Sviluppato da Miguel H. Death e pubblicato in sinergia con Ratalaika Games, Nocturnal Visitors potrebbe apparire come l’ennesimo gioco di ruolo con visuale dall’alto prodotto con RPG Maker e invece è un’avventura in terza persona che in alcuni casi sfocia in momenti da visual novel e con tanto di scelte da effettuare. Parliamo di un titolo sviluppato da un’unica persona e che emerge per due principali ragioni: la scrittura e il palpabile impegno nel dare il meglio con poco. Noi abbiamo affrontato questa “broken story” nei panni di Jamie su PlayStation 4 e questa è la nostra recensione.
Nocturnal Visitors: nulla è come sembra
Parlare della narrazione di Nocturnal Visitors è complicato. Il motivo è semplice: è estremamente particolare. Parliamo di un’opera realizzata da un’unica persona e che si prende innumerevoli libertà, sforando dai binari e dal “prevedibile” tanto che l’esordio a schermo è fatto da un alter ego dell’autore stesso che ci avvisa che l’opera, la sua opera, è “rotta” e quindi di salvare spesso. Poco dopo ecco un effetto glitch a cui segue un monologo decisamente intrigante sull’abbandonare il proprio mondo e i propri personaggi, il tutto dal punto di vista di un autore e scrittore.
Questo perché Miguel H. Death è anche uno scrittore e la cosa emerge anche con un mini-spot, con tanto di trofeo sbloccabile, all’interno stesso del gioco dove, appunto, tra vari autori noti viene citato anche lui. Questa piccola divagazione serve a far comprendere quanto sia personale tale gioco ritrovandoci quindi dinanzi a un’esperienza a suo modo fortemente unica seppur tecnicamente limitata. Ricordiamo, infatti, che è realizzata con RPG Maker e, nonostante alcune furbizie estetiche che andremo ad approfondire nei successivi paragrafi, i limiti tecnici e ludici sono innegabili.
Ecco quindi che a emergere con una certa prepotenza è la narrazione, condita da un cast vario e da un impatto iniziale che spiazza e lascia interdetti. Passiamo da una lunga introduzione in stile visual novel con tanto di decisione testuale al primo vero momento nei panni del protagonista (uno dei cinque), tale Jamie. Ed è proprio il giovane sedicenne che si ritrova, suo malgrado, ad assistere a qualcosa che evidentemente non doveva vedere e che lo trascinerà in una parabola di eventi sempre più assurdo, cupi e inquietanti, concedendosi anche momenti ironici e diverse citazioni più o meno dirette.
La storia di Nocturnal Visitors è suddivisa in capitoli, dalla durata molto variabile e che in alcuni momenti spiazza per la loro brevità. Capitoli che vengono perfettamente indicati con tanto di caratteri giganteschi, applausi o versi di spettatori sorpresi o lunghi silenzi. Perché l’autore gioca moltissimo con poco. Che sia un font, una descrizione, una registrazione audio, ogni elemento viene preso e utilizzato in un modo non sempre prevedibile, in alcuni casi marcatamente incoerente e che riesce a dare a questo piccolo titolo una sua identità accompagnando una scrittura gradevole, in alcuni casi arzigogolata o volutamente imprecisa e misteriosa.
Insomma, un’esperienza assolutamente di nicchia e che è molto difficile da consigliare ma che regala un racconto gradevole che vede Jamie nel ruolo di “Visitor”, ossia colui che può viaggiare dal mondo reale a una sua versione alternativa (denominata Aliorbis) infarcita da elementi magici e dove la scienza cerca di evolversi e andare oltre se stessa, tanto da poter clonare le persone ed effettuare tante altre diavolerie fantascientifiche (qualcuno ha parlato di androidi senzienti?). Ed è in questo “mondo altro” che entreremo in contatto con un’organizzazione speciale chiamata SEEK.
Tale SEEK si occupa di investigare su particolari crimini che ci vedranno impegnati per gran parte dell’avventura. Ma ogni caso non fa che alimentare dubbi e confusioni, riempendo un intreccio di storie ed eventi a sua volta fortificato dal fatto che vestiremo i panni di diversi personaggi, viaggiando anche tra flashback e immergendoci nei ricordi altrui per ricomporre un puzzle non facilmente prevedibile ma sicuramente coerente e gradevole da scoprire.
Un’avventura senza alcuna pretesa ma con qualche problema
Nocturnal Visitors è un’avventura narrativa in terza persona con visuale dall’alto in stile Pokémon per Game Boy solo che non avremo combattimenti o altro. Anzi, le fasi realmente ludiche in Nocturnal Visitors sono molto poche e abbastanza accessorie. Si tratta di muoversi e interagire con cose e/o persone finché non si scova la persona o l’oggetto che sblocca il proseguimento della storia. Una storia prettamente lineare nonostante alcune (poche) scelte in stile visual novel.
C’è però una nota da fare: quando si è liberi di esplorare le piccolissime aree di gioco, potremo interagire quasi con tutto e anche più volte, sbloccando più linee di dialogo, in alcuni casi ottenendo dei trofei o delle scenette comiche discretamente divertenti e che confermano ancora una volta la cura dell’autore verso la propria creatura. Una cura che si intravede anche nelle diverse fasi da visual novel pura dove fiumi di testo scorreranno per svariati minuti accompagnati da immagini fisse o da piccoli video in loop.
In questi momenti dovremo semplicemente far scorrere il testo fino al prossimo capitolo. Sempre se il gioco non si rompe prima. Avevamo già parlato dell’intervento iniziale dell’autore che ci annuncia che il suo gioco è rotto ma, ironicamente, lo è per davvero e no, non per gli effetti glitch o per il complesso intreccio narrativo a cui fa riferimento l’autore. Il gioco è vittima di diversi e fastidiosi bug.
Il primo sono dei crash continui e fastidiosi che ci cacciano dal gioco costringendoci a ripercorrere interi capitoli (il salvataggio manuale è disponibile solo in alcuni momenti e decisamente non basta). Ma il bug più brutto lo si scova verso le fasi finali quando semplicemente il gioco si blocca al partire di una musica e non puoi fare niente per andare avanti. Questo ci è capitato diverse, troppe volte, e confidiamo in una patch al più presto per poter offrire un’esperienza meno frustrante e più godibile.
Grafica e sonoro
Inutile girarci intorno, graficamente parlando, Nocturnal Visitors è indietro ed è molto minimal. L’utilizzo di RPG Maker è palese eppure il tutto viene furbamente abbellito da un filtro che rievoca un po’ lo stile visivo, decisamente più dettagliato e curato, della serie Yomawari. Purtroppo, nonostante le poche aree a disposizione, gli elementi di arredamento si ripetono comunque e molte aree risultano spoglie e poco accattivanti. Discorso analogo per i personaggi quasi completamente privi di volto e identificabili prevalentemente per i colori dei loro abiti e capelli.
La stessa furbizia dell’utilizzo di filtri la si riconosce nelle fasi da visual novel, con foto e video che sembrano essere foto e video reali modificati col filtro tela e colori acquerello. Un risultato discreto per un’opera dal budget decisamente bassissimo. Per il sonoro, invece, oltre a canzoni sporadiche e colonne riarrangiate, ci sono effetti classici che vanno a rendere i momenti, soprattutto quelli prettamente da visual novel, più “vivi” come la messa in moto di un’auto o il rumore di passi. Peccato per l’assenza del doppiaggio.
Infine, da segnalare la totale assenza della lingua italiana che potrebbe risultare un ostacolo in quanto, come più volte detto, Nocturnal Visitors è praticamente una visual novel e leggere è la cosa principale che ti ritroverai a fare.