Sviluppato da MAGES. e pubblicato da Spike Chunsoft, Never 7 è il primo capitolo della saga Infinity nonché visual novel di stampo classico. Si tratta di un vecchio ritorno tirato a lucido di un titolo pubblicato nel marzo del 2000 e che ha come autore e scrittore il buon Uchikoshi, lo stesso dietro la serie di 999 e Somnium Files. Noi siamo tornati indietro nel tempo su Nintendo Switch e questa è la nostra recensione!
Never 7 e una storia leggera ma da non sottovalutare
Prima di affrontare la storia di Never 7, scopriamo la storia dietro questa visual novel e il suo recente e in parte inedito, ingresso nel nostro mercato. Prima di tutto, Never 7 viene venduto sia singolarmente che in coppia con Ever 17 ed è il primo capitolo di una saga di visual novel denominata “Infinity”. Never 7: The End of Infinity è il primo capitolo a cui segue Ever 17: The Out of Infinity, entrambi sviluppati da KID e con la firma di Kotaro Uchikoshi.
Per essere esaustivi, dopo Ever 17 sono seguiti altri due titoli della medesima saga: 11: The Age of Infinity e 12Riven: The Psi-Climinal of Integral. A questi poi s’è aggiunto Code_18, una sorta di reboot ad opera di Cyberfront che ha acquisito KID. Tornando a Never 7, parliamo di un’opera datata marzo 2000 nonché tra i primissimi lavori di Uchikoshi. Quest’ultimo, famoso recentemente per serie di visual novel di stampo fantascientifico, in quest’opera utilizza un registro particolarmente diverso.
Never 7 è infatti una storia molto più “realistica”, piena di elementi quotidiani e che mira molto alle relazioni più semplici e umane. In certi aspetti, sembra quasi un simulatore d’appuntamenti con tanto di diverse ragazze con cui interagire. Ragazze con cui si potranno intraprendere determinati percorsi che possono poi sfociare in uno dei tanti finali positivi o negativi.
Eppure è proprio nell’incipit che emerge l’elemento surreale, una scintilla che darà poi vita a tutto il mondo creativo odierno di Uchikoshi. In Never 7, vestiamo i panni di uno studente, tale Makoto Ishihara che viene destato da un incubo particolare: ha sognato la tragica morte di una ragazza. Chi è costei? che significato ha questo sogno? …è una sorta di premonizione? A queste e tante altre domande, toccherà trovare una risposta e, lo diciamo subito, per godere appieno dell’intero canovaccio narrativo, segreti inclusi, toccherà eseguire più run.
I finali, infatti, sia positivi che negativi, contribuiscono ad arricchire le sfumature di cui è composta la vicenda. Inutile dire che la forte rigiocabilità prolunga notevolmente la longevità del titolo che da una media di quindici ore per singola run, può facilmente sforare le cinquanta ore complessive per scoprire ogni singolo elemento della storia. Storia che, lo ricordiamo, è sì meno roboante e fantascientifica delle opere più recenti di Uchikoshi ma è anche profondamente ispirata, delicata, toccante e ugualmente coinvolgente.
Il cast di personaggi, per la maggior parte studenti che si ritrovano, come il nostro protagonista, a vivere in una sorta di resort scolastico “particolare”, solo apparentemente sembra bollato da cliché. In realtà il lavoro di scrittura effettuato sulla maggior parte di loro sorprende per profondità e coinvolgimento. In poche parole: se la trama ti prende, difficilmente resterai apatico dinanzi a ciò che viene raccontato.
Ovviamente, considerando anche la lunghezza del racconto e la necessità di dover rivivere alcune sezioni, il ritmo ludico e narrativo inevitabilmente ne va a risentire, offrendo alcune sessioni poco coinvolgenti e ininfluenti nella macro trama generale. Ci sono quindi fasi un po’ troppo prolisse e “verbose” che vengono però oscurate dalla bontà generale della storia e dalla qualità stessa della scrittura.
Una classica visual novel
Never 7 è una visual novel estremamente classica e priva di qualsivoglia enigma, cosa che invece ha dato ulteriore forza alle serie di Zero Escape e Somnium Files. Tradotto in termini ludici, significa che in Never 7 la cosa che farai di più è leggere ed effettuare determinate decisioni. Come in parte anticipato, tali decisioni alimentano i vari legami coi personaggi del cast e instradano lentamente le vicende verso uno dei finali a disposizione.
Molte scelte richieste, ovviamente, non vanno a influire nella storia, limitandosi a mutare giusto alcune frasi mentre altre sono decisamente più influenti e comportano conseguenze molto più eclatanti e visibili. Inutile dire che non tutte le decisioni hanno una portata facilmente prevedibile ma questo fa parte del gioco e di run in run si è sempre più attenti a determinati dettagli.
Come da prassi, Never 7 arriva su console con tutte le meccaniche tipiche del genere come la possibilità di salvare e caricare praticamente sempre, potendo utilizzare di un vasto numero di slot, utili in caso di scelte multiple. Presenti anche comandi per accelerare lo scorrere del testo così come elementi dedicati al gioco stesso come l’immancabile gallery. In conclusione, l’interfaccia del gioco è pulita, non invadente e discretamente efficiente.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Never 7 è tirato a lucido da un lavoro discreto che ne preserva la bontà originale. Quest’ultima spicca ovviamente per la qualità degli artwork, tutti statici e privi di animazione, dei personaggi e per alcuni sfondi (laddove altri risultano abbastanza anonimi e poco dettagliati). Il sonoro, impreziosito da un buon doppiaggio in lingua inglese, è gradevole e vario quanto basta.
La colonna sonora non è memorabile ma riesce ad accompagnare con efficacia quasi tutta l’avventura. Infine, bisogna segnalare la completa assenza della lingua italiana (non sono presenti neanche i sottotitoli). Questa è una mancanza di cui tenere conto considerando anche che nel titolo si parla di filosofia, ci sono giochi di parole e in generale c’è tantissimo da leggere.