E’ appena arrivato sulla next-gen Observer System Redux, la versione aggiornata di Observer, il gioco sci-fi horror di Bloober Team. Vestiremo i panni di Daniel Lazarsky, a cui ha dato la voce (e il volto) Rutger Hauer, attore famoso anche per l’interpretazione del replicante rinnegato in Blade Runner, e al quale gli sviluppatori hanno riservato un tributo all’interno del gioco.
Dan è un observer, un detective della polizia che spesso diventa una pedina in mano alle corporazioni, la cui specialità è connettersi agli impianti neurali dei sospetti per carpire informazioni utili alle indagini. Una vita come tante ai tempi della distopia, ma anche un observer ha dei legami, e sarà una chiamata a portare Dan a investigare su una vicenda poco chiara che riguarda suo figlio.
Observer System Redux è un gioco investigativo con ambientazione sci-fi, cyberpunk per la precisione, dalle atmosfere cupe e con una certa dose di horror. L’abilità peculiare di Dan, in quanto observer, è quella di “entrare” direttamente nella testa degli indiziati.
Questo, se da un lato gli permette di accedere alle informazioni che cerca, dall’altro lo obbliga a rivivere spezzoni di vita altrui, un’esperienza che lo mette alla prova sia dal punto di vista psicologico che fisico. Per mitigare questi effetti, Dan utilizza un farmaco capace di “sincronizzarlo” e fargli mantenere il controllo di sé.
Dan si muoverà all’interno del palazzo in cui Adam, suo figlio, ha un appartamento. Ma poco dopo esservi entrato, si ritroverà egli stesso prigioniero: infatti l’edificio finirà in lockdown a causa di un virus che contagia chiunque abbia un impianto cibernetico, ovvero la maggior parte della popolazione.
Lo stabile è una babele di persone diversissime, spinte da pulsioni e obbiettivi differenti e spesso in contrasto, una sola cosa le accomuna: tutte rispondono dall’interfono sulla porta del loro appartamento.
Observer System Redux, il gioco che sarebbe piaciuto a Philip K. Dick
Il detective maledetto, Rutger Hauer, un mondo dominato dalle corporazioni… questi elementi di Observer System Redux fanno chiaramente pensare a Blade Runner, la pellicola cult di Ridley Scott. Ma il titolo di Bloober Team, a guardare bene, non si limita ai rimandi al film, anzi, abbraccia in modo completo le tematiche care a chi ha scritto il libro su cui è stata basata la pellicola, Philip K. Dick.
Infatti le basi per il cyberpunk sono state gettate anche da questo autore, e vanno oltre le creste viola, gli impianti neurali o gli arti potenziati: il cyberpunk è un luogo delle angosce, la visione di un’umanità futura e disgregata, senza identità, senza empatia, confusa e schiavizzata dai ritmi frenetici della tecnologia che avanza, ingloba e vive a con frequenze sovraumane.
In questo contesto non ci si può che sentire spaesati, da una parte aggrappati alle poche certezze che ci circondano, ma dall’altra tentati dalla velocità, dalle luci e dal miraggio di potersi salvare. Uno stato continuo di confusione che non risparmia neppure Dan.
Observer System Redux riesce a catturare tutto questo e a tradurlo in elementi di gameplay: i dedali da esplorare in cui è facile perdersi, le scene del crimine da setacciare che nascondono segreti terribili, i viaggi psichedelici quando ci si connette alle altre persone.
Dan si muove da solo attraversando le vite degli altri senza avere la sicurezza che le cose siano come appaiono, a volte senza nemmeno sapere cosa è reale e cosa non lo è. E questo è sempre stato il tema principale delle opere di Dick.
Non sai chi è? Ok, appena hai finito la recensione vatti a leggere Ubik, poi mi dici.
L’occhio vuole la sua parte, e anche l’orecchio, che siano cibernetici o no
Observer System Redux ha un discreto comparto grafico, che su PC si rivela solido ed efficace, e che è stato realizzato proprio per traghettare il titolo sulle console next-gen. Capita di trovare alcuni dettagli non proprio impeccabili, ma il livello medio è davvero buono.
Gli ambienti, gli effetti luce e i modelli sono ben realizzati. Lo stile retro-futuribile, come detto in precedenza, è una scelta che ammicca chiaramente a Blade Runner, ma risulta anche coerente col setting della vicenda: un palazzo in una zona malfamata, una sorta di discarica dove spesso gli oggetti sembrano provenire da epoche differenti.
Anche il comparto audio si fa valere. I dialoghi sono tutti parlati, e oltre a Rutger Hauer, anche gli attori che danno la voce agli altri personaggi lo fanno in modo convincente. La chicca sono gli effetti sonori, che danno un contributo fondamentale per creare l’atmosfera tagliente del gioco, contribuendo ottimamente ai momenti di tensione. Non a caso parliamo dello stesso studio che ha partorito Layers of Fear.
La componente horror del gioco vive proprio di questo, ma non è invadente. Ci sono alcuni jump-scare, ma non sono il tratto distintivo. L’horror di Observer System Redux è legato all’atmosfera appunto, alla tensione, alla disumanità di alcune vicende, di alcune scelte. L’intento non è quello di spaventare con un colpo, ma di disturbare con una discesa all’inferno: a tal fine si alternano situazioni terribili e tangibili ad altre spiazzanti e psichedeliche.
Sparo quindi gioco? Anche no
Il gioco ha una forte connotazione esplorativa e narrativa. Questo viene intervallato da sezioni investigative e da qualche puzzle. Siamo vicini alla categoria del walking simulator, che io ammetto di apprezzare molto. Un titolo può divertire in tanti modi.
A me non pesa passare da fps, action, adventure, rpg a titoli a vocazione narrativa quasi totale, nonostante questo non mi stupisco quando sento persone per le quali se non si spara, non si salta o non si da un colpo d’ascia non si sta giocando. Ma, come dire, è un problema loro: Observer System Redux è un titolo molto interessante, e non saperselo godere è un peccato.
Come molti titoli di questo genere, le possibilità di incidere sulla storia sono limitate – anche se in alcuni casi capiterà di dover prendere decisioni davvero difficili – e certi passaggi scriptati potrebbero risultare troppo lunghi o ridondanti.
Oltre alla vicenda principale ne esistono di secondarie, queste sottotrame danno il via a ulteriori indagini tramite le quali scopriremo alcuni retroscenacirca la vita dei residenti dell’edificio.
Tutte le linee narrative sono ben curate e vengono raccontate con un mix molto ben dosato di accadimenti, flashback, indizi e documenti. Sia la storia centrale che quelle di contorno ovviamente pescano a piene mani nell’immaginario cyberpunk, ma sono ben strutturate e solide.
Peccato che, a fronte di una discreta quantità di appartamenti e di relativi inquilini, il numero di vicende parallele non sia elevatissimo: una volta terminato il gioco, poche cose possono spingere a riprenderlo.
Ci sono anche dei collezionabili da poter raccogliere, ma questi non costituiscono un elemento sufficiente ad accrescere la longevità del titolo.
Consiglio senza troppe riserve Observer System Redux, che seppur non essendo lunghissimo, sa ripagare in intensità e densità.