Oceanhorn 2: Knights of the Lost Realm è un action adventure open world uscito il 28 ottobre 2020 su Nintendo Switch come porting della versione Apple Arcade. Il titolo, prequel del precedente Oceanhorn, è permeato dalle atmosfere di The Legend of Zelda, in particolare del capitolo più recente della saga, quel Breath of the Wild che ha riscosso enorme successo di pubblico e critica.
Il guaio è che, al netto del divertimento che sa offrire e di una grafica di buona qualità, Oceanhorn 2 non ha beneficiato nel passaggio su console degli adeguati miglioramenti dei comandi. Il risultato è che il gameplay risulta a tratti frustrante e la trama molto generica, in questo simile alle avventure di Link e Zelda, non aiuta a rendere più piacevole l’esperienza. Ne consegue un titolo che, per quanto complessivamente sufficiente, non ha saputo fare il salto di qualità che il passaggio a una piattaforma più tradizionale e prestigiosa avrebbe dovuto portare con sé.
Trama – I cavalieri di Arcadia
Accanto a lui ci saranno la guerriera Trin e l’automa Ge, i tre dovranno entrare in contatto con i popoli che abitano Gaia accanto agli esseri umani, a partire dagli uomini-uccello e dagli uomini-pesce. La loro avventura affonderà poi le radici nella guerra combattuta anni prima da Mastro Mayfair, padre adottivo del nostro protagonista, lo scienziato e reggente di Arcadia Archimede e lo stregone Mesmeroth, sospettato di essere il leader dell’Armata Oscura.
La trama di Oceanhorn 2: Knights of the Lost Realm, pur essendo tutt’altro che originale, riesce comunque in qualche modo a catturare l’attenzione, soprattutto grazie ai difficili rapporti tra le varie popolazioni, che gettano il giocatore in un universo sì coloratissimo e tutto da scoprire, ma altrettanto lacerato dalla lotta sotterranea tra varie fazioni. Gli elementi messi in gioco sono tanti e mescolano lo high fantasy popolato di maghi e cavalieri con lo steampunk caratterizzato da scienziati visionari e robot bizzarri. Chi avesse giocato il primo Oceanhorn, poi, potrà approfondire ulteriormente la lore partecipando in prima persona agli eventi ambientati mille anni nel passato.
Certo, complessivamente non si tratterà di una storia capace di rimanere nella mente per anni, essendo molto generica e simile in questo o quell’aspetto a una miriade di altri giochi. Tuttavia, ricordando l’origine per smartphone di Oceanhorn 2, non possiamo che applaudirne l’impegno per come sa porsi al di sopra delle mere occasioni narrative che popolano quel mercato.
Gameplay – Un adattamento insufficiente
Ciò si traduce in un’esperienza seccante, soprattutto nei combattimenti in tempo reale, in perfetto stile The Legend of Zelda, in cui però è assente una funzione di lock dei nemici, costringendo a cambiare manualmente la telecamera. Quest’ultima crea problemi anche durante l’esplorazione del mondo di Oceanhorn 2: non essendo previsto un tasto da premere per il salto, il personaggio spicca un balzo ogni volta che lo ritiene necessario per procedere semplicemente muovendo in avanti l’analogico sinistro. Ne consegue che se proviamo a ruotare la telecamera mentre ci muoviamo, una semplice corsa si trasforma senza che ce ne accorgiamo in un salto o addirittura nel nostro eroe che si aggrappa al bordo di una sporgenza, consumando così anche la poca stamina a disposizione.
Anche la gestione degli ambienti è tutt’altro che esente da complicazioni in Oceanhorn 2: in primo luogo le città sono complessivamente vuote, con gli NPC tutti riversi nelle strade a rivolgere al nostro protagonista poche parole quasi sempre legate alla trama, mentre le case sono degradate al semplice luogo di svolgimento di enigmi basilari od occasione per recuperare qualche oggetto. Il tasso di respawn di nemici e item, poi, è decisamente troppo elevato e le città lo dimostrano in modo lampante: basterà, infatti, tornare all’esterno dopo essere entrati in una casa per vedere tutti gli oggetti già raccolti ritornare disponibili. Questa scelta, oltre a riempirci di determinati elementi (come gli onnipresenti proiettili), rende difficile anche capire quali aree abbiamo già visitato e quali no.
La mappa dell’overworld è ridotta a un puro e semplice hub riempitivo tra i vari dungeon e città, puntellato al massimo da qualche oggetto nascosto o mostro da eliminare, senza offrire una vera e propria sensazione di videogioco open world, anche a causa dei frequenti caricamenti tra un’area e l’altra. Insomma, Oceanhorn 2: Knights of the Lost Realm non riesce a essere all’altezza del titolo che lo ha ispirato, quel The Legend of Zelda: Breath of the Wild il cui punto di forza non era di certo né la grafica né la trama, ma la creazione di un mondo vivo, capace di rispondere in modo anche inaspettati alle sollecitazioni del giocatore e garantire infinito divertimento.
Grafica – All’insegna del colore
Lo stile è cartoonesco e coloratissimo, con la luce che fornisce istantanee davvero memorabili soprattutto nella Città Bianca, capitale di Arcadia dai colori splendenti. Anche i dettagli e gli effetti visivi di Oceanhorn 2 sono ben curati e fanno in modo di rendere l’esperienza il più piacevole possibile, almeno da questo lato.
Sarebbe, dunque, troppo severo chiedere di più agli sviluppatori, che hanno investito molte energie (forse troppe?) sull’aspetto visuale di Oceanhorn 2, che viene purtroppo rovinato dai difetti già riscontrati soprattutto sul lato del gameplay. Bisogna comunque apprezzare quanto di bello il titolo sa offrire ed essere grati ai developer e alla loro capacità di mostrare le potenzialità di Nintendo Switch, magari inadatta a gestire il fotorealismo più spinto, ma sempre in grado di valorizzare scelte diverse ma altrettanto valide.
Sonoro – Un minimalismo obbligato
Il combattimento prevede i soliti gemiti che accompagnano i colpi inflitti tanto quanto quelli ricevuti, che sono una piccola feature che fa sentire a casa il giocatore abituato all’universo sopra le righe degli anime. Non sono presenti, invece, effetti ambientali in Oceanhorn 2: niente soffio del vento tra le foglie degli alberi, dunque, anche a causa della scarsa presenza di questi.
Il voice acting è solo in inglese, ma i testi potranno essere tranquillamente fruiti anche in italiano. Purtroppo, anche questo aspetto presenta qualche problema: ci è capitato spesso di chiudere una finestra di dialogo e allontanarci prima che il personaggio in questione potesse finire di recitare le sue battute. In questo caso, il doppiaggio non si interrompe e la voce dell’NPC in questione continuerà a risuonare fastidiosamente nelle nostre orecchie anche a distanza, fino a quando non iniziamo un altro dialogo o lui non abbia raggiunto la fine.
Si tratta dell’ennesima scelta inspiegabile che caratterizza Oceanhorn 2, andando a penalizzare il divertimento che dovrebbe caratterizzare la sua fruizione. È un peccato, perché non deriva da una concettualizzazione sbagliata, ma da una certa faciloneria che sembra essere il letimotiv di questo porting per Nintendo Switch.
Longevità – Una buona compagnia
Il prezzo a cui il titolo viene venduto, pari a 29,99€, è più che onesto per l’esperienza che è in grado di offrire, perfettamente in linea con quella di altri giochi che richiedono un medesimo esborso, come Ori and the Will of the Wisps. Certo, il vero problema è se tutti i giocatori saranno capaci di sopportare gli innumerevoli problemi che abbiamo avuto modo di delineare, che rischiano alla lunga di farci cedere alla tentazione di lasciare incompiuta questa nostra avventura in Oceanhorn 2 in favore delle molte uscite che puntelleranno il periodo natalizio.