Se ti piacciono i giochi strategici, i roguelike, i giochi di carte, gli anni ‘80 e la musica synth, allora questo gioco farà sicuramente per te. Il problema è che ci sono un po’ troppi ‘se’, in questa ipotesi.
Nitro kid è un gioco indie pubblicato da TinyBUILD, prodotto da Wildboy Studios, uscito su Steam ad ottobre di quest’anno. Bello fresco nel panorama videoludico, è un titolo che prende a piene mani da stili e titoli differenti senza però trovare quella scintilla in grado di renderlo quanto meno notevole. È sinceramente un peccato che non siano riusciti a trovare la giusta miscela per riuscire a ritagliarsi un posticino d’onore come altri giochi da loro pubblicati, come Graveyard Keeper o il particolare Potion Craft.
Ehi ragazzi, uno alla volta, ci sono pugni per tutti
La trama di Nitro Kid non brilla per originalità, ma questo non è un grande problema. Rimaniamo sui grandi classici degli anni ’80, con eroi al limite della legge e pronti a mettersi in gioco con le loro incredibili abilità per proteggere le vittime innocenti. In questo caso, ci troviamo a muovere i tre personaggi principali (L33, J4x e K31, per la gioia degli amanti del vecchio leet speak), membri dell’Organizzazione CINDER, contro la mega corporazione INFINITY, formata da spietati scienziati pronti a usare dei poveri bambini che hanno, come unica colpa, quella di essere entrati in contatto con un meteorite che ha distrutto la loro città natale, in Messico.
Dobbiamo quindi ad affrontare un grattacielo formato da svariati piani che, come nei più classici roguelike, che ben conosciamo, vanno a farsi sempre più complessi e pericolosi ad ogni gradino, ad ogni stanza. In Nitro Kid, normali combattimenti vengono inframmezzati da svariati shop in cui acquistare carte e potenziamenti, avvenimenti casuali con cui guadagnare qualche moneta o qualche punto vita extra – o qualche level up per le nostre carte – e in cui apprendiamo qualche informazione in più sul mondo di gioco e su quello che sta avvenendo all’interno della base di INFINITY.
“Ed è tutto qui?” ti starai chiedendo. Assolutamente no perché, oltre ai classici combattimenti contro i minion e gli scagnozzi standard, su Nitro Kid ci troveremo ad avere a che fare con diversi scontri con gli “Elite”, avversari decisamente più tosti e pericolosi, capaci di farci consumare rapidamente i nostri esigui punti vita, e naturalmente contro i Boss veri e propri – che no, davvero, sono duri come un sasso da masticare.
Che pazienza questi nemici
Il problema che ho riscontrato in Nitro Kid, infatti, è proprio in questa sua estrema difficoltà ed eccessiva severità già dai primi piani. L’ho trovato a tratti frustrante e fastidioso proprio per come è stato studiato il sistema di combattimento, ma lasciate che mi spieghi con più calma e in ordine.
Il primo punto da toccare analizzando Nitro Kid è il sistema di gioco scelto. I deck building o i card game non sono fatti per partire rapide e frenetiche. Sono stili di gioco abbastanza complessi e profondi capaci di portare un giocatore a passare molto tempo a studiare le migliori combinazioni e i mazzi più performanti con cui sfidare altri giocatori o la più classica IA del gioco.
Come tutti i roguelike, anche in Nitro Kid se muori devi per forza iniziare tutto da capo… mazzo compreso. E la partita dopo non è detto che ti capitino le stesse carte o, più banalmente, la meccanica che avevi imparato a sfruttare nel tentativo precedente. Ogni personaggio giocabile ha svariati stili di lotta e metodi per affrontare i nemici, da questo ne consegue che le tattiche utilizzabili sono molte e varie.
La seconda problematica che mi ha fatta sospirare con Nitro Kid è la velocità di ogni partita, di ogni singolo try: una velocità che, in realtà, non esiste. Uno dei punti di forza di molti altri roguelike (The Binding of Isaac, Hades, Dead Cells e Enter the Gungeon, per citarne solo alcuni dei più famosi) è che, nonostante la curva di apprendimento sia molto alta e ti obblighi a giocare più e più run anche solo per battere il primo boss, la velocità e la rapidità con cui ci si può approcciare ad ogni singola partita li rende perfetti anche per sessioni “mordi e fuggi” – hai quindici minuti di tempo prima di rimetterti a studiare? Perfetto, un try su Isaac e poi di nuovo sui libri.
Nitro Kid, invece, è per sua natura decisamente lento e macchinoso e ogni tentativo ti porta via magari anche 20 minuti prima di arrivare a cercare di battere un boss che, sul serio, per te non avrà la minima pietà. Non è facile fare una partita ‘’e via’’’ e, altra problematica fastidiosa che ho riscontrato, è che non hai nemmeno la sensazione di progredire nell’apprendere il gioco e le sue meccaniche. Fare una schivata perfetta su Hades o tirare la granata al punto giusto su Enter the Gungeon ti da una scarica di adrenalina deliziosa che ti fa capire che i tuoi riflessi sono migliorati, che hai imparato il pattern di un nemico o il suo moveset e ora sai come batterlo e affrontarlo con maggiore leggerezza.
Nitro Kid, invece, non ti da quell’impressione. Non è la tua sola abilità ad essere in gioco, ma anche la più triste e ovvia fortuna con le carte che peschi. Certo, devi anche sapere come e quando sfruttarle e come posizionarti sulla griglia di combattimento, ma la sensazione è molto diversa e molto meno soddisfacente.
Musica, pugni ma poca adrenalina
Come è stato accennato in precedenza, Nitro Kid si rifà ad uno stile grafico pixel art e con dei colori fluo e neon che richiamano molto, nell’immaginario collettivo, il buon vaporwave anni ‘80. Forse, però, lo richiama un po’ troppo. I modelli sono semplici e ben fatti, molto interessanti anche le animazioni degli Elite e dei Boss con i loro poteri e le loro armi fuori dal comune, ma la presenza costante di ondate e sfondi dai colori fluo può, alla lunga, essere stancante per gli occhi e non essere così piacevole come invece dovrebbe.
Per quanto sia apprezzabile la colonna sonora totalmente originale creata per il titolo, i pezzi tendono ad essere tutti un po’ uguali gli uni agli altri e, purtroppo, piuttosto ripetitivi se si affrontano troppi combattimenti uno di fila all’altro.
La precisione nei comandi in Nitro Kid, poi, lascia abbastanza a desiderare. Il puntatore non è così preciso come dovrebbe e a volte non si capisce che cosa si debba fare in combattimento – alcune carte devi cliccare e trascinare sul campo, altre volte devi cliccare sul nemico, altre ancora non si attivano senza una ragione precisa.
Nitro Kid: esame non passato, rimandato a settembre
Per concludere in breve, credo che Nitro Kid abbia pescato molte meccaniche ed idee da altri titoli ma senza riuscire a sfruttarle al pieno delle sue potenzialità. E’ un titolo che ad un appassionato potrebbe piacere, probabilmente, ma che non ho trovato adatto a casual gamer o ad amanti di roguelike più classici e veloci. Nonostante sia uscito da poco tempo ha già ricevuto un aggiornamento per il bilanciamento, però, e questo mi permette di non perdere completamente le speranze per il titolo. Magari, tra qualche mese e dopo qualche ritocco, sarà affrontabile anche da chi non l’ha apprezzato in precedenza.