Eccoci qui come anticipato a parlare più approfonditamente di Nexomon: Extinction, dopo averlo introdotto nello speciale domenicale dedicato agli amanti dei Pokémon in possesso di una PlayStation 4. Come dici? Non lo hai letto? Questa cosa è gravissima…
A partire dalle vecchie glorie del passato come i due Jade Cocoon, seguendo poi le magnifiche orme dello Studio Ghibli, fino ad arrivare a uno dei titoli decisamente imperdibili della scorsa generazione (Ni no Kuni: La minaccia della Strega Cinerea), le opere giunte su PlayStation che nel corso degli anni hanno cercato di riproporre le meccaniche tipiche dei classici di Game Freak, non sono state molte.
Inutile dire che al giorno d’oggi le cose non sono esattamente cambiate e per quanto i motivi possano essere svariati, se dovessi puntare sul primo che mi salta in mente scriverei che il bacino d’utenza più adatto a titoli di questo tipo è ormai quello di chi gioca su dispositivi mobile.
Il numero di giochi che su iOS e Android propongono infatti strutture simili ai classici titoli Pokémon è a dir poco soverchiante e, pur senza scomodare il foltissimo sottogenere dei gacha, chiunque abbia uno smartphone e ami collezionare o allenare creature digitali avrà sempre pane per i suoi denti. Cosa ha a che fare tutto questo con il gioco di cui ti parlerò oggi? È molto semplice.
I Nexomon, tre anni prima di iniziare a popolare i nostri sistemi PlayStation 4 (e non solo) attraverso il capitolo Extinction, hanno fatto sulle piattaforme mobile quello che potremmo definire come “il botto”. Dopo essere state infatti apprezzate dalla critica e aver collezionato riscontri molto positivi tra le fila dell’utenza, queste amabili creature non potevano che puntare a traguardi ancora più ambiziosi, come quello di accaparrarsi una fetta di pubblico tra i giocatori su console e PC.
La domanda, arrivati a questo punto, non può che essere una sola: questa nuova iterazione di Nexomon dal titolo Extinction ha le carte in regola per lasciare il segno, elevandosi così al di sopra dello status di semplice xerografia? Scopriamolo insieme.
Una narrativa che ha carattere
Senza voler entrare troppo nei dettagli di una storia che, già a partire dai primi istanti di gioco e attraverso l’impiego di un interessante intreccio narrativo, si erge a portabandiera della prima grande differenza tra Nexomon: Extinction e i classici Pokémon, mi sento di definire la trama di questo titolo come una vera marcia in più rispetto a quel che ti aspetteresti.
L’antica minaccia di Omnicron, il più temibile Nexomon mai esistito, sembra essere tornata a ombreggiare il mondo in cui ci troviamo e noi, ormai pronti a diventare nuovi membri di una sorta d’organizzazione gerarchica che si preoccupa della sicurezza di Parum (città baluardo della resistenza) e non solo, dobbiamo occuparcene. La Gilda dei Domatori conta su di noi e dopo averci addestrato al fine di essere pronti al peggio, non ci resta che affrontare il nostro destino faccia a faccia.
Tra Domatori rinnegati e Nexomon Tiranni, quel che ci aspetta in questo gioco non è certo una passeggiata e per quanto gli sviluppatori si siano impegnati nel tentativo di alleggerirne l’atmosfera, il titolo preserva innegabilmente un leggero sentore di maturità che, dal canto mio, ho apprezzato davvero molto. Maturità che si fa sentire anche nella presenza di dialoghi a scelta multipla, grazie ai quali è talvolta possibile tratteggiare la morale del nostro protagonista.
La narrativa di Nexomon: Extinction risulta quindi ben gestita e se a questo aggiungiamo poi i vari dialoghi esilaranti, i personaggi ben caratterizzati (specie dal punto di vista estetico), le citazioni ad altri media e quel che resta della quarta parete, ecco che abbiamo ottenuto una trama molto scorrevole e capace di mantenere alta l’attenzione del giocatore.
Un gameplay che punta a vincere facile
Dopo averci fornito un ottimo pretesto per farlo, il titolo ci invita a scegliere quello che sarà il nostro primo compagno d’avventura mettendoci davanti a ben 9 alternative, una per ognuno dei principali tipi di Nexomon presenti nel gioco: Normale, Fuoco, Acqua, Vento, Pianta, Minerale, Elettrico, Fantasma e Psichico. Inutile girarci intorno: se speravi che la differenza di cui sopra rispetto al franchise al quale Extinction si ispira fosse la prima di una lunga serie, lascia che ti prepari fin da subito a un’inevitabile delusione.
Il gameplay di Nexomon: Extinction è infatti strutturato esattamente come quello di un qualsiasi titolo Pokémon, e se da un lato questo potrebbe far storcere il naso a chi sperava in qualcosa di diverso, dall’altro ha senza dubbio permesso agli sviluppatori di concentrarsi su altri aspetti, certi anche di poter contare sull’immediatezza di una formula ben consolidata. Avremo dunque moltissimi Nexomon da catturare inseriti all’interno di una mappa esplorabile e suddivisa in vari biomi, ognuno dei quali ospiterà specie differenti.
Le similitudini con i giochi targati Game Freak si sprecano anche per quanto riguarda i combattimenti. Al di là di alcuni dettagli infatti, essi si limitano a riproporre quel che è già stato fatto in precedenza, risultando così estremamente funzionali. È proprio partendo da queste solidissime basi che Nexomon: Extinction cerca di migliorarsi. Come? Ad esempio concedendo una libertà esplorativa che non ti aspetteresti mai, capace di portarti a voler scoprire fino a che punto è possibile spingersi già a partire dalle prime ore di gioco.
Un “vantaggio” più o meno sfruttato
Credimi, le virgolette qui sopra a incorniciare la parola vantaggio non sono assolutamente lì per caso. Mi rendo conto infatti che se da un lato il potersi appoggiare a una struttura ben rodata possa facilitare le cose in fase di sviluppo, dall’altro il confrontarsi in maniera tanto diretta con colossi inarrivabili non può che rappresentare una sfida ardua. Nexomon: Extinction riesce in qualche modo a non uscirne del tutto sconfitto, ma siamo certi si possa parlare di vittoria?
Le scelte vincenti di cui ti ho già parlato o i dettagli interessanti come l’importanza data agli oggetti consumabili, troppo spesso lasciata in disparte da altri titoli, bastano a rendere la versione PlayStation 4 di questo gioco meritevole di attenzioni? La risposta è senza dubbio affermativa, specie tenendo conto della penuria di alternative che affligge noi possessori del monolito di ottava generazione. Detto questo, va però sottolineato quanto il margine di miglioramento in Nexomon: Extinction ci sia e risulti evidente.
Il gioco soffre infatti di alcune lacune e altrettanti difetti che, per quanto minori, lasciano un po’ l’amaro in bocca visto il suo enorme potenziale. La gestione di alcune meccaniche ad esempio, come l’elevatissima frequenza con cui i Domatori sconfitti saranno pronti a una rivincita, mi hanno lasciato un po’ perplesso; se è vero che un po’ di difficoltà fa sempre bene all’economia di gioco, è altrettanto certo che la sensazione di piattezza rischia di fare l’esatto opposto. Forse, sarebbe davvero bastato rendere i PNG meno vendicativi o fornire ai giocatori la possibilità di consultare (in qualsiasi momento) una mappa più intellegibile.
Ombre e luci del comparto tecnico
Eccoci finalmente arrivati all’ultimo paragrafo di questa recensione, dedicato come sempre agli aspetti più tecnici del titolo preso sotto esame. Come avrai intuito, da questo punto di vista Nexomon: Extinction ha qualcosa di cui andare fiero, ma non risulta certo privo di problematiche oggettive. A sua difesa però, devo dire che nell’esatto momento in cui sto scrivendo queste parole il gioco è passato alla versione 1.03, che pare abbia migliorato diversi suoi aspetti.
La pochezza di effetti sonori convincenti, le animazioni non sempre al top e gli scatti ripetuti ed evidenti all’interno delle schermate più elaborate, che ci tengo a precisare non hanno comunque mai reso il titolo ingiocabile, sembrano ormai essere un ricordo del passato. Questo significa che quel che resta potrebbero essere le musiche stupende e la grafica fatta di colori sgargianti, perfettamente in linea con lo stile artistico e cartoonesco del gioco. In altre parole? Tutto ciò di cui avevo bisogno per decidermi a dargli un voto piú che valido.