GunBird è uno sparatutto a scorrimento degli anni 1994/2000, sviluppato da Psikyo. Inizialmente era disponibile solo per le sale giapponesi, successivamente sull’amato Dreamcast e poi è stato lanciato in tutto il mondo continuando la sua carriera videoludica fino ad oggi.
L’obiettivo nel gioco è quello di avanzare sconfiggendo le armate Trump, alla ricerca di alcuni frammenti per comporre lo “Specchio Magico” che, se ricomposto, avrebbe avverato un desiderio. Una volta completato, è possibile affrontare Atler: l’ultimo boss. Ovviamente dobbiamo muoverci ed essere abili per arrivare prima dei nostri nemici, altrimenti abbiamo perso e ci tocca ricominciare dall’inizio.
GunBird, letteralmente Pistola Uccello
Il significato del titolo è “quasi letteralmente” ciò che siamo nel gioco; le nostre avventure sono solo fra le nuvole e sotto di noi possiamo vedere la fantastica terra europea del 19° secolo. Sia a terra che in aria, le armate Trump proveranno a fermarci in tutti i modi possibili.
No, non è come stai pensando: non stiamo parlando dell’ex-presidente d’America Trump. Le armate Trump sono un gruppo di pirati del cielo, un’organizzazione malvagia, che proveranno in tutti i modi a metterci i bastoni fra le ruote sotto il comando dell’affascinante piratessa Rouge.
Per sconfiggerli è necessario selezionare uno dei cinque personaggi a disposizione (nel secondo capitolo diventano sette), tutti peculiari e unici. Ricordo perfettamente la mia confusione la prima volta che provai il gioco, in quanto non avevo la ben che minima idea di chi fossero. E questo perché sulla copertina del gioco non c’era assolutamente nessun riferimento a loro e il giocatore di turno doveva andare per tentativi trovando, poi, il personaggio che faceva al caso suo. Sulla copertina erano poco visibili e, quindi, completamente sconosciuti. Addirittura quest’ultima è stata modificata nel corso del tempo, rendendo più chiaro e accattivante il gioco fin da subito.
Voliamo nei modi più creativi e fantastici possibili
I personaggi erano tutti incredibilmente simpatici; il gioco presenta anche una funzione co-op e quando due giocatori si scontrano è possibile sentire dialoghi esilaranti fra i due al punto che la battaglia viene in secondo piano.
C’è Ash, un inventore con un jet sulle spalle; Valnus, un robot russo che, segretamente, desidera essere un umano (un po’ come la storia di Pinocchio); Yuan Nang, una donna ispirata alla cultura cinese di Sun Wukong; Tetsu, un sessantenne che vola su di un elicottero a propulsione umana e poi c’era lei, la mia scelta preferita.
Parlo di Marion, streghetta di 13 anni proveniente dall’Inghilterra che, sulla sua scopa volante, affronta disinvolta le truppe armate. Insieme a lei c’è il suo coniglio, Pom-Pom, abusato più volte sia verbalmente che fisicamente anche contro i nemici.
Ai tempi non capivo bene cosa dicesse al coniglietto, in quanto il gioco è tutt’oggi principalmente in inglese. Nonostante tutto la trovavo affascinante, anche se probabilmente la mia preferenza era dettata dal periodo storico dove le ragazze con poteri magici di ogni sorta si erano impossessate di anime, TV e manga.
Erano ovunque e poterne giocare una era divertente.
Un pezzo di storia
Il gioco non ebbe grandissimo successo nei tempi passati; GunBird non ha cut-scene, non presenta alcunché di accattivante se non i personaggi descritti prima. Addirittura, in alcune parti dell’intero gioco, mancano piccoli pezzi di musica. Specialmente nella co-op.
Questo lo penalizzò molto e sono pochi i giocatori che ne possiedono una copia, qualsiasi sia la console scelta. Era molto meglio farsi una partita ogni tanto alle sale giochi fino a quando non lo tolsero completamente dalla circolazione.
Tant’é che io stessa non ne ricordavo neanche il titolo. Lo ritrovai un po’ per caso, girovagando sui social in cui mi apparì l’annuncio di GunBird 2 per Android. E sai come feci a riconoscerlo? Proprio grazie a Marion: gigante e immensa su tutta la copertina.
Fu una scoperta e immediatamente mi ritrovai con la mente sul tappeto di casa mia, di fronte al televisore catodico e probabilmente anche radioattivo. La grafica ai tempi non era granché, anche se il secondo capitolo ricevette dei miglioramenti che lo fecero apprezzare un po’ di più (non bastò a renderlo un titolo di successo, purtroppo), ma in un gioco del genere non era importante. Neanche la storia lo era, in realtà; trattandosi di uno sparatutto a scorrimento, l’importante era sapere come andare avanti senza essere colpiti, senza morire e sapere come sconfiggere i nemici. Per certi versi ricordava Space Invaders.
Abilità e concentrazione: questi erano, e sono tutt’oggi, i requisiti per poter avanzare in GunBird
In GunBird devi essere scaltro ed evitare i miliardi di colpi che le truppe Trump ti lanciano addosso. Ricordo ancora la giravolta di Marion per spostarsi ed evitare di essere colpita. Inoltre, durante il proprio percorso, si ha la possibilità di ricevere dei potenziamenti che aiutano molto: più sei forte e più vai avanti.
Più avanzi nei livelli (in totale cinque, e nel secondo capitolo aumentano a sette) e più la difficoltà aumenta! I nemici si fanno sempre più tosti e alla fine imparerai a conoscere il tuo personaggio quasi alla perfezione. Non mentirò: all’inizio mi era difficile ed erano più le partite perse che quelle vinte. Era, però, così piacevole e tranquillo come gioco che lo ricominciavo volentieri. Un po’ come Crash Bandicoot, no? Più provi a giocare e più migliori, aumentando di abilità.
Una partita non dura tanto: in 45 minuti hai finito il gioco, pronto a ricominciare con un altro personaggio. E io ho avuto l’onore di poterlo provare su PlayStation 2, quindi alcuni anni dopo la sua uscita nelle sale giochi.
Trovai il gioco in mezzo a tanti altri titoli scontati ed era l’unico che costava meno di tutti: era perfetto per i miei piccoli risparmi fatti di monete e qualche speranza. Ricordo bene che lo aprii direttamente in macchina per guardare il disco e c’era Marion su tutto un lato con un filtro blu. Probabilmente venne scelta questa grafica per collegarsi al fatto che, durante tutta la nostra avventura, si è letteralmente in cielo.
La versione che acquistai si chiamava GunBird Special Edition, ma di speciale non aveva niente di diverso dalle altre versioni. Includeva, però, i primi due capitoli di GunBird ed è stata l’unica versione ad aver ricevuto una critica positiva.
Molte versioni di GunBird, ma poco successo
Come detto prima, le critiche generali erano per lo più negative e avevano massacrato il titolo, ma questo non scoraggiò mai gli sviluppatori. Infatti hanno continuato a lavorare sodo e attualmente esiste una versione per mobile chiamata GunBird 2. E’ possibile scaricarla dal proprio store e giocarci è veramente facile. Forse molto di più rispetto a quando lo provai su PlayStation 2.
Le meccaniche sono le stesse, tranne per il fatto che, in questo caso, si usa un touchscreen. La storia, in GunBird 2, si differenzia principalmente per il fatto che il nostro obiettivo non è lo “Specchio Magico”, ma la “Pozione Onnipotente” che dona incredibili poteri a chi riesce a ricomporla tramite la raccolta di tre elementi: Sole, Luna e Stelle.
Il gioco è disponibile su Steam a €8,99 e su Nintendo Switch al prezzo irrisorio di €6,99.
Il mio consiglio è quello di recuperare questo titolo e giocarci nelle giornate di pioggia, quando si è a fare un pic-nic e si ha voglia di rilassarsi, magari una partita prima di addormentarsi, ad aspettare l’autobus…
GunBird per me fu un titolo che riempiva le giornate anche nei momenti più bui e spero, con tutto il cuore, che possa essere lo stesso anche per te. Un Old But Gold nel vero senso della parola.