No More Heroes e No More Heroes 2: Desperate Struggle sono i titoli che hanno portato alla popolarità l’ormai acclamato ed eccentrico game designer giapponese Goichi Suda, noto a tutti come Suda51. Normalmente associati con le piattaforme della grande N, per ultima proprio Nintendo Switch, dove sono usciti quest’anno come remastered, potrebbero ora aprire il proprio orizzonte anche ad altri sistemi. Nello specifico, la ESRB, organismo che si occupa del rating dei videogiochi in Nord America, ha inserito tra i suoi ranghi una ancora ignota versione per PC dei due titoli.
Naturalmente, si tratta solo di un rumor: queste edizioni per computer di No More Heroes e del suo sequel potrebbero sempre essere dovute a un errore di catalogazione da parte della compagnia statunitense, ma più probabilmente potrebbero significare che un annuncio sia dietro l’angolo. Nintendo manterrebbe così l’esclusiva su console della saga e contemporaneamente attirerebbe nuovi appassionati verso la sua ibrida, unica piattaforma in cui potremo goderci il capitolo in arrivo, No More Heroes 3.
No More Heroes e un assassino particolare
Come in altri titoli famosissimi, primo fra tutti Hitman, nella saga di Suda51 seguiamo le orme di un assassino prezzolato, Travis Touchdown, che si muove in una città al neon mentre porta a termine gli incarichi con l’obiettivo di scalare la classifica della sua azienda e diventare il killer più efficiente d’America. La sua arma è altrettanto iconica: la beam katana, che fa pensare alle spade laser della serie cinematografica di Star Wars, è ormai diventata un marchio di fabbrica e permette a Travis di esibirsi con il suo stile iperviolento.
Proprio sulla violenza e la fascinazione per essa tipica della cultura occidentale si focalizza No More Heroes, che parodizza i giochi in cui interpretiamo un assassino riempiendoli con un umorismo sopra le righe e una serie di scontri totalmente inutili, in cui l’Agente 47 non si lascerebbe mai coinvolgere ma nei quali Travis si tuffa senza pensarci. Ne esce un titolo particolare, capace di essere fruito spegnendo il cervello e abbandonandosi al flusso del gameplay, come ragionando su ciò che gli sviluppatori vogliono dirci sulla nostra società.