Il team italiano Panda Indie Studio ha dato vita a una quadrilogia di shoot ’em up davvero interessante: Null Drifter, il penultimo capitolo della saga Project Starship, approda su console dopo un periodo di anteprima su Steam di oltre 7 mesi.
Nonostante lo spirito del titolo si leghi profondamente a quello dei suoi predecessori, Null Drifter presenta alcune peculiarità che lo contraddistinguono dagli altri esponenti della serie: ecco la recensione del nostro provato su PlayStation 4.
Null Drifter, la recensione
Il titolo si presenta con un’estetica retro, come se stessimo giocando a un cabinato arcade degli anni ’80: effettivamente, la sua grafica in 1-bit è un forte richiamo alle prime generazioni di videogiochi, quando bastavano pochi pixel per farci sentire parte del mondo di gioco e a contestualizzare il nostro divertimento.
In Null Drifter non c’è trama: tuttavia, attraverso alcune didascalie che è possibile visionare alla sconfitta dei boss, si può comprendere la contestualizzazione del gioco e il suo legame con gli altri titoli della saga.
L’intero capitolo è ambientato in una esercitazione simulata di alcuni piloti dei precedenti capitoli (è possibile leggere il nome di Gwen Rossi) che ha lo scopo di prepararli alla missione finale.
Navicelle spaziali e creature aberranti
Il gameplay di Null Drifter è fra i più classici del genere twin-stick: oltre all’uso delle due levette per muoverci e sparare alle mostruosità che vi si pareranno nello scenario di gioco, sarà possibile effettuare un dash per schivare gli attacchi nemici.
Nonostante la sua semplicità, il gameplay di gioco riesce a divertire l’utente, che trascorrerà diverse ore a proseguire nei livelli di gioco o a iniziare una nuova partita nel caso la navicella di questo venisse colpito troppe volte.
Nel corso delle mie partite, ho notato che il sistema di shooting è penalizzato da alcune imprecisioni nei comandi: il feeling che questi trasmettono potrebbe risultare frustrante soprattutto nei livelli più avanzati, dove i nemici saranno più coriacei e aggressivi.
È possibile acquisire dei power up temporanei sparando ai nostri nemici: quest’aggiunta è fondamentale per la rigiocabilità del titolo, poiché altrimenti sarebbe risultato davvero troppo semplice in termini di combat system. Inoltre, nella schermata iniziale è presente uno shop che consente di acquisire dei potenziamenti permanenti alla nostra navicella in cambio di valuta in-game.
Inoltre, per i giocatori più competitivi, è disponibile una classifica online che permette di visualizzare i punteggi migliori: si tratta sicuramente di un’aggiunta gradita, utile per confrontare le proprie statistiche con quelle dei piloti di tutto il mondo.
Comparto tecnico
Per quanto concerne la grafica 1-bit, questa è davvero risolutiva allo stile di gioco nonostante l’ambientazione praticamente inesistente: inserire troppi assets a schermo avrebbe soltanto creato una maggiore confusione, che purtroppo è comunque presente all’interno del titolo.
Infatti, la nostra navicella sarà dello stesso colore dei nemici e dei loro colpi: questa scelta tecnica confonde inutilmente il giocatore, che farà fatica a distinguere i proiettili da schivare con la sagoma della propria astronave, specialmente nelle fasi più caotiche.
In Null Drifter non sarà possibile selezionare gli scenari che faranno da sfondo alle nostre battaglie, ma i giocatori potranno cambiare la palette monocromatica: i nuovi colori verranno sbloccati con l’avanzare nei livelli di gioco e ce n’è davvero per tutti i gusti.
La difficoltà di gioco è poco accessibile, tuttavia questo non è assolutamente un difetto: prendendo confidenza con i comandi e imparando a conoscere i moveset dei mob, anche il giocatore meno esperto del genere bullet hell riuscirà a completare i dieci livelli che il titolo ha da offrire.
La composizione musicale presenta dei brani Lo-Fi Hip Hop ben riusciti, che donano un sottofondo davvero rilassate, al contrario di quello che vedremo su schermo.
In conclusione
Null Drifter è un titolo strutturalmente semplice, ma altrettanto divertente: nonostante la sua accessibilità in termini di difficoltà sia abbastanza serrata, anche i giocatori neofiti del genere bullet hell potranno cimentarsi in questa esperienza. La sua breve durata incentiva i giocatori a rigiocare i livelli più volte, magari per sbloccare i restanti power up o per riaffrontare i nemici di gioco.
Tuttavia, alcuni aspetti tecnici andavano limati, come una leggera mal calibrazione dei comandi e il colore monocromatico per tutti gli elementi a schermo, fonte di ulteriore (e inutile) confusione.
Nel complesso, Null Drifter è davvero un ottimo gioco per delle sessioni brevi ma intense: inoltre, grazie al suo costo contenuto, consiglio l’acquisto a tutti i target di giocatori.