Uno dei discorsi più ricorrenti al giorno d’oggi per quanto riguarda il mercato videoludico è quello che vede Nintendo contrapposta a competitor come Sony e Microsoft. Oggettivamente (e inesorabilmente), la casa della grande N esce costantemente con le ossa rotte da ogni tipo di confronto puramente basato sulla forza bruta, con hardware che fin dal lancio risultano inferiori rispetto alle versioni di PlayStation e Xbox con cui le console di casa Nintendo formano il terzetto di ogni generazione (escludendo ovviamente dal discorso PC e console come l’imminente Steam Deck o servizi come Google Stadia che corrono parallelamente al percorso tracciato dalle tre big in questione).
Eppure Nintendo, dopo decenni, riesce ancora a essere un vero e proprio faro per il mercato videoludico dal momento che, come spesso si sente o legge, “gioca una partita a parte” e la Nintendo difference data non solo da esclusive intramontabili, ma anche dallo stupore che i progetti della grande N riescono costantemente a suscitare. È evidente che in passato alcune idee di casa Nintendo, un esempio su tutti i WiiMote di Wii, abbiano “ispirato” dei competitor a realizzare periferiche letteralmente identiche, ma meno funzionali, a dimostrazione che le idee originali battono i “muscoli” degli hardware.
Letteralmente cinque anni fa, nella serata italiana del 10 ottobre 2016, un trailer faceva luce sul misterioso Nintendo NX, nome di lavorazione di ciò che tutti oggi conosciamo come Nintendo Switch. Dopo il clamoroso flop di Wii U, un pizzico di sfiducia da parte dell’utenza era più che legittimo, eppure la particolare console ibrida proposta dalla casa della grande N ha saputo fin da subito conquistare l’attenzione di migliaia di giocatori in tutto il mondo (complice il reveal contestuale di The Legend of Zelda: Breath of the Wild).
Ormai conosciamo bene Nintendo Switch, e sappiamo che si tratta di una console validissima, ma con delle criticità ben evidenziate dagli utenti di tutto il mondo che il colosso nipponico sembra ancora oggi ignorare in parte. La compagnia della grande N ci ha abituati fin dal lancio del Nintendo DS a nuove revisioni hardware che andassero in parte a rivoluzionare la console stessa, pertanto non è stato strano ritrovarsi ad assistere senza alcun preavviso al trailer di Nintendo Switch OLED, arrivato strategicamente in un periodo in cui imperversavano rumor e leak su una fantomatica Nintendo Switch PRO.
Finalmente, lo scorso 8 ottobre, Nintendo Switch OLED è arrivata sugli scaffali e nelle case dei videogiocatori e quindi il momento della verità è giunto. Le novità di questa nuova versione giustificano l’acquisto? Cosa cambia realmente rispetto al modello base? Ho passato già qualche giorno in compagnia di OLED quindi proviamo ad analizzare le differenze e i punti di forza di questo piccolo gioiello di casa Nintendo che senza alcun dubbio rende onore sia al modello precedente che alla compagnia che rappresenta.
https://www.youtube.com/watch?v=f5uik5fgIaI&t=123s
Hardware: piccoli grandi cambiamenti!
Il cambiamento più evidente e significativo, ciò che dà anche nome a questa nuova revisione di Nintendo Switch è naturalmente il suo schermo OLED. Il vantaggio primario di questa tipologia di schermo sta nella resa dei colori più vivida, soprattutto nella resa del nero; a differenza del precedente schermo LCD, negli OLED i pixel possono accendersi in autonomia (e ovviamente anche spegnersi), questo significa che nel caso di ambientazioni scure, il nero verrà riprodotto lasciando il pixel spento e non utilizzando una colorazione scura, ciò significa che il nero restituito sarà assoluto.
Non è un caso se il lancio di Nintendo Switch OLED e quello di Metroid Dread coincidono, il titolo targato MercurySteam infatti propone diverse ambientazioni ammantate nell’oscurità; tuttavia penso che si stia iniziando a diffondere indirettamente l’errata convinzione che il nuovo capitolo delle avventure di Samus Aran sia l’unico a beneficiare delle migliorie di OLED, il che è errato! Anche titoli ben più colorati come Super Mario Odyssey beneficiano dell’upgrade estetico nella resa dei colori, significativo anche nelle tonalità più brillanti e non solo in quelle più oscure.
Ed è proprio la brillantezza ciò che arricchisce la performance di OLED, infatti i colori vengono resi in maniera più brillante e con una saturazione maggiore. A tal proposito si entra anche nel campo dei gusti personali, dopo poche ore di utilizzo alcuni hanno trovato eccessivamente luminosa la resa dei colori proposta, Nintendo a pensato davvero a tutto (per una volta!) e da Impostazioni di Sistema > Sistema > Brillantezza della console è possibile cambiare l’impostazione base Intensa in Normale (personalmente sto preferendo la prima, ma in molti potrebbero desiderare colori più tenui).
A migliorare ulteriormente la resa grafica su OLED c’è un aumento delle dimensioni dello schermo, che passa dai 6,2 pollici del precedente LCD a 7 pollici, se può sembrare una miglioria minima, a renderla nettamente più percepibile c’è il fatto che le dimensioni del corpo principale di Switch (il suo tablet in sostanza) non cambiano, questo fa sì che il rapporto tra schermo e bordi vada a tutto vantaggio del primo, con bordi minori l’effetto ottico di un’immagine più grande è servito e tra l’altro il rischio che le stesse risultino zoomate e sgranate rispetto alle loro performance su modello base (problematica effettiva delle versioni XL di Nintendo 3DS e 2DS) è totalmente scongiurato.
A cambiare dal punto di vista dell’hardware però non è solo lo schermo con le conseguenti migliorie nella resa grafica, ma anche altri componenti di cui uno richiestissimo fin dal lancio del modello base: lo stand posteriore. Ovviamente, dal trailer di presentazione del modello OLED è già intuibile quale enorme miglioria alla fruizione di Nintendo Switch in portatilità comporti uno stand che ricopre l’intera lunghezza del corpo principale.
Una cosa che tuttavia non può trasparire dalle immagini, ma solo dalla prova diretta, è la qualità di questo stand e delle sue cerniere. Anzitutto, viene cambiato e reso più stabile l’alloggiamento della Scheda SD, ora dotato di una molla interna per inserire ed estrarre la memoria interna in maniera più sicura e stabile, le cerniere inoltre presentano inaspettatamente due punti di snodo, particolare che ne rende l’estrazione più fluida e aumenta ulteriormente la stabilità durante l’utilizzo, a differenza della versione originale della console inoltre, ai lati dello stand sono posti due piccoli gommini che, ancora una volta, puntano a garantire la massima stabilità.
In questo nuovo stand posteriore però alcuni utenti potrebbero trovare uno dei pochissimi nei di Nintendo Switch OLED, infatti questo nuovo componente presenta un materiale differente rispetto alla plastica del resto del corpo principale e che restituisce un feedback tattile differente, leggermente più ruvido e metallico. Questo significa che nel giocare in portatilità il palmo della mano riceverà in contemporanea due sensazioni differenti, che potrebbero risultare fastidiose per alcuni utenti. In realtà lo stesso pattern tattile è riproposto anche nei tasti e negli stick analogici dei Joy-Con inclusi (uguali in tutto per il resto anche se Nintendo ha dichiarato di aver migliorato gli interni per evitare il drift) che risultano leggermente più ruvidi dei precedenti.
L’ultima differenza che influisce e migliora l’esperienza riguarda il comparto sonoro della console che presenta altoparlanti più potenti e di conseguenza un’esperienza audio migliore e nettamente più alto rispetto alle versioni precedenti. Tutte le migliorie apportate rendono palesi gli intenti di Nintendo (mai nascosti tra l’altro): rendere molto più godibile l’esperienza in portatilità e nient’altro.
La conferma di questi intenti sta anche nella nuova dock (acquistabile anche separatamente), il cui unico vero upgrade tecnico (dal punto di vista estetico presenta solo bordi più arrotondati e un cable management leggermente migliorato) è l’introduzione di una porta LAN che consentirà una connessione Internet più stabile, un’ottima notizia per chi gioca titoli competitivi online, ma indubbiamente non una rivoluzione. Sempre parlando di modifiche funzionali, ma non di impatto, va specificato che l’alloggiamento di Switch nella dock è ora più spazioso, questo consente di estrarre il tablet dalla dock senza farsi troppi pensieri su eventuali graffi arrecati allo schermo, ma dall’altra parte fa sì che Switch “balli” un po’ all’interno della dock stessa risultando così leggermente meno stabile (in modalità docked) rispetto al passato.
Il software? Un’occasione mancata!
La scelta di Nintendo rappresenta una medaglia con due facce. Nintendo Switch OLED dal punto di vista delle prestazioni è identica alle altre console della famiglia Nintendo Switch: se da un certo punto di vista questo scongiura passi falsi già fatti in passato con titoli in esclusiva per New Nintendo 3DS incompatibili con Nintendo 3DS (letteralmente un paio), dall’altro è innegabile che un piccolo boost alla performance non sarebbe stato assolutamente fuori luogo.
Stando alle dichiarazioni degli ultimi mesi, Nintendo Switch ha da poco superato la prima metà del suo ciclo vitale, questo vuol dire che la console del 2017 ci accompagnerà a occhio e croce fino al primo trimestre del 2024, con un hardware che, purtroppo, mostra già da un po’ alcune debolezze. Prendiamo come esempio Monster Hunter Rise, titolo del 2021 che dal punto di vista tecnico rappresenta un vero e proprio miracolo da parte di Capcom, ma non del tutto.
Il nuovo capitolo principale della serie hunting game più famosa di sempre infatti si presenta maestoso dal punto di vista tecnico, ma con piccoli compromessi che fanno indubbiamente storcere il naso: fa indubbiamente storcere il naso il vedere un mostro che stiamo cacciando in primo piano muoversi in maniera particolarmente fluida (mi viene in mente il Mitsuzune) e alle sue spalle altri mostri piccoli o fauna endemica scattare a 15 fps, creando così una sensazione innaturale che interrompe in maniera irrimediabile l’immersione nel mondo di gioco.
Il 2022 di Nintendo Switch sarà arricchito da titoli del calibro di Leggende Pokémon: Arceus e il seguito di The Legend of Zelda: Breath of the Wild, e non cito questi giochi a caso, dal momento che proprio i trailer di questi due hanno suscitato le maggiori perplessità a causa di un comparto tecnico non proprio brillante; certo, si tratti di titoli ancora in sviluppo, ma il loro biglietto da visita non è sicuramente il più invitante per quanto si possa già parlare di titoli che senza dubbio risulteranno parecchio soddisfacenti.
Insomma, non aggiornando le prestazioni dell’hardware Nintendo ha sicuramente perso l’occasione di offrire un’alternativa più performante per gli ultimi anni di vita di Switch: è un male? Sì, ma no. Senza dubbio sarebbe stata un’alternativa preferibile, ma mi viene anche da pensare all’impatto che questa soluzione avrebbe avuto sui costi di vendita, anche perché in realtà credo che Nintendo stia andando in una direzione differente che personalmente trovo logica per la sua filosofia produttiva.
Parlo ovviamente del cloud gaming, il primo titolo a poter essere giocato in questo modo (solo in Giappone però) è stato Resident Evil 7, seguito poi in tutto il mondo da Control, e a cui farà seguito anche l’appena annunciato (nella sua versione per Nintendo Switch ovviamente) Kingdom Hearts III. Si tratta in tutti e tre i casi di titoli troppo pesanti per poter essere gestiti dall’ibrida di casa Nintendo, penso che la casa della grande N possa star già pianificando un futuro in cui il compromesso migliore per poter proporre hardware portatili a prezzi accessibili contornati da esclusive di spessore anche dal punto di vista tecnico possa essere permesso proprio da questa nuova filosofia di gaming, che farà indubbiamente storcere il naso ai puristi del feticcio fisico, ma che prima o poi finirà inevitabilmente per costituire una realtà impossibile da ignorare nel mondo videoludico.
In definitiva: Nintendo Switch OLED, a chi è rivolta?
Affrontiamo in conclusione l’elefante nella stanza: Nintendo Switch OLED vale l’acquisto? Il discorso naturalmente è complesso e può articolarsi in vari casi più o meno specifici, ma ha alla sua base l’indiscutibile qualità tecnica della console e la sua ottima fattura; per quanto io abbia amato il modello base (amore che non viene naturalmente meno adesso), la prima sensazione che ho avuto prendendo in mano il modello OLED è stata quella del passare dall’impugnare un giocattolone plasticoso a una console “premium”.
Si possono quindi aprire vari scenari:
- Possiedi Nintendo Switch versione 2017? Beh, è il mio stesso caso e posso assicurarti che non ci ho pensato due volte e mi sono tuffato a capofitto nell’upgrade. Posso garantirti che ne vale la pena anche perché la differenza sensibile che noterai (oltre allo schermo) è quella della durata della batteria nettamente maggiore, equiparabile a quella della versione 2019;
- Possiedi Nintendo Switch versione 2019? In questo caso il discorso cambia e dipende letteralmente da che tipo di giocatore sei: nel caso in cui giocare in mobilità per te fosse l’unica cosa che chiedi a Nintendo Switch allora non penso che avvertirai il cambio come necessario, se invece sei più di un casual gamer (magari anche con una certa disponibilità o prepensione a non farsi problemi nelle spese inerenti a questa passione), OLED allora diventa una scelta molto sensata, anche perché utilizzando la tua Nintendo Switch come caparra riuscirai generalmente a recuperare oltre metà della spesa;
- Possiedi Nintendo Switch Lite? Paradossalmente la risposta si avvicina alla precedente: probabilmente avrai acquistato Lite per avere la massima resa al minimo costo, se ti interessa giocare in mobilità senza troppe pretese allora la console che hai già tra le mani risulterà più che soddisfacente (e non avrai bisogno di cambiare anche i vari accessori), se invece senti di voler fare un salto di qualità perché l’esperienza con Lite ti ha soddisfatto e vorresti provare al 100% l’offerta targata Switch, in quel caso OLED è il non plus ultra della scelta;
- Non possiedi Nintendo Switch? Se rientri in quest’ultimo caso ti direi che l’unica variabile che può modificare la tua scelta è il costo che sei disposto a sostenere, i vari mercatini online si stanno ovviamente riempiendo di Nintendo Switch 2017 o 2019 di chi ha fatto il passaggio a OLED, e con circa 200€ potrai portare a casa una console che nel migliore dei casi ha solo un anno e mezzo di vita sulle spalle. A mio avviso la scelta meno sensata data questa premessa è quella di comprare una Nintendo Switch nuova, nel caso di un nuovo hardware ti direi di puntare direttamente a Nintendo Switch OLED.
Allora, ti è sembrata utile la nostra analisi? Hai altre domande o dubbi a riguardo? Ci vediamo nei commenti per discuterne assieme! Se le caratteristiche di OLED ti hanno convinto ecco il link Amazon per l’acquisto, la console non è sempre disponibile, ma il colosso dell’ecommerce fortunatemente rende disponibili numerosi restock, per non perdertene nemmeno uno segui il nostro gruppo Telegram dedicato alle offerte! Continua a seguirci per rimanere sempre aggiornato su Nintendo Switch e su tutte le ultime novità dal mondo videoludico!