Obakeidoro! è un titolo che sprizza Giappone da ogni pixel, a partire dal titolo stesso, passando per lo stile vagamente anime. Sicuramente, quindi, se apprezzi particolarmente l’estetica tipica dei giochi del Sol Levante, hai sicuramente già messo gli occhi addosso a questa particolare versione di nascondino.
Di fatto, il gameplay di Obakeidoro! potrebbe quasi essere ridotto a questo, dato che ogni partita si basa proprio su una fazione (il mostro) che deve cercare di stanare gli umani, che al contrario si nascondono nella mappa. Siamo però di fronte a un titolo senza orpelli, che si limita a proporre una formula e poco altro.
Horror ma non troppo
Obakeidoro! non ha una vera e propria trama, sostituita invece da un semplice pretesto che viene mostrato in una brevissima intro animata. Tutto inizia con una minacciosa luna rossa che sorge sulla casa di due bambini. Mentre i due dormono, uno spettro esce dal loro armadio e li costringe a entrare nella sua dimensione, un oscuro cimitero abitato da fantasmini.
Qui i bambini devono cercare di scappare dal mostro in questione, che cercherà di catturarli per motivi ignoti. Tutto qui. Il gioco non offre uno sviluppo di qualche tipo o un intreccio di fatti ma, più che altro, una breve contestualizzazione narrativa.
Obakeidoro! spicca però per l’atmosfera, decisamente interessante e riconoscibile. Nonostante il pretesto possa sembrare horror, infatti, il titolo vanta un’atmosfera tutt’altro che spaventosa, che invece richiama gli anime più scanzonati: espressioni esagerate, mostri che lanciano bambini a mezz’aria e uno stile sopra le righe, rendono tutto leggero e goliardico.
Obakeidoro! – un nascondino tra mostri e bambini
Il gameplay di Obakeidoro! ricalca quello dei classici multiplayer asimmetrici in stile Evolve o Dead by Daylight che abbiamo già visto negli ultimi anni. Siamo quindi di fronte a una situazione dove un giocatore controlla il mostro, una creatura tendenzialmente più potente degli esseri umani, mentre un’altra squadra di giocatori impersona gli umani in fuga dalla creatura.
Il titolo prende questa formula e la riduce ai suoi elementi minimi, portandoci un gameplay estremamente immediato, ma anche poco profondo nel lungo periodo.
Impersonando gli esseri umani, giocheremo in una squadra da tre elementi e il nostro obiettivo sarà quello di sopravvivere 3 minuti nella mappa di gioco senza essere catturati dal mostro.
I comandi a nostra disposizione sono solo due: uno per accovacciarsi e spegnere la lanterna (utile per nascondersi negli anfratti della mappa) e un altro per utilizzare la lanterna, stunnando il mostro con un flash. Correndo insieme ai compagni, poi, si ottiene un piccolo boost di velocità e, al contrario, eventuali ostacoli ambientali possono rallentare l’andatura.
Durante le partite si cerca sempre di trovare un nascondiglio, spegnere la lanterna, e restarci il più possibile prima di essere trovati. Oltre al mostro controllato dal giocatore, infatti, ci sono diversi fantasmini che pattugliano la mappa, stanando inevitabilmente i giocatori che scelgono di “camperare” troppo a lungo nello stesso posto.
Muovendosi, però, la lanterna degli umani si accende e delle impronte restano sul terreno, diventando tracce utili al mostro per rintracciarli e catturarli. E’ quindi utile muoversi spesso, sfruttando gli angoli della mappa, senza però fare spostamenti eccessivamente lunghi e rischiosi.
Dall’altra parte troviamo invece un giocatore che controlla il mostro. Questo è più veloce degli umani, passa attraverso le superfici e solitamente non viene rallentato nemmeno dagli ostacoli ambientali. Oltre a questo, i mostri hanno anche delle abilità passive, che variano in base a quello selezionato (come ad esempio, la possibilità di vedere un umano che ci ha storditi).
L’unica azione disponibile per il mostro è quella di catturare un umano di fronte, nel suo raggio d’azione: premendo un tasto, le mani si chiuderanno, afferrando un malcapitato abbastanza vicino da restarci in mezzo. Gli umani catturati vengono poi teletrasportati nella gabbia al centro della mappa e starà a noi catturare gli altri evitando di far scappare quelli già presi.
Gli umani catturati, di fatto, sono inoffensivi e non possono muoversi o utilizzare la lanterna. I membri della squadra ancora liberi, però, possono avvicinarsi alla gabbia e aprirla, premendo due interruttori. Le partite sono quindi frenetiche e ci sono continuamente catture, fughe e altre catture che si alternano, tenendo il risultato del match sempre sulle spine.
Da queste basi, però, Obakeidoro! aggiunge poco altro, come piccole meccaniche presenti nelle singole mappe (ad esempio l’acqua che rallenta nella palude) o alcuni mostri dalle abilità interessanti ma, di fatto, tutto si riduce a una versione più interessante di nascondino. Questo, l’incredibile brevità delle partite e la generale ripetitività del gameplay, rendono il titolo adatto soltanto a sessioni mordi e fuggi per riempire i momenti interstiziali.
Peraltro, la struttura di gioco, per quanto semplice, non è esente da difetti, dovuti a piccoli sbilanciamenti. Il mostro può seguire le tracce degli umani troppo facilmente, dato che la scia di impronte lasciata da questi è davvero troppo lunga, consentendo alla creatura di seguirla in modo agevole. Dall’altra parte troviamo invece una gabbia che può essere aperta troppo velocemente, rendendo quasi impossibile bloccare un umano che ha già premuto il primo degli interruttori, anche quando lo abbiamo già visto.
In generale, poi, troviamo una generale mancanza di varietà, data soprattutto dalla limitata rosa di azioni a disposizione delle due fazioni: ci sono poche abilità, poche varianti, poca scelta in generale. L’unico senso di varietà è dato dall’ottimo level design delle mappe, che sono tutte uniche tra loro.
In poche parole Obakeidoro! non è un brutto gioco, ma sembra trovare la sua dimensione ideale su mobile, dove le partite così brevi sono semplicemente perfette. Su Nintendo Switch, però, troviamo la possibilità di giocare l’esperienza in locale, impugnando i Joy-Con a metà e dividendo lo schermo in 4. Davvero un’ottima aggiunta per un gioco simile.
Bello ma non bellissimo
Il comparto tecnico di Obakeidoro! è, in poche parole, bello ma non bellissimo. Gli ambienti di gioco e i modelli dei personaggi sono discretamente dettagliati, senza riuscire a eccellere davvero. Le animazioni, al contrario, sono davvero ben fatte e contribuiscono a creare l’atmosfera cartoon che caratterizza la produzione.
Proprio il comparto estetico è ciò che spicca maggiormente nel titolo. L’atmosfera cartoon rende Obakeidoro! immediatamente riconoscibile e, in un certo senso, ammortizza le mancanze del comparto tecnico, rendendo gli ambienti complessivamente piacevoli da vedere.
Infine, il comparto audio è ottimo, grazie a effetti sonori adatti all’atmosfera e a musiche perfette per il tono scanzonato.