Alla fine di marzo 2022 il catalogo Steam si è arricchito con Nightmare Reaper, un indie prodotto da Blazing Bit Games, che si ritrova così a pubblicare il proprio secondo e più ambizioso titolo.
Abbiamo provato il titolo e siamo rimasti abbastanza colpiti da alcuni elementi fondamentali; siamo quindi pronti per parlartene.
Un profondo tributo agli anni ’90
Nightmare Reaper si caratterizza per una grafica marcatamente retrò, ispirata ai pixel squadrati di Minecraft: i giocatori si muovono infatti in scenari in 16 bit molto cupi, tra grotte e cripte, edifici abbandonati, grandi saloni bui.
In questo senso, il nuovo titolo di Blazing Bit Games è un grandissimo omaggio all’inizio degli anni ’90, a quegli anni d’oro in cui i cabinati affollavano le sale arcade.
Un “mezzo-roguelike” Minecraft FPS con soundtrack metal
Nightmare Reaper è un titolo “mappazzone”, che mischia tante dinamiche e nature diverse: se la grafica ricorda direttamente quella di Minecraft, le modalità di gameplay richiamano quelle di un FPS.
I giocatori, infatti, controllano in prima persona un personaggio femminile anonimo, capace di utilizzare le più svariate armi per sterminare le creature non-morte nella maniera più splatter e spettacolare possibile.
Inoltre, ogni volta che la barra della vita si esaurisce i giocatori rientrano nella mappa da un diverso spawn, perdendo tutte le armi collezionate tranne una. Da questo punto di vista, Nightmare Reaper ha un’ambizione roguelike, che però non viene completamente appagata.
Le mappe dungeon, infatti, rimangono quelle già predefinite, senza una generazione casuale dei livelli; inoltre, non è presente la modalità morte permanente, e anche il game over è sicuramente meno punitivo rispetto ai classici del genere.
Il tutto è condito da una spettacolare soundtrack in stile hardcore metal, che accompagna tutte le sequenze di combattimento. Per quanto sembri improbabile, questa folle aggiunta rende il titolo ancora più accattivante, e il “mappazzone” funziona benissimo.
Un gameplay semplice ma dettagliato
Data anche la limitazione della grafica, il gameplay di Nightmare Reaper è sicuramente abbastanza semplificato: la protagonista si limita a saltare, sferrare calci, sparare e ricaricare le armi pixellate.
Tuttavia, nonostante le poche azioni possibili, la cura posta in esse rende comunque il titolo assolutamente godibile. In generale, le dinamiche di movimento della protagonista restituiscono corpo e profondità anche a un mondo completamente pixellato.
Alla fine del salto, ad esempio, il personaggio atterra facendoci percepire la fisicità della caduta: la visuale si abbassa leggermente e sembra davvero che le ginocchia della protagonista si siano piegate per via del salto.
Per quanto semplice, insomma, la fisica di movimento è realizzata con particolare attenzione; stesso discorso vale per il sound design delle armi e delle interazioni con i meccanismi (leve e pulsanti) che consentono di aprire le porte dei dungeon.
Menzione d’onore spetta agli omaggi retrò di cui trabocca il gioco: in particolare, vale la pena sottolineare la resa dell’albero delle abilità, quello skill tree che ormai ritroviamo in quasi tutti i videogiochi action-adventure.
L’albero delle abilità di Nightmare Reaper, infatti, è una world map di un classico gioco anni ’90, simile a quella di un Super Mario Bros per intenderci. A ogni abilità corrisponde un mondo, e per ottenere quell’abilità il giocatore deve completare un breve livello platforming (con tanto di monete e nemici a cui saltare in testa).
Questa è solo una delle piccole chicche che troviamo qua e là in Nightmare Reaper, un titolo non particolarmente ambizioso e che tuttavia riesce a creare alcuni ottimi spunti per rendere l’esperienza piacevole nel suo complesso.
Nightmare Reaper di nome e di fatto
Nightmare Reaper è un titolo molto splatter e violento, in cui la protagonista riversa fiumi di proiettili, colpi di spada e palle di fuoco contro nemici sovrannaturali, che esplodono in mille spezzi spargendo sangue e viscere.
In questa atmosfera degna di un erede spirituale di Doom i giocatori troveranno un’esperienza sicuramente divertente e variegata, per quanto limitante a livello di spazi.
Contorno variegato VS atmosfere ripetitive
Il titolo di Blazing Bit Games si caratterizza per una ricchissima varietà di armi utilizzabili in gioco: passando dalle classiche armi da fuoco (fucili a pompa, cecchini, pistole) a quelle medievali (mazze chiodate, spade), Nightmare Reaper introduce anche oggetti assolutamente improbabili.
I giocatori potranno infatti imbracciare motoseghe elettriche da piantare sul viso dei nemici, libri di magia che sparano fuoco, ghiaccio o fulmini, pistole sparachiodi che lanciano a ripetizione viti e bulloni. La creatività ci permette insomma di crivellare i nemici nel modo che preferiamo.
La grande varietà di armi potenzia quindi la componente immersiva, facendo a tratti dimenticare al giocatore le limitazioni grafiche. Alternare un lanciagranate a un fucile al plasma che sembra uscito da Metroid mentre una chitarra elettrica in sottofondo spinge sempre di più: il divertimento è assicurato.
Se le armi sono estremamente diversificate, lo stesso non si può dire per i nemici e le atmosfere: i primi si limitano massimo a una decina di tipologie, mentre le seconde sembrano a tratti riciclate, anche in quelle aree segrete che dovrebbero essere estremamente appaganti da trovare.
Si ha infatti l’impressione che Nightmare Reaper abbia offerto un level design abbastanza standardizzato: i dungeon sono quasi tutti caratterizzati da pareti, pavimenti e trappole che ritornano periodicamente, anche a livello cromatico.
Sogno e terrore si intrecciano
Una delle caratteristiche vincenti di Nightmare Reaper è riuscire a rendere questo “mappazzone” di generi ed elementi un universo splatter e horror abbastanza verosimile.
In tutto questo, l’interattività gioca un ruolo chiave: l’omaggio al periodo fine anni ’80/inizio anni ’90 riesce infatti a dare ancora più carattere al titolo, immergendo il giocatore in un mondo finzionale che, tutto sommato, riesce a funzionare.
World-building accattivante ma ripetitivo
La protagonista di Nightmare Reaper è un’anonima donna rinchiusa in un manicomio; le sue avventure nei macabri dungeon non sono altro che dei sogni fatti mentre si concede un riposo sul letto della propria stanza (che in realtà è più una cella, con tanto di sbarre alla finestra).
Dopo il game over, infatti, la protagonista si risveglia improvvisamente nel manicomio, come se nulla fosse successo. Per ricominciare il livello basta interagire col letto per sdraiarsi ed essere nuovamente catapultati nelle cripte brulicanti di non-morti.
Il gioco si divide quindi tra il manicomio e i veri e propri livelli: in entrambi i casi, l’atmosfera riesce a tratti ad essere profondamente thriller e a provocare un forte senso di inquietudine nel giocatore.
Nel manicomio, per esempio, all’improvviso risuonano pianti disperati e grida di sconosciuti (probabilmente altri pazienti sottoposti a test e torture); all’interno dei dungeon, i nemici balzano alle spalle della protagonista facendoci spesso sobbalzare sulla sedia.
La componente splatter/horror riesce ad essere interattiva anche grazie alla resa delle barra della vita: oltre al valore di HP rimasti (in centesimi), nella parte sinistra dello schermo troviamo il viso della protagonista, che più colpi subisce più è cosparso di sangue e lividi.
Tuttavia, nel complesso il titolo risente troppo della ripetitività dei suoi livelli e delle dinamiche di gioco: per quanto cioè il world-building riesce ad essere efficace, di fatto viene limitato dalla povertà di interazioni e ambienti che circondano il gioco.
Intuitivo a scoppio ritardato
Nightmare Reaper riesce insomma a superare le limitazioni della propria grafica alla Minecraft arricchendo l’armamentario, ottimizzando il movimento della protagonista, sfruttando gli elementi a disposizione per creare un’atmosfera thriller.
Nonostante ciò, si ha l’impressione di muoversi in un mondo abbastanza “limitato”, e di conseguenza limitante: ho spesso provato il desiderio di uscire dal pattern dei livelli, che alla fine si assomigliano molto, per sperimentare qualcosa di nuovo.
In questo senso, all’inizio il gioco non è sicuramente intuitivo: non si capisce bene come funzionano i livelli, se effettivamente il titolo è un roguelike a tutti gli effetti, come si visualizza la mappa di gioco etc.
Procedendo nel corso dell’avventura, le dinamiche diventano però sicuramente più chiare e si riesce a completare i livelli esplorando ogni singolo spazio del dungeon, raccogliendo collezionabili e denaro da spendere per potenziarsi nel mitico albero delle abilità.
In conclusione, si potrebbe dire che Blazing Bit Games è stato ambizioso, ma non abbastanza; tuttavia, se si riconosce tutto ciò senza avere particolari pretese, si riuscirà comunque a godersi un bel titolo, ottimo per passare il tempo.
Se vuoi sfogarti e divertirti con un gioco assolutamente folle, allora Nightmare Reaper potrebbe fare al caso tuo. Crivella di colpi non-morti senza troppi pensieri.