C’è un minimo comune denominatore che lega NHL 22 e la serie Madden NFL, sebbene si tratti di due sport differenti. Si tratta del passaggio al motore grafico Frostbite e le relative conseguenze che hanno sul gioco destinato ad accoglierne la novità: se la simulazione dedicata al football americano paga ancora lo scotto con problemi tecnici che si sono evidenziati per più edizioni, d’altra parte l’hockey su ghiaccio sembra aver resistito bene alla transizione, pur senza farsi mancare qualche incertezza.
NHL 22 è il nuovo episodio della serie di EA Sports dedicata al campionato di hockey su ghiaccio nordamericano, che arriva in Italia non certo carico di grandi attese vista la bassa popolarità di questo sport nel nostro paese, ma comunque pronto a farsi accogliere dagli appassionati che rappresentano certo una schiera di giocatori molto attenti ed esigenti circa i nuovi appuntamenti del franchise.
Ho iniziato parlando subito del motore grafico perché si tratta dell’introduzione, almeno in termini commerciali, che vuole essere la forza di NHL 22, insieme al debutto del sistema Superstar X-Factor (anche questo ripreso da Madden NFL!): una coppia di argomenti che mi permetterebbe quasi di sintetizzare questa recensione in poche parole, dato che siamo di fronte agli unici veri game changer per un gioco troppo simile a quello dello scorso anno.
NHL 22 – Recensione: un miglioramento grafico ancora da vedere
E dire che le aspettative e le premesse erano in realtà ben altre: proprio il debutto del motore grafico Frostbite era stato comunicato come il grande cambiamento di NHL 22, soprattutto in virtù del lancio su PlayStation 5 e Xbox Series X/S. L’aspetto sorprendente è che se non ce lo avessero fatto sapere probabilmente non avremmo neanche scoperto di trovarci davanti a un nuovo engine.
Intendiamoci, il codice fornito dallo sviluppatore ci ha permesso di provare il gioco anche su PlayStation 4, e lì effettivamente lo “stacco” è stato più evidente, soprattutto per quanto concerne l’illuminazione globale. Tuttavia, su sistemi di ultima generazione il passaggio è stato meno netto, quasi impercettibile. Sì, il livello di dettaglio generale è sicuramente migliorato, ma la sensazione è di trovarsi nuovamente di fronte a NHL 21, con qualche problema in più.
Si tratta di difetti tipici che possono verificarsi nel passaggio ad un nuovo motore grafico, un rischio più elevato per titoli a cadenza annuale come gli sportivi in cui le scadenze sono strette e i tempi a disposizione minori per risolvere queste problematiche. In NHL 22 ci ritroviamo espressioni facciali talvolta ridicole per non dire addirittura comiche, qualche bug legato alla realtà aumentata che gestisce le varie grafiche, una resa del ghiaccio non proprio sorprendente e altri piccoli malfunzionamenti.
Nulla di grave e che non pregiudica un colpo d’occhio comunque notevole, falcidiato però, come dicevo, dall’assenza di quella sensazione di nuovo che un motore grafico aggiornato dovrebbe dare. E trattandosi di uno dei punti focali della campagna marketing che ha accompagnato il lancio del gioco finisce inevitabilmente per lasciare l’amaro in bocca.
NHL 22 – Recensione: il “peso” eccessivo di Superstar X-Factor
Superstar X-Factor è invece l’altro grande pilastro su cui EA Sports ha puntato per la promozione di NHL 22. Si tratta di una meccanica ripresa direttamente dalla serie Madden NFL e riguarda abilità specifiche che vengono associate durante le partite ai migliori giocatori del campionato. Queste sono a loro volta suddivise ai giocatori X-Factor e Superstar, con caratteristiche differenti.
Le abilità dei giocatori X-Factor sono più definite, complete e possono riguardare ogni aspetto dell’atleta; i giocatori Superstar, invece, vantano dei potenziamenti meno decisivi, focalizzati su specifici aspetti del gioco, come una migliore deviazione dei colpi o un’agilità più scattante nei cambi di direzione. Considera che un giocatore X-Factor può avere anche le abilità di un Superstar, per darti quindi un’idea della sua importanza all’interno della squadra.
Ora, volendo fare un discorso onesto, si tratta di una novità che i fan della serie NHL attendevano e sicuramente accoglieranno con piacere, visto quanto bene funziona in Madden NFL 22. Va detto tuttavia che qui l’implementazione è ancora da affinare e finisce paradossalmente per avere un peso eccessivo in tutta l’economia dell’offerta ludica di NHL 22 e…in maniera minore sul gameplay!
Sì, perché è proprio sul ghiaccio che la differenza si sente meno. Intendiamoci, l’attivazione di alcune abilità durante la partita potrebbe svoltarti il risultato, se va bene, ma in generale non si tratta di una introduzione decisiva come ci si sarebbe potuto aspettare e finisce per non dare a certi giocatori il peso specifico che dovrebbero avere. Siamo di fronte a un delicato discorso di equilibrio e probabilmente EA Sports lavorerà per affinare questo aspetto con delle patch per arrivare meglio in NHL 23: però va detto che Superstar X-Factor, lato gameplay, è una novità veramente timida.
Discorso diverso invece per quanto concerne la sua incidenza su tutte le modalità di gioco presenti che, purtroppo, non ricevono nessun altra novità in NHL 22 ed è proprio Superstar X-Factor a rappresentare l’unica vera variante rispetto lo scorso anno.
Prendiamo Be a Pro come caso in esempio: creiamo il nostro rookie con l’obiettivo di diventare una stella della NHL. Dal punto di vista del funzionamento della modalità non è cambiato assolutamente niente: dialoghi noiosi, progressione tra le varie stagioni che finisce presto per essere ridondante, eventi poco coinvolgenti e così via. L’unico game changer è rappresentato proprio dall’ottenimento delle abilità Superstar e X-Factor, collegato al completamento di determinati traguardi.
Discorso simile per la modalità Franchise, in cui tutto il sistema di gioco è praticamente immutato, con pregi e difetti delle scorse edizioni e l’aggiunta, appunto, di X-Factor per puntare a giocatori che possono portare evidenti vantaggi alla tua squadra. E dove funziona meglio è invece in World of CHEL, in cui l’incidenza di tutte le abilità ha effetti notevoli sulla costruzione del proprio alter-ego online, fornendo in tal senso le maggiori soddisfazioni.
Il problema è che alla fine della fiera c’è un po’ di evidente confusione, come se NHL 22 fosse il terreno di prova di un passaggio generazionale ancora non completato del tutto: sia dal punto di vista meramente tecnico, visto il discorso affrontato sul lato grafico, sia per quanto riguarda le nuove idee, con uno scarico di responsabilità eccessivo dato all’introduzione di Superstar X-Factor, che ha evidentemente messo da parte lo studio di novità per tutte le modalità di gioco, uguali di fatto a NHL 21.
Ed è un peccato, perché lato gameplay il gioco si padroneggia che è un piacere. Oltre ad offrire diversi gradi di accessibilità per adattare il tutto alle capacità del singolo utente, il ritmo più ragionato rispetto l’edizione dello scorso anno favorisce la sensazione di vivere partite dalla filosofia più realistica, con meccaniche che mischiano in modo intelligente arcade e simulazione.
I due sistemi di controllo disponibili permettono in questo senso anche una certa personalizzazione, sebbene permangano alcuni difetti nella gestione delle collisioni e, in generale, nel comportamento dell’IA. Insomma, se il gameplay è difficilmente criticabile in modo eccessivo, va detto che neanche qui non si percepiscono differenze clamorose rispetto NHL 21. Se non altro, gli appassionati della serie si sentiranno subito a casa.
NHL 22 è disponibile per PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One e Xbox Series X/S.