tutti i tempi. Cattura davvero quanto questo gioco fosse in anticipo sui tempi. Di grande ispirazione!”
Can confirm that this book is a beautiful love letter to one of my favorite games of all time. Truly captures how much this game was ahead of its time. Inspiring! https://t.co/K7yi1ZePjN
— Neil Druckmann (@Neil_Druckmann) January 26, 2021
Le parole sono in riferimento ad un libro dedicato a Silent Hill 2 e da cui traspare il grande apprezzamento di Druckmann per il gioco. Chi lo ha giocato ai tempi non può certo che dare ragione al papà di Uncharted: il salto in avanti dal punto di vista tecnico e narrativo che l’horror psicologico di casa Konami fece fare a tutto il settore è entrato per direttissima nella storia dei videogiochi, tanto da rimanere tuttora non solo il capitolo più apprezzato ma tra i più amati di quel periodo storico.
Il brand non raggiunse mai più quei picchi di qualità, e anche se da tempo e in varie forme si vocifera di un suo remake/reboot al momento non c’è ancora nulla di concreto.
Che uno dei grandi amori di Neil Druckmann possa prima o poi avere un degno erede?