Nightingale è un titolo che negli ultimi mesi ha fatto abbastanza discutere di sé, specie prima del lancio. Questo mix tra un classico survival sandbox e qualche trovata originale è ancora in fase di accesso anticipato, e dopo qualche tempo dalla sua uscita ci chiediamo: come sta andando? I feedback ricevuti dal titolo sono ad oggi nella media, e gli early supporter sono al momento abbastanza divisi: c’è chi lo sto amando e chi meno.
Il viaggio tra i mondi è il core che rende unico Nightingale. Nella lore di gioco, ciò avviene tramite l’uso di portali, anche se nell’incipit scopriamo di essere bloccati in una sorta di limbo a causa di un problema degli stessi. L’espediente narrativo dei portali ci accompagna poi subito nel gameplay di un survival che fa dell’esplorazione la sua anima, unendo le meccaniche di quei sandbox della stagione post-minecraft ad alcune trovate reperite dalla libreria dei roguelite.
Intro e tutorial: primi passi in Nightingale
Ad accoglierci abbiamo subito il tutorial di gioco, in cui la creatura Puk (vera e propria “mascotte” del gioco) ci assegna i primi compiti da portare a termine. A onor del vero, nulla di particolarmente entusiasmante, ma nemmeno disdicevole. Il sistema di building è abbastanza solido, il crafting pur non essendo immediatamente intuitivo è accessibile e la traduzione in italiano ci aiuta a navigare i menù. Nonostante tutto una certa confusione nella gestione delle risorse è facile avvertirla, specie nelle interazioni con altri oggetti come la pentola da cucina. Insomma, impianto buono ma che non brilla.
Nulla di nuovo sotto al sole lato crafting e survival dunque. Nightingale non innova particolarmente nulla, e ripropone meccaniche che, per quanto ben confezionate, sanno tanto di già vissuto e risultano pertanto quasi delle lungaggini. Oggetti di vario tipo ma dall’uso affine, risorse da raccogliere, materie prime da procacciare.
Se è qui che cerchi novità, Nightingale non avrà granché da dirti.
Il sistema di crafting è complesso, forse anche eccessivamente, sebbene personalmente abbia apprezzato questa componente del gioco per una mia particolare inclinazione alle cose macchinose. Le stazione di crafting sono tante, complesse ed elaborate: ciascuna con i suoi strumenti dedicati, i suoi potenziamenti e i suoi requisiti di costruzione e piazzamento. Qui si va a gusti, come detto ho apprezzato questo sistema e il processo di min/max di risorse che c’è dietro, ma comprendo chi potrebbe trovarlo eccessivamente articolato quasi intenzionalmente e senza un vero motivo.
Un nuovo (vecchio) survival
Quanto all’esplorazione, le cose cominciano a farsi un po’ più interessanti. Nei vari reami sono presenti alcuni puzzle game che propongono un po’ di sfida e richiedono qualche ragionamento per essere risolti. Nulla che faccia da game changer, ma rendono l’esplorazione più piacevole. Il combat system segue l’andazzo del resto: un comparto che fa il suo senza eccellere in nulla.
L’ia dei nemici risulta a volte bizzarra e si incastra in qualche routine facile da aggirare, mentre lato nostro le possibilità sono abbastanza variegate tra magie, incantamenti e armi di diverso tipo, sia bianche che da fuoco.
Se pensi però di poter partire all’avventura senza pianificare, ecco che dovrai fare i conti nuovamente con la “macchinosità” di Nightingale. Il titolo è infatti abbastanza punitivo nei confronti di chi non organizza bene la base e gestisce i suoi averi, e il divertimento sta comunque un po’ in questa curva di progressione.
Meccaniche innovative: carte e portali
La trovata originale che contraddistingue Nightingale è l’attivazione dei portali per viaggiare tra i “reami”, ovvero i diversi mondi di gioco. Combinando 2 carte, una che imposterà il “bioma” e l’altra “l’avversità” che incontreremo, avremo modo di modificare il mondo che vogliamo visitare. Qualcosa di simile a quanto accadeva in Kingdom Hearts: Chain of Memories, ma un po’ più articolato e procedurale.
Ogni carta ha una difficoltà, scritta direttamente sulla carta, che determinerà il livello di sfida che andremo ad affrontare. Le carte possono poi fornirci diversi vantaggi (legati ai materiali, agli effetti dei consumabili o alle abilità del nostro personaggio) ma anche alcuni svantaggi (nemici potenziati, debuff, malus di vario genere).
Anche dopo mesi dal suo rilascio, lo stato della versione early access del gioco rimane in linea con quello tipico delle beta in generale: bug ed errori di vario genere sono purtroppo presenti, e ne abbiamo riscontrati alcuni durante i nostri test, ma nulla che ci impedisse di giocare o che abbia compromesso la nostra partita. I problemi legati ai server che alcuni player inizialmente lamentavano sembrano ormai risolti, e non abbiamo personalmente riscontrato difficoltà del genere, anche se qualche recensione su Steam pare di parere diverso.
La questione multiplayer e conclusioni
Una delle polemiche principali legate a Nightingale è il fatto che richieda costantemente una connessione online attiva. A nostro avviso, Nightingale richiede di essere giocato in compagnia per godere appieno del suo potenziale, ma capiamo chi avrebbe preferito un’esperienza fruibile anche offline. Questo sistema “always on” consente infatti di condividere con amici base e reami quasi come se fossimo all’interno di un server dedicato, e ciò rende l’esperienza di gioco infinitamente più interessante.
Affrontare dungeon e creature più ostiche in compagnia è un esperienza ben più appagante e divetente che farlo da soli. Sotto questo profilo inoltre il gioco è abbastanza solido: non abbiamo riscontrato problematiche nella gestione delle quest (al di la della macchionsità già segnalata a più riprese).