Nel mondo reale il tempo scorre inesorabile per tutti, ma nei videogiochi non è necessariamente così. Quante volte in un RPG come The Witcher abbiamo girovagato completando side-quest inconsequenziali, magari ignorando la minaccia dell’imminente fine del mondo alle porte per ore e ore? Il ticchettio dell’orologio ha una funzione diversa nel mondo dei videogame, e il tempo è una meccanica controllata accuratamente dagli sviluppatori, che decidono come implementarlo.
Non è la prima volta che analizziamo l’uso del tempo in un articolo, in quel caso però in senso negativo. Stavolta, invece, vogliamo illustrare e mettere in risalto quando questo aggiunge all’esperienza e la migliora sensibilmente, nonostante fin da piccoli a molti di noi l’orologio a bordo schermo abbia causato non poca ansia! L’abilità di un giocatore può essere misurata anche da un cronometro, perciò andiamo a vedere qualche esempio!
Time attack: una gara a tempo contro… te stesso
Uno degli usi più classici e famosi del tempo nei videogiochi è sicuramente la modalità “Time attack”. Vista più spesso in giochi di corsa o platformer, questa ti sprona a finire un livello o una gara il più velocemente possibile, cronometrando il tempo che hai impiegato. Caratteristica di questa modalità è che solitamente il tuo avversario… sei tu! L’obiettivo il più delle volte è migliorare il proprio tempo e magari rimuovere qualche decimo di secondo dal cronometro ogni volta.
Un ottimo esempio è la serie di Sonic. In praticamente tutti i giochi del riccio blu, è presente un orologio in alto che ti indica quanto tempo stai impiegando per finire un determinato livello, e questo si riflette nella schermata finale insieme al punteggio. Sei così spinto a provare e riprovare quel livello, e a completarlo sempre in meno tempo, per mettere alla prova le tue abilità. Gotta go fast!
Il tempo come risorsa: Monster Hunter e Minecraft
In giochi come Monster Hunter, invece, il tempo è una risorsa tanto quanto gli HP o le tue pozioni. Ne hai a disposizione una quantità limitata e predeterminata e devi raggiungere il tuo obiettivo prima che scada. Non importa che tu finisca la missione con 5 o 50 minuti rimanenti, l’importante è che tu vinca. In questo caso, il tempo va gestito saggiamente, e non va sprecato, tramite attenta pianificazione.
Un altro esempio potrebbe essere Minecraft. Anche se non c’è un timer che indica un game over una volta che conta lo zero, il ciclo giorno-notte svolge una funzione simile. Difatti, qualsiasi giocatore sa bene che di giorno è libero di costruire ed esplorare la superficie, ma che di notte compariranno mostri a impedirglielo. È una forma debole di limite temporale, poiché non termina la tua partita, ma pianificare le tue attività in base alla quantità di tempo che ti rimane paga.
Il tempo come antagonista: Majora’s Mask e Lightning Returns
Uno dei nostri esempi preferiti di utilizzo del tempo è quello dei giorni limitati. Pochi giochi sfortunatamente sono riusciti a tradurre quella sensazione opprimente di tempo limitato in forma videoludica bene quanto Majora’s Mask e Lightning Returns. In entrambi questi, una catastrofe incombe sul pianeta e minaccia di distruggerlo, e il giocatore ha una limitata quantità di ore o minuti reali per fermarla.
A differenza di RPG classici in cui il limite di tempo è solo scenografico, in entrambi questi titoli sei costretto a fare una scelta: esplorare e muoverti liberamente, o pianificare attentamente il tuo prossimo obiettivo per raggiungere il finale entro il limite di tempo. The Sexy Brutale è un altro esempio di puzzle game che sfrutta il passaggio del tempo reale per incitare il giocatore a risolvere un caso di omicidio prima che finisca il tempo, pena il dover ricominciare, così come il recentissimo 12 Minutes.
La minaccia del tempo è una delle più potenti nel campo videoludico. A differenza di un boss estremamente forte, non puoi guadagnare esperienza e livelli per sconfiggerlo; a differenza degli scacchi, non hai tempo di fermarti e riflettere sulla tua prossima mossa. È inesorabile tanto quanto nella realtà, e tutte le tue abilità e conoscenze di videogiochi sono messe in campo contemporaneamente, creando un’esperienza assolutamente unica nel suo genere.
È normale sentire una forte ansia alla prospettiva di confrontarsi con un nemico così temibile, al punto che spesso lo evitiamo direttamente per non provare quella sgradevole sensazione di fallimento imminente. Ma vogliamo spronarti a dare comunque una possibilità ai titoli citati qua sopra, e ad accettare di buon cuore questa meccanica così controversa ma allo stesso tempo divertente, perché aggiunge qualcosa di nuovo e unico all’esperienza!
Il tempo come elemento neutro: Monster Rancher e Digimon World
C’è un’ultima forma di utilizzo del tempo nel mondo dei videogame di cui vale la pena parlare: ovvero, quando viene utilizzato come costante di sfondo neutra. In questo caso, non è un nemico, perché non gioca direttamente a tuo svantaggio, non è qualcosa con cui confrontarti e nemmeno una risorsa. Nonostante questo, però, è onnipresente e la sua presenza pende sulla tua testa come la spada di Damocle.
Nel gioco Digimon World avremo uno o due alleati che ci accompagneranno nel nostro viaggio, Digimon che si schiuderanno da uova, a cui daremo un nome e a cui ci affezioneremo. Come abbiamo detto, però, il tempo incombe: a seconda del nostro stile di allenamento, dopo qualche giorno moriranno. È necessario dunque completare più obiettivi possibile prima che accada, e quando ritorneranno in vita ricominciare ad allenarci!
Il caso di Monster Rancher (Presto in arrivo su PC e Switch!) è simile ma anche molto diverso. Anche qui potremo ottenere mostri “cuccioli” da dischi che inseriremo nella console, e li dovremo allenare fin da subito in sfide sempre crescenti per sconfiggere i tornei e guadagnare così soldi per nutrirli e sottoporli ad allenamenti di qualità migliore. Ogni mostro, però, ha due barre nascoste: quella dello stress e quella della vita.
La prima influenza la seconda, e lo stress aumenta se il mostro fallisce un allenamento, perde un combattimento e molto altro. La vita invece diminuisce col tempo, naturalmente, e quando scade il mostro muore. Vedere la creatura a cui ti sei affezionato per ore di gioco e in cui hai investito così tanto semplicemente cadere vittima dello scorrere del tempo è davvero triste, e il gioco organizza per te anche un piccolo e sobrio funerale.
In entrambi questi casi, come abbiamo detto, il tempo gioca un ruolo neutro ma non per questo meno importante. È qualcosa da tenere sempre a mente, e ci sono modi per aumentare la durata della vita dei tuoi compagni, ma non lo puoi gestire e non lo puoi fermare. Nel mondo dei videogiochi, è forse una delle forme più pure (e tristi!) di utilizzo del tempo, che imita il suo funzionamento nel mondo reale con fin troppa precisione.
In conclusione
Dopo aver letto di esempi così tristi di utilizzo del tempo nei videogiochi, nessuno ti potrebbe biasimare se ancora tu non volessi dare una chance a questi titoli. D’altronde, è naturale provare un po’ d’ansia anche solo a pensare ad un limite temporale alla tua esperienza. Ma quelli di cui abbiamo parlato sono tutti videogiochi, e in quanto tali, il loro minimo comune denominatore è che ti garantiscono sempre la possibilità di migliorare e riprovare!
La vera bellezza di questi titoli è che la schermata di “Time’s Up!” non è la fine dei giochi, al contrario; così come quando alla morte di un Digimon “ritorna” alla sua forma uovo pronto a combattere di nuovo, così anche a te è garantita la possibilità di imparare dai tuoi errori e riprovare, con più esperienza e consapevolezza di cosa devi fare per garantire di riuscire nei tuoi obiettivi per tempo.
Pertanto, ti invitiamo caldamente a vedere il tempo come un nemico, sì, ma anche come un rivale col quale confrontarti e contro il quale creare una strategia per uscirne vincitore. Il tempo, nel mondo dei videogame, è un elemento contro il quale possiamo combattere – e spesso, a differenza della vita reale, anche vincere.