Parliamo di Netflix, la celebre piattaforma in streaming di film e serie TV, che ha recentemente deciso di aumentare le tariffe degli abbonamenti negli Stati Uniti del 13% e 18%. La fascia più bassa passerà da 8 a 9 dollari, quella intermedia da 11 a 13 dollari e quella più alta da 14 a 16 dollari. I nuovi iscritti alla piattaforma troveranno i prezzi aggiornati, mentre per i vecchi utenti questi aumenti sono previsti nei successivi tre mesi.
Uno studio condotto in merito dall’agenzia statunitense OTT The Diffusion Group, ha riportato il rischio di una perdita di pubblico. Infatti l’8% del campione selezionato ha dichiarato che effettuerebbe il downgrade dell’abbonamento al livello inferiore. L’analisi è stata condotta lo scorso dicembre su 1.940 abbonati Netflix statunitensi, dunque con un mese di anticipo rispetto all’annuncio effettivo dell’aumento dei prezzi.
Sempre secondo questo studio di mercato, si evince che un incremento di 3 dollari causerebbe una flessione del 16%, mentre il 22% del pubblico sceglierebbe un pacchetto più economico. Con un ipotetico aumento di 5 dollari invece il ben 25% degli utenti presi in esame sarebbe addirittura disposto a cancellare la propria sottoscrizione. In fondo alla news trovate il grafico che si riferisce a queste ed altre statistiche.
Specifichiamo che, ad oggi, non è previsto nessun rincaro per le tariffe europee, anche se un ipotetico innalzamento dei prezzi non sarebbe necessariamente un male, soprattutto se questo porterebbe un miglioramento del già ottimo servizio, per quanto concerne la buona varietà e qualità di contenuti. Ovviamente, dovranno essere cifre vicine alle 2, massimo 3 euro, altrimenti il rischio di tirare troppo la corda e perdere svariati abbonati, come potrebbe essere negli USA, è elevato.