Raramente capita di trovarsi davanti a videogiochi che ci hanno lasciati perplessi, e quest’oggi l’infausto destino ricade proprio su Neko Journey, un videogioco sviluppato da Axyos Games e pubblicato da Eastasiasoft. Prima di iniziare è però doveroso fare la solita puntualizzazione, Neko Journey non è un videogioco “nuovo di pacca” bensì esattamente un anno fa uscì per PC (ne abbiamo già parlato qui), ed ora viene riproposto (ad un anno di distanza) per console.
Neko Journey, una fiaba poco conosciuta ma ridondante
Ci sono cose nella vita che non si possono comprare, narrava una vecchia pubblicità che temo abbia messo tutti in balia delle banche, ma non è questo il punto. Neko Journey è uno di quei videogiochi nato dalle mani di sviluppatori indipendenti che possiamo trovare nei vari shop online a pochi euro, quei videogiochi che a volte compriamo con il resto avanzato da spese per i videogiochi più blasonati.
Lo sappiamo, già una premessa simile non può far intravedere nulla di buono, ma fondamentalmente tu cosa ti aspetteresti da un gioco che spesso viene messo in sconto a 3 euro su Steam? Una trama non molto innovativa ad esempio, con uno stregone che attacca il nostro villaggio con il solo intento di rapire nostra sorella, ed un gameplay che mira al semplicismo proponendo un platform di vecchio stampo ma in 2.5D.
Questo è Neko Journey, un “nulla di nuovo all’orizzonte”, ma scendiamo più nei dettagli (neanche tanto) anche se con un gioco di una durata di poche ore abbiamo poco da scendere in profondità. Non ti serviranno neanche i braccioli credimi, e sappiamo che ti è scesa una lacrimuccia di fine estate (e fine ferie), forse se smettessi di ascoltare “L’estate sta finendo” dei Righeira sarebbe tutto più facile.
Un costume a due pezzi, ma senza il pezzo sopra
Non a caso abbiamo inserito questo titolo, la prima cosa su cui dovremo fissare lo sguardo è il gameplay, ed è esattamente ciò che faremo. Ammettiamo che la musica che “troneggia” sul menù principale e il rispettivo balletto della nostra protagonista ci avevano fatto ben sperare, ancor di più il fatto che era possibile personalizzare la nostra piccola compagna di gioco.
Dov’è finito il “family friendly” di Nintendo? È una delle domande principali che ci siamo posti quando personalizzando i vestiti della nostra eroina abbiamo notato la possibilità di lasciarla con le poppe al vento. Si e non c’è censura, se togliamo quella della grafica minimale e non proprio dettagliata, intendiamoci.
Correre con la nostra piccola compagna (Neko Journey è un platform a scorrimento laterale) saltando qui e li con le tette al vento non ci ha divertito come speravamo, peggio ancora se accostiamo il tutto ad una Nintendo Switch, una console che punta perlopiù ad accontentare giovani videogiocatori, che contenti lo saranno di sicuro vedendo la protagonista correre con le bocce di fuori.
Intendiamoci non sarebbe certo stato meglio se fosse stato uomo, che Dio ci salvi, tuttavia è una scelta di gameplay che non abbiamo proprio ben compreso. Il resto del gameplay risulta essere anche diversificato, o meglio ci prova, inserendo momenti simili a quick time event dove dovremo evitare ostacoli o momenti in cui dovremo “svolazzare” superando ostacoli (e draghi, si perché quelli non mancano mai nelle fiabe).
Alcuni nemici potrai affrontarli saltandogli in testa, mentre più avanti nel corso del gioco sarai dotata di guantoni da boxe per prenderli a pugni in faccia. Abbiamo anche la presenza di boss di fine livello che vanno affrontati nel buon vecchio stile arcade, temporeggiare finché non si ha la finestra temporale giusta per colpirli come si deve, e siccome non sempre sarà intuitivo affrontarli poco prima di ogni boss fight avremo un gentile NPC che ci venderà degli indizi.
Peccato che spesso i nemici ci colpiranno a prescindere, anche se cercheremo di stare attenti o di prendere “le giuste misure”. Il colpetto mirato a farci scendere la vitalità di qualche punto è assicurato, i nemici non avranno una grande varietà di attacco e non appena saremo abbastanza vicini da attivarli loro partiranno in modo ossessivo compulsivo.
E il comparto tecnico?
Neko Journey è un titolo prettamente in inglese (o russo se ti fa più piacere) ma questo non ha alcun impatto sul videogioco, vista la trama poco incisiva e il poco spessore che gira intorno a questo titolo. Salta, picchia, e ripeti. Il tutto per circa tre ore di gioco, il che visto il prezzo irrisorio ci può anche stare.
Il problema è in gran parte nel comparto tecnico di Neko Journey, la versione Nintendo Switch non brilla proprio per questo. Graficamente un titolo a malapena sufficiente, anche quelle che dovrebbero essere le “hitbox” del nostro personaggio sembrano fatte un po’ in fretta e furia visto che a volte siamo morti per essere stati soltanto sfiorati.
Le ambientazioni in Neko Journey sono ben caratterizzate, ed anche la musica che accompagna il tutto potrebbe risultare piacevole se non fosse tutto mal equalizzato e tenda a riportare un fastidiosissimo effetto gracchiante. Si l’audio gracchia, si sovrappone, più di una volta abbiamo preferito giocare con l’audio muto piuttosto che sentire quel disastro, ed è un peccato perché ripetiamo che la musica che accompagna i livelli di gioco è piacevole e orecchiabile.
Altra scelta stilistica che poco abbiamo compreso è il fatto che quando i personaggi parlano emettono versi gutturali (anch’essi mai equalizzati) e per comprendere quale personaggio stia parlando la sua testa fa effetto “subwoofer”, si ingrandisce e rimpicciolisce. Secondo noi sarebbe stato meglio non far emettere alcun suono e diversificare i sottotitoli (in inglese) in colori diversi in base al personaggio che stava parlando.
Insomma, per farla breve nel comparto tecnico Neko Journey lascia abbastanza a desiderare. E prima che tu possa domandarci le ragioni di un voto che sfiora la sufficienza è meglio chiarire il tutto, non è un bruttissimo gioco. Il gioco di per se è anche divertente e ricorda i vecchi platform che tanto erano amati in sala giochi, sia come gameplay sia come livello di difficoltà.
Purtroppo Neko Journey è pur sempre un videogioco indipendente su cui si sarebbe potuto lavorare meglio, renderlo leggermente più piacevole graficamente, curare in modo migliore l’audio, e magari renderlo leggermente più lungo e con più contenuti. Poiché il cambiare i vestiti o i capelli del personaggio o affrontare l’avventura in una modalità roguelike non aiuta di certo a rendere il tutto migliore.