Ratalaika Games, publisher che ha all’attivo innumerevoli titoli, insieme allo sviluppatore indie Pickles Entertainment ha rilasciato il platform Neon Souls, ovvero un titolo che se guardato superficialmente può sembrare anche interessante e bello, ma che da un’analisi più approfondita è solo un’accozzaglia di luci sgargianti, un gameplay trito e ritrito e la totale assenza di una storia.
Neon Souls è di che stiamo parlando?
Il gioco si apre con solo due opzioni, New Game e Options. Clicca su New Game (visto che è l’unica modalità giocabile) e verrai catapultato in un tutorial che ti spiegherà i poverissimi comandi di base. Alla prima occhiata vedrai solamente una pallina senza un nome e tutto uno sfondo nero. Salta e qualcosa intorno a te si colorerà, vai avanti e scopri altri appigli dove poter saltare.
Di base ti ho già spiegato in cosa consiste Neon Souls, ma quello che mi chiedo io è: perché faccio questo? Perché una massa informe gira nel buio più pesto possibile? Chi sto combattendo? Non ti è dato saperlo perché non c’è uno straccio di trama, nemmeno la più basilare e questo per un platform, nel 2023 è davvero inaccettabile. Posso solo bollare il lavoro di Pickles Entertainment come pigro, visto che dare uno straccio di contesto, anche il più ovvio, non costa risorse. Perché un conto è dare poca importanza alla trama (e in alcuni casi ci può stare), altri è saltarla bellamente a piedi pari.
Gameplay basilare e poco soddisfacente
Neon Souls è un insieme di trial & error. Come ti ho già spiegato nel paragrafo dedicato all’inesistente trama, il titolo si pone come un platform dove non vedrai cosa c’è dopo. Per scoprirlo dovrai passeggiare sulle piattaforme e queste si coloreranno di una sottospecie di vernice multicolor, particolarmente flashy.
Parliamo ora dei controlli, i quali sono un concentrato di semplicità, ma non nella maniera giusta. Il gioco si avvale di un solo tasto per saltare e lo stick analogico per muoversi. Se proverai a cliccare lo stesso tasto due volte farai un doppio salto e grazie a questo potrai svelare un po’ di livello intorno a te, visto che la palla che controllerai sputerà vernice al neon tutto intorno, ma non sufficiente a svelare abbastanza stage da sapere dove atterrare dopo un salto.
Se sulla carta questo concept può sembrare anche interessante, all’atto pratico il tutto si riassume in una sola parola, ovvero frustrazione. Vai avanti scopri una piattaforma, salta alla cieca nella prossima, cadi su degli spuntoni, riprova. E così fino alla fine di uno dei 50 livelli disponibili. Capisci bene che la pazienza di un individuo ha un limite e dover ripetere un livello sette, otto, nove o dieci volte, solo perché non riesco a vedere dove atterrare può far saltare i nervi.
Grafica e sonoro così così
Come avrai ben capito, la grafica di Neon Souls è parte integrante del gameplay, visto che all’inizio di ogni livello vedrai solamente un grande schermo nero, il quale si colorerà man mano che proseguirai sui tuoi passi. Il personaggio che controllerai è quanto di più generico si possa pensare, visto che si parla semplicemente di una pallina con dei neon provenienti da qualche maglietta anni ’90.
I colori del nostro passaggio sono sgargianti e tutto sommato carini da vedere (da qui il bello del sottotitolo), ma all’atto pratico sembra che il tutto sia stato fatto in una pausa pranzo di mezz’ora. Il sonoro si sposa bene con l’ambiente di gioco fatto in pixel art, tuttavia resta particolarmente anonima e nessuna traccia ti resterà nel cuore…un po’ come tutto Neon Souls.