The Matrix: Path of Neo è stato sviluppato da Shiny entertainment e distribuito da Atari, venne pubblicato nel 2005 per PC, PlayStation 2 e Xbox.
L’opera aveva l’intento di rimarcare le vicende narrate nella famosissima produzione cinematografica dei fratelli Lana e Lilly Wachowski. Venne realizzata due anni dopo l’uscita del capitolo conclusivo della trilogia, Revolutions.
Con due anni di “ritardo” quindi viene finalmente pubblicata la trasposizione videoludica che a mio dire è la migliore mai fatta; noi videogiocatori lo sappiamo bene, quando ne viene annunciata una riguardante una produzione cinematografica il risultato non è sempre dei migliori, anzi quasi mai.
The Matrix: Path of Neo è una grande eccezione. Il team di sviluppo aveva già lavorato ad un titolo sul tema, si chiama Enter the Matrix e raccontava le vicende non presenti nel film Reloaded, secondo capitolo della trilogia, dal punto di vista di Niobe ed altri della resistenza; questo titolo ha dato al team di sviluppo la possibilità di sperimentare e inquadrare bene il modus operandi con cui produrre poi al meglio un titolo come Path of Neo.
The Matrix: Path of Neo, “struttura”
Il gioco è fondamentalmente un action in 3D in terza persona ed è tra i più divertenti dell’epoca. Gira sul famigerato motore grafico Havok che, tra i più, avrà già fatto suonare qualche campanellino; le animazioni ed il motore di gioco creavano un connubio di interazioni fisiche ed acrobazie davvero emozionanti soprattutto per un giovine come me dell’annata 1995. Potevi sbizzarrirti in combo corpo a corpo prese direttamente dai film e realizzate in maniera impeccabile con tanto di rallentatore ed inquadratura scenografica.
Nel complesso l’opera ha tutto ciò che serve:
- Scontri corpo a corpo a suon di “Conosco il Kung Fu“.
- Scontri all’arma bianca di ogni tipo, era infatti possibile interagire con quasi ogni sorta di oggetto contundente, anche semplici candelabri ornamentali.
- Scontri con armi da fuoco, i quali vantano ancora oggi di un arsenale di tutto rispetto, dalle pistole a colpo singolo ai fucili d’assalto come l’M 16.
Tutto questo accompagnato da sezioni stealth, esplorazioni ambientali sempre stimolanti grazie alle abilita di Neo di arrampicarsi un po’ ovunque e infine da filmati presi direttamente dall’opera cinematografica per accompagnarti lungo il cammino di Neo che, forse, oggi farebbero storcere non poco il naso a molti, ma che al tempo rendevano il tutto magico ed immersivo. Senza dimenticare l’impareggiabile colonna sonora che calza a pennello in ogni sezione di gioco, come puoi ben vedere e ascoltare nel video qui sopra.
Pillola rossa o pillola blu? The Matrix: Path of Neo gioco a scelta multipla?
Non è proprio questo il caso, ma se c’è una cosa che ancora oggi ricordo nitida come fosse ieri è la fase di gioco inziale dove, Morpheus, una volta spiegata la sua verità riguardo il mondo di Matrix ti chiede se sei pronto ad entrare “nella tana del bianconiglio” porgendoti le due famose pillole, una rossa ed una blu, dove la rossa avrebbe dato il via all’avventura e la blu avrebbe riportato Neo alla sua normale routine.
Il gioco ti dà libertà di scelta, sapevamo tutti quale pillola dovevamo prendere, avevamo troppa voglia di scoprire quanto fosse profonda quella tana ed io, giovincello ancora ingenuo, non pensavo nemmeno potesse essere qualcosa di rilevante, ma ad una seconda run provai a scegliere quella sbagliata, ovvero la pillola blu, scoprendo che Morpheus non mentiva, il gioco ti riconduce di fronte alla tua scrivania nel tuo appartamento concludendo la storia sul nascere.
Una cosa che, seppur magari insignificante, mi segnò negli anni avvenire, dove cercai sempre il lato nascosto delle cose (un esempio recente è la serie Far Cry che propone qualcosa di simile, dandoti una scelta non del tutto chiara ad inizio avventura, la quale è in grado di terminarla ancora prima che questa cominci)
The Matrix: Path of Neo tra alti e bassi
Come già detto il gioco in questione narra l’intera trilogia cinematografica, si potrebbe giustamente pensare che tre film da raggruppare in un solo gioco siano un po’ troppi, ed in effetti forse è così. Il gioco parte in quinta marcia con il primo capitolo, imboccandoti un po’ alla volta le meccaniche di gioco che per l’epoca erano davvero tante, seppur molto intuitive.
La trama poi è una delle migliori mai viste, ancora oggi il primo episodio, della trilogia su grande schermo, è riconosciuto come uno dei migliori film sci-fi di tutti i tempi. Il giocatore nella trasposizione videoludica, inoltre, sente la progressione del personaggio, da nullità ad eletto.
Conclusa la trama principale, del primo capitolo, il gioco prosegue con il secondo, Reloaded, il quale però inizia a dare dei segni di “cedimento“, molte sezioni di gioco somigliano alle odierne “missioni secondarie” un po’ fini a loro stesse, fino ad arrivare al terzo ed ultimo capitolo, Revolutions. Quest’ultimo inseriva così tante cose non raccontate nel film che perdere il nesso logico era quasi scontato; ti ricordo che all’epoca avevo solo 10 anni, di certo non avevo il senso critico di oggi.
In conclusione però forse è stato meglio così, è un gioco che mi ha lasciato tanti bei ricordi di giornate intere passate a malmenare l’agente Smith, e a schivare proiettili in bullet time, qualcosa di simile oggigiorno mi manca più che mai.
Lo sapevi che è in lavorazione un quarto capitolo cinematografico di The Matrix e che avrà sempre Keanu Reeves, come protagonista, ad impersonare Neo? Potrebbe essere l’occasione giusta per riportare in auge anche l’opera videoludica, magari con qualche componente da gioco di ruolo; speculazioni a parte, spero di averti suscitato qualche bel ricordo Old But Gold.