Sviluppato da BlackPixel Studio e Olydri Games e pubblicato da questi ultimi in sinergia con Microids, Noob: The Factionless è un gioco di ruolo sulla falsa riga del concept utilizzato da Sword Art Online (e non solo, basti pensare alla serie videoludica .hack). Noi abbiamo seguito le avventure, virtuali e reali, di Baster e Drek su PlayStation 5 e questa è la nostra recensione!
Noob: The Factionless – sulla via dei campioni
Come anticipato, Noob: The Factionless basa gran parte della sua esperienza sulla dualità realtà e finto MMORPG. Nel dettaglio, l’avventura inizia con Baster e Drek, due amici che, nel mondo reale, vengono alla conoscenza di un nuovo MMORPG che sembra andare molto di moda e che presto avrà un ulteriore e importante aggiornamento. Ma per accedere a tale aggiornamento, bisognerà avere un livello decisamente alto.
Drek e Baster non sono altro che due videogiocatori estremamente incalliti, con Drek un po’ più informato rispetto all’altro. Baster, infatti, è quello che non conosce benissimo i termini e le abbreviazioni tipiche del moderno scenario delle community di videogamer (specialmente di quelle dedicate al multiplayer online). E di terminologie in Noob: The Factionless ce ne sono tantissime. In effetti, la trasposizione di finto scenario reale funziona discretamente bene nonostante inevitabili cliché.
Nel giro di pochi minuti, i nostri due protagonisti, acquisteranno una loro copia del MMORPG e si tufferanno entusiasti all’interno del mondo virtuale. Qui i due si ritroveranno con le rispettive classi prescelte dal gioco (tu non avrai alcuna scelta né sulle classi dei personaggi, né sulla macro fazione): Drek è un berseker, Baster è un neogician (una sorta di tecnomante) e a loro si aggiungerà una maga/cartomante e un elementalista. L’obiettivo dei due è semplice: salire velocemente di livello per conquistare il podio e lasciare il segno nel mondo di Horizon.
Noob: The Factionless è quindi suddiviso in un’unica macro trama legata appunto all’avventura dei due “player” e tante piccole micro trame che sono quelle che vivranno e vivremo all’interno dell’MMORPG che sì, ha una sua introduzione e sì ha anche un intreccio, prevalentemente fantasy e scontato, che riesce tra situazioni prevedibile e altra straviste, a intrattenere. Certo, considerando il potenziale e il fatto che l’idea stessa è più che abusata, si poteva fare un po’ di più. Inoltre, che si aspetta un tono maturo tipo .hack resterà deluso.
Ma lo ripetiamo, le regole del gioco di Horizon sono furbamente mescolate a quelle di Noob: The Factionless. Ad esempio, i personaggi che vedremo in giro con un triangolo giallo in testa sono altri “giocatori” (sempre fittizi, Noob: The Factionless non è un gioco online). Quelli col triangolo rosso sono sì giocatori, ma nemici (come i pericolosi killer player). I personaggi senza alcun triangolo, fanno parte di Horizon e questi, tra tutti, sono quelli più “standard” con frasi decisamente fatte e con poca ispirazione (salvo rari casi come la coppia di spocchiosi alchimisti).
La differenza tra personaggi con player e personaggi di Horizon (quindi PNG) non è meramente estetica ma si riflette anche nella tipologia di conversazione. Banalmente, quelli di Horizon procedono su binari prestabiliti ed è difficile che i protagonisti riescano a instaurare dialoghi (che invece avvengono con i personaggi gestiti da altri player). Noob: The Factionless riesce quindi a creare un buon dualismo anche nello stesso MMORPG fittizio e funziona abbastanza bene anche se la trama, in ogni sua sfumatura, non sorprende mai realmente ed è un peccato, perché le idee non mancano.
Come un classico JRPG
Noob: The Factionless è un classico gioco di ruolo con combattimenti a turni con tutti i possibili cliché. Esegue alla lettera quasi tutte le regole base togliendo però la possibilità di personalizzare, come già anticipato, le classi e i “mestieri” dei relativi personaggi. Questi, infatti, sceglieranno tutto da soli e i “mestieri” sono meri accessori per giustificare l’andamento di trama e sbloccare gradualmente elementi di gioco (banalmente, il cartografo è un mestiere necessario per poter accedere alla grande mappa del mondo).
Ma procediamo con ordine, Noob: The Factionless è un gioco di ruolo in terza persona con visuale isometrica e telecamera fissa. Le aree di gioco si differenziano tra quelle delle singole aree (divise in più settori collegate tra loro) e quella della macro pappa (la classica, con nemici e personaggi più grandi rispetto ad alberi e quant’altro e luogo in cui poter accedere a città, dungeon e aree specifiche).
I combattimenti in Noob: The Factionless sono a turni (con il nostro team di massimo quattro eroi) e decisamente classici. Ogni eroe ha un suo set di abilità (che potrai potenziare spendendo i punti abilità ottenibili man mano che si sale di livello) e anche delle abilità extra e uniche. La cartomante/maga, ad esempio, ha un’opzione nel menù tutta sua che è quella legata alle carte. Esatto, la maga ha la possibilità di portare con sé un vero e proprio set di carte personalizzabili e acquistabili. Ogni carta può essere utilizzata un determinato numero di volte a combattimento e possono causare danni, curare energie, fornire malus ai nemici o bonus agli alleati. Puoi perfino creare una combo di più carte.
Il berseker, invece, non ha una barra “mana” (o magia che dir si voglia) come gli altri. Ha una barra “rossa” che si riempie man mano che attacca o subisce colpi. Questa barra potrà essere utilizzata per abilità di “sangue” sua esclusiva e che possono portare vantaggi extra notevoli (come causare danni e curarsi contemporaneamente). Come avrai potuto notare, anche se non potrai personalizzare le classi, queste sono abbastanza caratterizzate e facili da padroneggiare.
A conti fatti, Noob: The Factionless è molto accessibile e si presenta perfetto per chi non è abituato al genere anche se non è completamente facile. A differenza di molti GDR, infatti, Noob: The Factionless presenta un “blocco di livello”. Nel dettaglio, ogni 10 livelli, i personaggi non possono più avanzare di livello e anzi, al riempimento della barra d’esperienza, otterranno oggetti bonus di vario genere. Questo accade sia per motivi di “lore” ma soprattutto perché così evita di rendere il titolo ancora più facile (stranamente, sfavorendo il grinding selvaggio). Per quanto riguarda la “lore”, nel gioco la Torre di Galamadriabuyak che è la zona dove, superate le prove, si potranno sbloccare i nuovi livelli (per un totale di 9 piani). In cima alla torre, c’è la classe leggendaria a cui tutti aspirano.
Oggetti e missioni
Oltre a combattere, Noob: The Factionless prova anche a presentare un sistema di missioni abbastanza semplice e scontato. Oltre alle principali che ci condurranno praticamente per mano in un percorso lineare, esistono moltissime missioni secondarie che non sorprendono quasi mai e che anzi sono tutte molto classiche come uccidere TOT nemici di un tipo o raccogliere un determinato numero di oggetti. Anche qui, un peccato non aver osato di più. Venendo agli oggetti, i personaggi possono avere da una a due armi e diverse tipologie di equipaggiamento, tutti esteticamente visibili.
Esistono anche oggetti utili per craftare pozioni, cibo e quant’altro. Il sistema di crafting, che si sbloccherà gradualmente, è abbastanza standard e premia gli esploratori ma sorprende poco per profondità e varietà, risultando presto abbastanza monotono come anche le già citate missioni secondarie. Va comunque premiata l’enorme mole di contenuti e l’oggettiva vastità delle location e del mondo di gioco stesso (pieno zeppo di cose da fare).
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Noob: The Factionless sfigura molto, purtroppo. A prestare il fianco sono proprio i personaggi in 3D che non riescono a dare un riscontro giusto e gradevole ai rispettivi artwork (che a modo loro hanno comunque una buona identità e sono anche graziosi da vedere). I modelli 3D, invece, sono anonimi spigolosi e oggettivamente brutti. Come son brutti i nemici e gli ambienti. Questi ultimi, purtroppo, risultano quasi sempre spogli, inutilmente vasti, pieni di elementi riciclati e non sempre molto ispirati.
Sì, alcuni dungeon son ben fatti, e sì, alcuni nemici risaltano abbastanza bene, ma il colpo d’occhio generale regala un gioco che potrebbe benissimo essere uscito da una PlayStation 3 per carenza di dettagli, un riciclo eccessivo e animazioni poco convincenti. Migliore, invece, il sonoro, decisamente più accattivante (tra tutti, la traccia che accompagna i boss e midboss). Da segnalare, inoltre, la gradita presenza dei sottotitoli in lingua italiana che però si possono impostare solo dopo aver iniziato il gioco oltre a presentare qualche lieve imprecisione e a sparire, inspiegabilmente, durante la cut scene iniziale del mondo di gioco di Horizon (che per inciso non ha alcun sottotitolo ma solo il doppiaggio in lingua inglese).