Per i fan di Berserk, si tratta di un periodo costituito da luce e ombra: a un anno dalla triste dipartita del maestro Kentaro Miura, un destino incerto avversava sul manga che decanta le avventure dello spadaccino nero. Oltre 365 giorni dopo, la redazione di Young Animal ha annunciato di voler proseguire la serializzazione di Berserk, la quale verrà scritta e supervisionata da uno dei migliori amici del sensei, Kouji Mori.
Il successo di Berserk accresce in Occidente, seppur in modo abbastanza lento, verso gli anni 2000 dopo dieci anni dalla pubblicazione del primo volume. Come accade in questi casi di enorme celebrità, la storia di Gatsu ha ricevuto diversi adattamenti sia animati che cinematografici. Tra le esportazioni verso medium differenti non può mancare il nostro preferito, quello dei videogiochi.
Nel 2004 vede la luce Berserk Millennium Falcon Arc: Chapter of the Holy Demon War, videogioco pubblicato per PlayStation 2 che resterà circoscritto nella nazione giapponese, non approdando mai sui lidi europei o americani. Questo non ha giovato all’appeal del titolo, quasi sconosciuto e relegato alla sola porzione di videogiocatori nipponici.
In occasione del centosessantottesimo appuntamento con Old But Gold, abbiamo deciso di parlare dell’avventura di Gatsu e soci verso contro un nemico totalmente inedito. Non perdiamoci in chiacchiere ulteriori e andiamo a sviscerare Berserk Millennium Falcon Arc: Chapter of the Holy Demon War!
Berserk e l’arco narrativo del Millennium Falcon
Berserk Millennium Falcon Arc: Chapter of the Holy Demon War è ambientato, per l’appunto, durante l’arco narrativo del Falco Millenario le cui vicende iniziano nel volume 22 del manga. Il gioco si pone l’obiettivo di trasporre su schermo alcuni dei passaggi chiave del fumetto, non senza concedersi qualche libertà narrativa.
Potremmo infatti dire che Chapter of the Holy Demon War non sia canonico a tutti gli effetti. Nonostante i momenti del fumetto non manchino all’appello, la trama principale prende sviluppo tramite l’inserimento di un personaggio inedito, il giovane nobile Charles, che si rivela essere l’antagonista principale del videogioco.
Probabilmente, questa scelta farà storcere il naso a parecchi fan dell’avventura illustrata. Vi consolerà sapere che molti dei punti iconici del manga come la rinascita di Grifis, lo scontro con Grunbeld e l’allegata armatura del berserker, sono stati riprodotti nel videogioco senza alcun remore. Semplicemente, la sottotrama si limita ad aggiungere nuovi risvolti senza snaturare l’opera originale.
Evitando di fare spoiler, mi limito a dire che la trama ci farà rincontrare anche diversi personaggi che da un certo punto in poi smettono di popolare le tavole disegnate da Kentaro Miura. Senz’altro un buon pretesto per ricordare i vecchi ricordi dell’Epoca d’Oro se sei un appassionato di quell’arco narrativo.
Esattamente come nelle vicende del Millennium Falcon, l’obiettivo di Gatsu è quello di trovare la Terra degli Elfi per guarire Caska. La storia di Berserk Millennium Falcon Arc: Chapter of the Holy Demon War viene narrata attraverso dialoghi didascalici e cutscenes all’evenienza: non ci sono tempi morti e il proseguo della storia riesce a rievocare i ricordi dei pannelli coscienziosamente realizzati dal sensei Kentaro Miura.
Era un oggetto troppo grande per chiamarlo spada
Il combat system si erge su una struttura hack ‘n’ slash che, a differenza dei colleghi Devil May Cry e Ninja Gaiden, strizza l’occhio a una formula meno tecnica e al contempo più accessibile ai neofiti del genere.
Per l’epoca, le animazioni di Gatsu mentre brandisce l’Ammazzadraghi erano il vero fiore all’occhiello del gioco: nei movimenti e nella concatenazione delle combo, il gameplay risulta essere fluente senza togliere l’enfasi di brandire un arma sproporzionatamente grande, un intruglio che restituisce al meglio il feedback di come lotterebbe il leggendario Kuroi Senshi.
Inoltre, in Berserk Millennium Falcon Arc: Chapter of the Holy Demon War è possibile richiamare gli alleati tramite un sistema gestionale del party. Nonostante nel corso del gioco impersoneremo soltanto Gatsu, non mancheranno all’appello Puck, Isidoro, Serpico e Schierke: tramite la pressione del tasto L2 puoi accedere alla gestione degli alleati per far si che utilizzino le loro tecniche per aiutare Gatsu durante i combattimenti.
Non manca una, seppur accennata, componente RPG. Nel gioco è possibile incrementare i livelli delle statistiche da uno a cinque, una meccanica che seppur complementare, aggiunge un po’ di dinamicità a un gameplay che a tratti potrebbe risultare piatto, specialmente se non si è avvezzi ai musou.
Il gioco infatti, non è esente da difetti soprattutto dal punto di vista del level design. Il dosaggio dei nemici durante gli scontri è mal calibrato anche per un musou, il risultato è che ci troveremo a giocare alcune sezioni di combattimento troppo diluite. Peculiarità che, unita al backtracking richiesto dal gioco, non risulta essere un’accoppiata proprio stuzzicante per il continuo dell’avventura.
Insomma, senza girarci intorno Berserk Millennium Falcon Arc: Chapter of the Holy Demon War ha un buon combat system condito da numerosi combattimenti che rappresentano la portata principale del titolo. Un ottimo prodotto per tutti i fan di Berserk che hanno voglia di “menare le mani” vestendo i panni del loro beniamino.
Marchio
Dal punto di vista tecnico, il gioco dà il meglio di sè. L’engine di gioco si presenta come una versione ottimizzata del software utilizzato nel capitolo precedente Sword of the Berserk, altro titolo del franchise pubblicato su Dreamcast. Come ampiamente spiegato nel paragrafo precedente, anche le animazioni dei personaggi sono degne di nota, inoltre gli ambienti godono di una buona resa. Scusami per la deformazione comica, ma ancora oggi la grafica del gioco rende meglio dell’anime del 2016.
Per quanto concerne la soundtrack, Berserk Millennium Falcon Arc: Chapter of the Holy Demon War conferma la qualità musicale che accompagna qualsiasi prodotto estratto da questa proprietà intellettuale. Per l’opening il team di sviluppatori ha scelto di inserire Sign come brano musicale portante, una delle musiche meglio realizzate dalla geniale mente di Sasumu Hirasawa, compositore della colonna sonora dell’anime. Il resto dell’OST è stata affidata a diversi musicisti che hanno portato onore al gioco grazie a un tappeto musicale di pregevole fattura.
In conclusione
Berserk Millennium Falcon Arc: Chapter of the Holy Demon War è, secondo il mio punto di vista, il miglior videogioco che sia stato pubblicato sotto l’IP del manga di Kentaro Miura. Nonostante i suoi bassi, il gioco riesce a intrattenere il giocatore per tutta la durata della campagna principale, che si attesta sulla decina di ore.
Rispolverare questo titolo in questo preciso momento, mi ha restituito delle emozioni agrodolci: la tristezza per la prematura scomparsa dell’autore e la contrastante gioia per il continuum della serializzazione del manga, hanno contribuito a rendere il mio viaggio nei panni dello spadaccino nero un turbine di trepidazione nel scoprire cosa ne sarà di Berserk.
A prescindere da come l’opera continuerà, il ritorno di fiamma dell’attenzione del grande pubblico nei confronti di questo manga lascia ben sperare, anche per quanto riguarda il nostro medium preferito, i videogiochi. A sei anni di distanza dall’ultimo prodotto videoludico, credo sia arrivato il momento di sviluppare un nuovo gioco di Berserk che renda onore al fumetto e alla visione di Kentaro Miura. I fan lo richiedono a gran voce: Koei Tecmo, realizza il nostro sogno.