Sviluppato da Limited Run Games e originariamente da Hudson Soft e pubblicato da Konami, Ninja Five-O è un action platform in 2D old school originariamente pubblicato nel 2003. Quella che abbiamo tra le mani è un porting fedele delle versioni uscite su Game Boy Advance e noi siamo tornati a vestire i panni del ninja poliziotto su PlayStation 5. Pronto a scoprire la nostra recensione e a tornare indietro nel tempo?
Ninja Five-O e un poliziotto che diventa ninja
Prima di affrontare la narrazione del titolo, è bene parlare del prodotto in sé e della sua versione attuale. Prima di tutto, come anticipato, Ninja Five-O è stato originariamente pubblicato su Game Boy Advance nel 2003. Il gioco, quindi, ha oltre vent’anni. Non solo, da noi il medesimo titolo è noto come Ninja Cop e la versione di Limited Run Games viene promossa come Ninja Go. A conti fatti però, rimane pur sempre Ninja Five-O.
Nello specifico tecnico, Ninja Five-O di Limited Run Games segue il filone di porting fedelissimi potenziati con il Carbon Engine come Tomba! Special Edition (di cui puoi recuperare la nostra recensione). Inoltre, accedendo al gioco, la schermata diventerà duplice permettendoci di selezionare sia Ninja Five-O che Ninja Cop. Come anticipato, si tratta del medesimo titolo con solo pochissime differenze (davvero minimali).
Devi infatti considerare, che i trofei combaciano a prescindere dalla versione con cui stai giocando condividendo, appunto, i medesimi livelli ma non gli stessi salvataggi. Detto ciò, in quanto porting, il titolo non è quindi un remake o una remastered ma una riproposizione fedelissima del titolo originale trasportato, in questo caso per la prima volta, sul grande schermo con tutti i limiti tecnici legati soprattutto all’età.
Per quanto riguarda la trama, Ninja Five-O è sempre stato un titolo che puntava esclusivamente sull’aspetto ludico e le cose non sono cambiate. Noi vestiamo i panni del detective Joe Osugi i cui metodi si discostano non poco da quelli dei suoi colleghi in quanto è anche un formidabile ninja. Ed è proprio in queste vesti che decide di scendere per le strade e affrontare direttamente i problemi di una città sempre più sull’orlo del baratro.
Una situazione aggravata non tanto dalla tipologia di crimini ma dai capi banda che, dotati di particolari maschere, sembrano aver ottenuto poteri sovrumani moltiplicando quindi i disagi ai poveri cittadini innocenti. Il nostro scopo è quindi quello di salvare ostaggi, sventare rapine, incidenti aerei e quant’altro e, soprattutto, eliminare i possessori di queste stravaganti maschere. Inutile dire che la trama è una semplice scusa per il vero fulcro del titolo: il gameplay.
Un action platform vecchissima scuola
Ninja Five-O è un action platform in 2D diviso in aree ben specifiche. Ogni livello, infatti, è diviso in tre sezioni a cui segue una quarta composta dal boss di fine area. Le sezioni di gioco sono abbastanza classiche, soprattutto se paragonate agli standard odierni e presto cedono anche a una ripetitività di fondo non indifferente.
A conti fatti saremo chiamati a eliminare nemici, recuperare delle chiavi colorate e aprire in ordine prestabilito una serie di porte fino a quella rossa che conduce alla fine della sezione. In mezzo, c’è anche una sorta di sub quest dove dovremo salvare un determinato numero di ostaggi. Questi, salvo per un’area, sono sempre tenuti sotto tiro e sfruttati come scudo. Sta quindi al nostro tempismo cercare di colpire il nemico evitando di far fuori accidentalmente il povero ostaggio.
In quanto titolo che ammicca al mondo arcade, i punteggi di fine quadro sono oro prezioso (oltre che unica motivazione per rigiocare il titolo) e salvare tutti gli ostaggi regala un bonus in punti non indifferente. Per riuscire al meglio nella nostra impresa, dovremo però padroneggiare il semplice sistema di combattimento. Il nostro ninja ha un attacco a distanza (si inizia con gli shuriken per poi passare a sfere di fuoco e raggio laser man mano che accumuliamo upgrade sotto forma di fulmine) e un attacco ravvicinato con arma bianca.
A queste, si aggiunge la possibilità di un mini sprint da accovacciati, un salto e il formidabile rampino. Questi funziona benissimo e permette di aggrapparci a quasi ogni superficie, garantendoci una certa libertà d’azione. Purtroppo, non tutto funziona come dovrebbe, basti pensare allo scomodo “salto su parete” che richiede non poca pratica. A questo si aggiunge un livello di difficoltà abbastanza notevole e che subisce una bella impennata nelle fasi finali anche a modalità normale.
A mitigare tutto ciò, annullando però di fatto il concept base e la sfida stessa di Ninja Five-O, subentrano le aggiunte “user friendly” di Limited Run Games: la possibilità di salvare quando vogliamo e il “rewind”. Quest’ultimo è un vero e proprio “ritorno indietro nel tempo” e ci permette di salvarci da errori altrimenti fatali. Questo semplifica notevolmente l’esperienza (in alcuni casi anche troppo), un’esperienza che, già al tempo, spiccava sì per un buon gameplay ma faticando non poco a restare memorabile.
Nota finale e positiva per le boss fight. Queste sono strampalate e originali e, seppur ancorate a sistemi abbastanza classici e oggi forse abbastanza stantii, riescono a galvanizzare in caso di buona riuscita risaltando come alcuni degli elementi migliori del titolo.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Ninja Five-O non spicca molto. Purtroppo, a differenza di Tomba!, il prodotto Konami parte già da una base grafica discretamente anonima e grezza e la decisione di un porting fedele non aiuta. Sì, alcuni sfondi sono realizzati bene e i boss risaltano abbastanza, ma il tutto risulta abbastanza anonimo e scarno. Senza contare che il titolo è completabile in una manciata d’ore e, salvo i patiti dei punteggi, difficilmente ci tornerai.
La scarsa longevità e un mancato upgrade grafico, vanno a pesare anche sul prezzo del prodotto, venduto a 24,99 euro. Un valore estremamente alto considerando la mole di contenuti e l’inevitabile età del titolo. Un prodotto che si chiude quindi in una sua nicchia parlando esclusivamente ai fan nostalgici o ai patiti del genere (che troveranno comunque una sfida coi fiocchi in un titolo altrimenti particolarmente raro da recuperare).
Per quanto riguarda il sonoro, invece, il gioco si difende molto bene con tracce gradevoli e coinvolgenti oltre che fortemente nostalgiche. Peccato che in diverse occasioni il suono si rompe di colpo facendo calare il tutto nel silenzio (nulla che una patch non possa risolvere). Infine, il titolo viene presentato coi sottotitoli in italiano ma è vero solo in parte. L’interfaccia aggiunta da Limited Run Games è sì in italiano ma il gioco in sé è orfano della nostra lingua (ma è una mancanza che non si sente).