Sviluppato e pubblicato da Nomada Studio, che per chi non lo sapesse, sono i papà di GRIS, Neva è un action adventure in 2D a scorrimento orizzontale incentrato sull’atmosfera e su una narrazione muta ma terribilmente efficace e che sceglie di comunicare attraverso immagini ed eventi. Noi abbiamo accompagnato Neva in questa magica esperienza su PlayStation 5 e questa è la nostra recensione!
Neva e l’oscurità che avanza
Neva riesce, senza l’utilizzo di parole o documenti di contorno da scovare e leggere, a raccontare una storia dalle molteplici chiavi di lettura e che spazia da quella più ambientalista e legata alla natura e al suo innegabile e spesso crudele dualismo al legame tra uomo ed animale, passando per quello ancora più complesso dell’essere genitore con tutte le sue difficoltà e relative ricompense e dolori. Tutto questo e altro ancora, è racchiuso in una storia dalla durata che oscilla tra tre e cinque ore totali (variabile a seconda della nostra bravura, ovviamente).
L’impatto emotivo che Neva restituisce su schermo è immediato e profondo e chi ha apprezzato il concetto alla base di The Last Guardian, troverà nell’opera di Nomada Studio più di un punto d’incontro. Discorso analogo per i fan del lungometraggio animato La Principessa Mononoke dello Studio Ghibli. Eppure, nonostante i richiami e le ispirazioni innegabili, Neva riesce a costruire una propria identità coriacea e potente, evocativa ed efficace. Tutto in Neva funziona perfettamente dando vita a un mondo misterioso, afflitto da un male che lo divora costantemente, (e da cui dovremo difenderci) che risulta sempre coeso, persino nei momenti più inspiegabili.
Volendo dare un incipit al racconto, ti basti sapere che vestirai i panni di un’anonima guerriera umana che ha il compito di vegliare, proteggere e accompagnare Neva lungo il suo viaggio scandito dalle stagioni che arrivano inesorabili coi loro mutamenti. Neva è una creatura dotata di poteri magici oltre a essere un ibrido tra lupo, cane e cervo. Una creatura dal manto bianco splendente e di cui dovremo avere cura per gran parte dell’avventura, accompagnandolo nella sua crescita e fortificando il nostro legame.
Veder crescere Neva è sinceramente emozionante. La nostra eroina può urlare il suo nome praticamente in ogni momento ma con funzioni diverse in base al momento. Banalmente, possiamo chiamarlo per rimetterlo in riga in caso di accanimento su nemici ormai fuori combattimento oppure richiamarlo a noi se è corso via senza aspettarci. Dire il suo nome può anche essere un modo per incentivarlo o coccolarlo se ha agito bene. Altresì, ci ritroveremo a consolarlo nelle situazioni più gravi o a cercarlo nei momenti di disperato vuoto e solitudine.
Come avrai potuto intuire, il legame che si instaura con Neva, seppur lineare, è molto sfaccettato, pieno di credibili sfumature e che ci calano nel ruolo di un guerriero genitore. Ma non è solo un legame che si sviluppa a pari passo con la narrazione, si tratta di un legame che, come in The Last Guardian, ha un riscontro pratico, ludico. Neva cambia di livello in livello e con esso cambia il suo apporto nel gameplay e il gameplay stesso offrendo una varietà visiva, ludica e narrativa armoniosa e semplicemente bella da vivere.
Tra action, platform ed enigmi in continua mutazione
Neva è essenzialmente un action platform adventure in 2D a scorrimento orizzontale che alterna combattimenti ben studiati ad enigmi ambientali. Spesso, abbattere un nemico è esso stesso un enigma da risolvere, cercando di capire quando usare Neva, quando schivare e come e così via. A primo impatto, può sembrare molto semplice nel level design e nel suo scorrimento lineare ebbene non è affatto così.
Esplorare il mondo di Neva, seppur con le sue innegabili restrizioni (è pieno di momenti in cui non potrai tornare indietro, costringendoti a ripetere interi livelli per recuperare eventuali missabili), ti porterà a svelare strutture platform interamente opzionali dove serve un pensiero laterale non indifferente. La nostra eroina ha a disposizione un salto, un doppio salto e un dash. Dash che può essere anche aereo. Ecco, comprendere cosa utilizzare e come concatenare queste tre opzioni è di vitale importanza in questi momenti (e non solo).
Strutture apparentemente impossibili da risolvere (come piattaforme bloccate sotto a uncini) riescono a offrire una soddisfazione quasi pari a un souls una volta svelato il percorso e l’ordine di azioni richieste. E questa struttura a “incastro” funziona anche nei combattimenti e nell’esplorazione generale (leggermente più soft e accessibile per quanto riguarda il percorso principale obbligatorio). Ma di estremamente positivo e sorprendente c’è che tale gameplay riesce a mutare in modo incredibile e coerente. In modo naturale per come il gioco stesso si evolve.
Lo abbiamo in parte anticipato, Neva cresce nel corso delle stagioni e con essa crescono anche le abilità dell’umana che l’accompagna. Ecco quindi che al maturare di Neva potremo utilizzarla per potenziare tanto l’esplorazione quanto il combattimento introducendo elementi inediti in perfetta linea con l’evoluzione dei nemici stessi. Nemici di cui elogiamo i pattern d’attacco (da studiare per poterli prevedere e schivare al meglio) soprattutto dei boss e dei mid-boss il cui impatto scenico e ludico è semplicemente notevole oltre che vario.
Sulla difficoltà di Neva, molto dipende dalle abilità del giocatore (è presente una modalità storia per chi vuole godersi solo la narrazione). All’inizio può sembrare un titolo abbastanza facile ma racchiude una difficoltà non differente considerando che la nostra eroina ha a disposizione solo tre punti energia. Ogni colpo subito è un punto in meno. Terminata l’energia, è game over. Per poter ricaricare l’energia hai diverse occasioni: raggiungere determinati punti delle aree di gioco, attendere l’intervento prestabilito di Neva (e il suo meraviglioso ululato) o colpire a ripetizione i nemici senza subire colpi (quest’ultimo è l’unico modo durante combattimenti multipli).
Concludiamo l’analisi ludica di Neva evidenziando quanto il gioco, seppur nella sua breve durata (abbiamo faticato a salutarlo), riesca a essere incredibilmente vario in tutto. Non solo i già citati combattimenti ma anche i puzzle. Questi sono studiati in modo da modificarsi gradualmente al modificarsi di Neva e dell’eroina stessa con trovate ingegnose e varie, seppur non sempre originali. Tra piattaforme che spariscono, altre a specchio, altre a tempo che vanno prima pestate, sezioni al buio, arrampicate, inseguimenti e chi più ne ha più ne metta, Neva è un’avventura che colpisce pienamente a segno.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Neva è uno spettacolo per gli occhi. Pura poesia visiva, ora emozionante e lucente, ora cupa e marcescente. Una fotografia mutevole di una natura spietata, ferita, potente e lucente. Un continuo contrasto di luci e ombre che ti cattura in un cambiamento scandito dalle stagioni (che non per niente sono il titolo dei capitoli del gioco) che ti trascina e sorprende di continuo.
L’impatto grafico è arte in movimento e il movimento è dovuto da animazioni fluide e perfettamente impiantate nel sistema che risultano efficaci seppur un po’ ripetitive (a conti fatti il numero di nemici non è così ampio ma comunque soddisfacente). E che dire del sonoro? Questo non è mai invasivo ed è perfettamente coerente con ciò che avviene a schermo, accompagnandoci e contribuendo a dar vita a una storia emozionante e semplicemente difficile da dimenticare. Infine, il titolo è in italiano ma, come detto, è orfano di qualsivoglia testo a schermo.