Mancano circa due mesi e mezzo all’arrivo di PlayStation 5 e Xbox Series X e il panorama attuale, al 29 agosto, è più o meno questo:
– non si conosce la data di uscita
– non si sa quando si potranno effettuare i preorder
– non si sa il prezzo di vendita
– non è stata rilasciata la line up ufficiale dei titoli di lancio
L’unica cosa che si sa per certo è la finestra di uscita, fissata per un generico novembre.
Dopo molti cambi di generazione, questo sembra effettivamente il più travagliato e probabilmente il meno atteso, per diversi motivi.
E non può bastare come scusante quella del coronavirus, perché la pandemia è arrivata (ufficialmente) a febbraio, quando almeno per il 90% i “giochi” dovrebbero essere stati fatti dal punto di vista dello sviluppo hardware e delle strategie di marketing nell’anno dell’approdo della nuova generazione.
PlayStation 5 superiore o il merito è degli errori di Microsoft?
Invece stiamo assistendo ad una corsa a chi fa l’errore più grande o quantomeno a chi prova ad abbassare il più possibile le aspettative degli appassionati.
Sembrerebbe un paradosso, ma diventa complicato interpretare in altro modo i fatti che si stanno susseguendo in questi mesi.
E uno degli aspetti su cui si potrebbe riflettere maggiormente è il fatto che a detta di tanti addetti ai lavori al momento sembra in netto vantaggio Sony rispetto a Microsoft, ma se questo sta avvenendo è perché la casa di Redmond ha di fatto lasciato campo libero alla casa giapponese, quantomeno per il discorso vendita della console.
Risulta complicato interpretare altrimenti il disappunto che sta suscitando Microsoft per quanto concerne le scelte volte a spingere la propria macchina.
Quando Xbox Series X venne presentata all’E3 del 2019 le premesse erano roboanti, tra annunciati prodigi tecnici a colpi di teraflops e ray tracing. In quella occasione venne subito svelata anche l’estetica della console e tutto fece presagire come Microsoft, avendo fatto il primo passo, potesse essere collocata subito in vantaggio alla partenza della prossima generazione, ricalcando in qualche modo quanto fece con Xbox 360, lanciata addirittura oltre un anno prima di PlayStation 3.
Con il passare dei mesi, però, questo vantaggio teorico è andato sempre più assottigliandosi, perché nel frattempo Sony iniziava piano piano a presentare “pezzi” della sua nuova console, cominciando con il logo, poi con il pad, infine con l’estetica nello State of Play di giugno.
Da lì in poi, bisogna ammetterlo, Microsoft è incappata in un inciampo dietro l’altro, tra presentazioni di giochi non certo strabilianti fino al clamoroso autogol di Halo Infinite nell’ultimo evento di luglio.
A Sony è bastato dunque evitare clamorosi errori per trovarsi in vantaggio in questa teorica sfida, perché di fronte a qualche presentazione interessante come il seguito di Horizon (ma dall’uscita non imminente) per il resto non abbiamo visto nulla che ci facesse venire la voglia di correre ad effettuare il preorder di PlayStation 5. L’unico accenno reale di next gen finora lo abbiamo visto con Ratchet and Clank: Rift Apart, un vero e proprio spot per la nuova SSD della console giapponese, magari un po’ ruffiano ma senza dubbio azzeccato.
In questo contesto Microsoft ha insistito soprattutto sullo spingere la bontà del proprio ecosistema, comunicativamente parlando collocato più in altro rispetto alla volontà di vendere Xbox Series X, puntando di conseguenza su una tipologia di utenza certamente diversa. Il tutto, evidentemente, per la delusione di chi in questi mesi di vigilia di next gen si aspettava meraviglie tecnico-grafiche e nuove possibilità offerte dall’hardware in uscita nel giro di pochi mesi, rimanendo però sistematicamente deluso.
Insomma, sembra proprio che quella a cui stiamo assistendo al momento sia una specie di corsa al ribasso, e che stia premiando chi sta deludendo meno la propria utenza.
In questa “corsa alla rinuncia”, Sony sembra largamente in vantaggio.
Ma è vera gloria?