NIS Classics Volume 2 è il secondo capitolo su tre (per ora) delle collection remastered per Nintendo Switch dedicate ai migliori giochi del passato della Nippon Ichi Software. Dopo Phantom Brave e Soul Nomad & The World Eaters, proposti in NIS Classics Volume 1, stavolta è il turno di Makai Kingdom e ZHP: Unlosing Ranger vs. Darkdeath Evilman, entrambi nella loro versione definitiva.
Per chi non conoscesse la storia di questa (oggi) nota software house, dopo alcuni titoli minori ed un primo tentativo di continuità con la trilogia per PlayStation di Marl Kingdom, fu proprio la Nippon Ichi Software a cambiare per sempre il modo in cui venivano intesi i jrpg strategici all’epoca, rendendoli più moderni, divertenti e al passo con i tempi. Tutto in un’epoca in cui questo genere stava vivendo una certa crisi, ovvero quella della PlayStation 2.
Se però tutti abbiamo sentito parlare almeno una volta della saga di Disgaea e dei titoli più recenti della Nippon Ichi Software, in molti meno conoscono le perle che si celano nel suo passato. Io mi considero uno dei pochi eletti in quanto, più per caso che per altro, da poco più che adolescente mi ritrovai ad essere possessore, insieme ad alcuni amici, di titoli originali NIS come La Pucelle: Tactics, Phantom Brave e proprio Makai Kingdom (oltre al già citato Disgaea, ovvio). Se le mie sessioni di D&D sono ancora oggi popolate da Midboss, Homard, gattini pirata, Croix, Zetta e pinguini non morti demoniaci… non è un caso.
Non tutti sono stati però così fortunati come me e trovo più che giusto che simili gemme del passato siano riproposte al giorno d’oggi. La conversione però varrà l’acquisto? SI! ASSOLUTAMENTE SI! FINE RECENSIONE. LASCIATEMI TORNARE ALLA MIA SWITCH PER GIOC… Ah no, devo almeno un minimo articolare la mia risposta, giusto. Va bene, va bene, allora scopriamo insieme perché dovete ASSOLUTAMENTE acquistare NIS Classics Volume 2. Iniziamo.
Un’epica storia di bene e male
Come accennato in apertura NIS Classics Volume 2 contiene due giochi. Il primo, Makai Kingdom, è uscito nel 2005 per PlayStation 2 ed è considerato a tutti gli effetti come uno spin-off della saga di Disgaea (tematiche, ambientazioni e design sono simili) mentre il secondo, ZHP Unlosing Ranger VS Darkdeath Evilman, è uscito nel 2010 per PlayStation Portable ed è un bizzarro incrocio tra un jrpg strategico e le serie tv del genere tokusatsu.
In Makai Kingdom vestiremo i panni del più potente e crudele cattivo dell’universo, l’Overlord Zetta, che però, a causa delle sue azioni avventate, distrugge il suo stesso regno. Per salvarsi, Zetta intrappola la sua anima nel Sacro Tomo e, incapace ad intervenire personalmente sulla realtà, dovrà fare affidamento sui suoi seguaci, sulle sue capacità gestionali e sull’aiuto degli altri (ben poco) amichevoli Overlord per ricostruire da zero il suo Netherworld. La versione del gioco precedente è quella definitiva e contiene anche la Petta Mode, una seconda narrazione con protagonista Petta, la futura figlia di Zetta.
In ZHP Unlosing Ranger VS Darkdeath Evilman invece vestiremo i panni di uno sfortunato passante che, per puro caso, si troverà a diventare l’incredibile supereroe Absolute Victory Unlosing Ranger a pochi minuti dalla battaglia decisiva per la salvezza della Terra contro il malvagio Demon General Darkdeath Evilman che ha rapito il Super Baby, colui che è destinato a salvare il mondo. Ovviamente, mancando totalmente di inesperienza, sarai subito ucciso, solo per scoprire che esiste un mondo alternativo, la Bizarro Earth, dove la World Hero Society allena i supereroi per prepararli alle loro grandi battaglie. Riuscirà il nuovo Unlosing Ranger a diventare abbastanza bravo da salvare il mondo?
La scelta di questi due giochi per il 2° volume della serie NIS Classics è indubbiamente curiosa. Entrambi i titoli presentano tantissimi elementi comuni a molti altri titoli NIS, ma sono facilmente allineabili per il fatto che indagano due schieramenti diametralmente opposti. Da una parte giocheremo nei panni del male assoluto mentre dall’altra saremo un difensore senza paura del bene. Se però tutto questo ti potrebbe far pensare ad una narrazione seria e drammatica, cambia idea. I giochi NIS sono famosi per la loro narrazione sopra le righe e per i loro toni comici. Piuttosto preparati a ridacchiare… e manco poco!
Tattica, dungeon e casualità a palate
Passando ad analizzare il gameplay dei due giochi precedenti in NIS Classics Volume 2, è chiaro che non potrò scendere troppo nel dettaglio né di Makai Kingdom né di ZHP (a proposito, questa sigla sta per Zentai Hero Project). Cioé, a meno che non vogliate leggere un papiro di chissà quante migliaia di parole. No, cercherò di essere il più stringato possibile, concentrandomi soprattutto sugli elementi che accomunano e differenziano i due giochi e su come sia stata eseguita la transizione su Nintendo Switch.
Sia Makai Kingdom che ZHP sono due jrpg strategici in cui dovremo muovere uno o più personaggi su una serie di mappe per sconfiggere nemici, raccogliere oggetti e completare obiettivi. In entrambi sono presenti i tre punti cardine di ogni gioco NIS che si rispetti (almeno di quelli di questo genere):
- Farming – Poiché entrambi i giochi richiedono molte ore passate a “farmare” livelli su livelli, soprattutto se si vuole completare tutto al 100%.
- Elementi Casuali – Soprattutto in ZHP che è un vero e proprio roguelike, ma anche in Makai Kingdom alcuni livelli sono generati casualmente ed i dungeon più utili a fare esperienza sono tutti creati così.
- Finali Multipli – Esiste un primo finale di entrambi i giochi… e poi ne esistono tantissimi segreti, alcuni più evidenti, altri più nascosti. Sia Makai Kingdom che ZHP dovranno essere rigiocati parecchio se vuoi vedere tutto ciò che c’é da vedere.
Concentrandosi per un attimo su Makai Kingdom, se hai giocato la saga di Disgaea e hai provato Phantom Brave in NIS Classics Volume 1, ti sentirai abbastanza a casa qua. Il gameplay è infatti un bizzarro incrocio di questi due con particolare attenzione alla parte “gestionale.” Zetta deve infatti ricreare il suo Netherworld e per farlo avrà bisogno di strutture, di oggetti e personaggi che popolino le prime ed usino le seconde. Questo perché Zetta è un semplice libro e può solo evocare cose inanimate o trasformare cose inanimate in cose animate.
Di base Makai Kingdom alterna quindi due fasi di gioco: quella in cui creiamo, equipaggiamo, addestriamo ed evolviamo il nostro piccolo esercito personale e la nostra base e quella in cui prendiamo il tutto e lo portiamo ad esplorare qualche dungeon per fare esperienza e trovare nuovi oggetti, equipaggiamenti e chissà che altro. I dungeon disponibili sono di due tipi, quelli della storia e quelli per allenarsi creati proceduralmente dal gioco, ma potremo comunque ripetere entrambi nel nostro viaggio verso la rinascita del regno dell’Overlord Zetta.
Passando a ZHP, come detto anche questo è un jrpg strategico, ma è completamente diverso come impostazione rispetto a Makai Kingdom visto che è a tutti gli effetti un roguelike dove, nei panni del nostro Unlosing Ranger, dovremo affrontare un dungeon creato proceduralmente dietro l’altro per collezionare esperienza, capacità ed equipaggiamento. Quanto basta per raggiungere il livello di potere necessario a sconfiggere la nostra nemesi e salvare la Terra, anzi… entrambe le Terre. Ogni volta che falliremo e moriremo, perderemo quasi tutto quello che abbiamo raccolto, come tipico dei roguelike, e dovremo ripartire praticamente da zero.
Anche in ZHP il gameplay si alterna tra due fasi, ma il focus sarà tutto sulla gestione e la crescita del nostro eroe, oltre che ovviamente sulla preparazione in vista del successivo dungeon da affrontare. Proprio questo rappresenta la seconda fase del gioco. Qui si dovrà fare attenzione non solo alla vita dell’eroe, ma anche alla sua energia che si consuma ad ogni azione (movimento compreso) e che va ripristinata con alimenti e simili. Ci sono molte meccaniche interessanti per un jrpg strategico in ZHP (tipo il modo in cui funziona l’aggro dei nemici e la struttura dei turni), ma lascio a te il piacere di scoprire il tutto per non appesantire troppo il testo.
Insomma, Makai Kingdom e ZHP sono giochi abbastanza simili come impostazione e presentazione, ma non potrebbero essere poi più diversi a livello di gameplay. Se nel primo dovremo gestire un regno ed un esercito e anche in caso di sconfitta, perderemo ben poco, nel secondo dovremo concentrarci su un solo speciale eroe e la morte ci obbligherà praticamente a ripartire da zero. Un abbinamento interessante per la collection NIS Classics Volume 2, non c’é che dire. Prima di andare oltre, però, mi sembra giusto spendere qualche parola sulla conversione per Nintendo Switch.
Il feeling dei comandi per entrambi i giochi è ottimo, nonostante il passaggio dai classici joystick ai più piccini joycon. Non comprendo però perché non si sia cercata di mantenere una certa continuità di controlli tra i due titoli. Ok, questa non era assolutamente presente negli originali, ma quest’ultimi erano pensati per due console diverse, una sola delle quali era portatile. Si tratta di un piccolo dettaglio, sia chiaro, ma mi ha spaesato un po’, anche solo perché in Makai Kingdom ti muovi con l’analogico di sinistra mentre in ZHP usi i pulsanti del joycon di sinistra per fare la stessa cosa.
Se non vai sopra le righe, non sei a casa NIS
Passando al comparto artistico dei due giochi presenti in NIS Classics Volume 2, chi ha giocato a qualche titolo di questa software house lo sa bene: il loro tone of voice è quanto di più sopra le righe, assurdo e comico si possa trovare in giro, soprattutto in prodotti di questo tipo. Nonostante si parli di demoni, bene e male, destino del mondo e possibile distruzione totale dell’universo, i giochi NIS affrontano tutto con toni dissacranti e con un’atmosfera leggera come una foglia. E’ il loro marchio di fabbrica e Makai Kingdom e ZHP non fanno differenza.
Entrambi i giochi presentano una grafica coloratissima che segue un design anime portato all’estremo. L’aspetto dei personaggi è affascinante, dettagliato e curato… tanto quanto spesso usato come veicolo per una satira massiccia verso i prodotti di quel tipo. Nelle fasi di gameplay vere e proprie tanto Makai Kingdom quanto ZHP presentano dei buffi modelli 2D superdeformed che popolano ambienti realizzati con un 3D abbastanza rozzo ed un ampio uso di poligoni. Il risultato finale è tanto bizzarro quanto funzionale all’atmosfera ricercata ed è ormai diventato un simbolo per i giochi di questa software house.
Se c’é una parte del gioco che rimane un poco in ombra è forse il lato sonoro della direzione artistica, cosa che comunque è un peccato visto che ci troviamo davanti a due soundtrack davvero ottime che ben sposano l’atmosfera surreale ricercata dai due giochi, senza contare il completo e ottimo doppiaggio vocale presente in entrambi. Tuttavia sia Makai Kingdom che ZHP non riescono su questo fronte, a mio parere, a raggiungere la qualità di altri giochi della Nippon Ichi Software, mancando di tracce sonore o momenti che davvero rimangano impressi al videogiocatore.
Infine anche qui va fatto un discorso sulla conversione da originale a Nintendo Switch e questo è stato un elemento che un po’ mi ha fatto storcere il naso. Entrambi i giochi sono infatti tanto piacevoli da giocare in versione portatile, quanto sono pesanti, sgranati e di bassa qualità una volta riportati sul grande schermo. Fortunatamente non presentano il problema di avere testi troppo piccoli, come successo in altre produzioni per Nintendo Switch, ma all’opposto difficilmente consigliere di giocarli su uno schermo. E ok, sono due giochi vecchi, è normale che gli anni si sentano tutti, ma ho davvero avuto l’impressione che gli sviluppatori si siano concentrati più sul lato portatile che sull’intera sfera di possibilità della console.
Un’occasione imperdibile di rigiocare due titoli clamorosi
Concludendo la nostra recensione su NIS Classics Volume 2, mi resta in realtà davvero poco da dire. Makai Kingdom e ZHP sono due pietre miliari del genere dei jrpg e questa è un’occasione d’oro per rigiocarli in una versione definitiva e portatile. Ok, entrambi i giochi potevano essere trovati anche nella libreria della PlayStation Portable, ma vogliamo mettere la comodità della Nintendo Switch? Ovvio che non è tutto oro quello che luccica, io stesso ho messo bene in chiaro di essere un vecchio appassionato e questi titoli mi hanno fatto fare un viaggio nei ricordi.
Viene da sé quindi che non siano titoli per tutti, anche perché il genere dei jrpg strategici ha degli stilemi ben precisi che non sono adatti a tutti i palati, persino quando vengono spinti al limite come in questo caso. Se non ami una narrazione così surreale o odi i gameplay che ruotano intorno al farmare sempre e costantemente, non apprezzerai questi due giochi, c’é poco da fare. Anche perché sono giochi tutt’altro che semplici e nonostante entrambi abbiano un buon tutorial che spiega tutto per filo e per segno, difficilmente il loro approccio tratta con gentilezza il videogiocatore.
Tirando davvero le somme, trovi NIS Classics Volume 2 sullo shop Nintendo e personalmente è una spesa più che valida, ma devi tenere a mente tutte le premesse fatte fino ad ora. Se anche solo pensi per un istante che questi giochi non possano fare per te, non acquistare questa collection, anche perché non c’é una traduzione completa in italiano e l’unica lingua disponibile è l’inglese.
Per tutti gli altri, soprattutto per chi ama i giochi NIS e per chi ha giocato a questi titoli o simili in passato, questo è un acquisto da fare assolutamente. A occhi chiusi. Senza neanche pensarci. Credimi. Vai e compra. Personalmente sia Makai Kingdom e ZHP mi hanno catturato così profondamente che ho subito acquistato anche NIS Classics Volume 1 e ora attendo trepidante NIS Classics Volume 3. Anche perché questo conterrà il mio gioco preferito di sempre NIS, ovvero La Pucelle: Tactics!