Come tutti ben sanno il franchise Pokémon è ormai da tempo un fenomeno mondiale, tuttavia non molti sono a conoscenza del fatto che la compagnia oltre alla sua saga principale ha sperimentato in lungo e in largo con innumerevoli spin-off videoludici del mondo dei mostriciattoli tascabili, come per esempio Pokémon Ranger.
Di fatto la serie principale della compagnia giapponese è solo una piccola parte del loro parco titoli, in quanto in molti ricorderanno opere interessantissime del calibro di Pokémon Snap e Pokémon Stadium. Tutti giochi che hanno proposto meccaniche interessanti e che a loro modo hanno portato un’esperienza rinfrescante e diversa dal solito.
Quest’oggi, come avrai sicuramente capito dal titolo, andremo a fare un’analisi dettaglia di Pokémon Ranger, gioco che ha debuttato nell’ormai lontano 2006 per Nintendo DS e che poi è stato riproposto nel 2015 per Nintendo Wii U.
Di cosa tratta Pokémon Ranger
La prima feature che segna un distacco netto tra i due giochi è il modo in cui i Pokémon vengono catturati, mentre nella saga principale vengono usate le famosissime Pokéball. Al contrario nello spin-off si utilizza uno strumento denominato Styler, che viene usato per accerchiare i mostriciattoli in modo da acciuffarli.
Ad aiutarci a mantenere l’ordine nella regione di Fiore avremo oltre 200 Pokémon da registrare nel Navigatore di cattura, le creature che riusciremo a catturare inoltre avranno delle caratteristiche specifiche che ci aiuteranno a tramortire i nemici o a acchiappare altri Pokémon che useranno l’ambiente a loro favore.
Nonostante una premessa molto semplice il titolo della casa giapponese propone un gameplay alquanto stratificato. Ci saranno diverse mosse e altrettante Poké Tattiche che ci saranno utili nella nostra avventura.
Di fatto i nostri amici tascabili una volta catturati ci verranno in aiuto ogni qualvolta che ci sarà bisogno di loro, in modo da indebolire la creatura avversaria o per negare il vantaggio del territorio di un Pokémon selvatico. Per fare qualche esempio, un mostriciattolo con la mossa fuoco potrà bruciare le balle di fieno che ostacolano l’uso dello Styler, mentre un Pokémon che ha equipaggiata la mossa distruzione potrà disintegrare i massi presenti nella mappa.
Ogni combattimento sarà contornato da arene particolari che saranno studiate in modo da farci sfruttare al meglio le abilità dei nostri alleati.
La storia del gioco
Per quanto riguarda il comparto grafico il titolo si avvicina molto ai suoi colleghi della quarta generazione, colori vivaci e modelli non troppo definiti ma comunque godibili. Ovviamente stiamo sempre parlando di un gioco di ormai 15 anni fa e che girava su una console portatile non rinomata per l’hardware performante.
Invece la trama segue degli eventi completamente diversi da quelli che viviamo nella saga principale, tuttavia lo scopo dei nemici sembra essere comunque molto simile. Di fatto lo spin-off non brilla per una narrazione geniale, ma piuttosto per un gameplay innovativo e interessante.
Dopo questo primo capitolo ne sono seguiti altri due che nonostante i miglioramenti, non hanno avuto lo stesso impatto del loro predecessore. L’ultimo capitolo della serie Pokémon Rangers è uscito nel 2010.
Probabilmente non vedremo più un gioco del genere, in quanto nonostante il tentativo di riportarlo su Wii U il progetto era stato creato per dare il meglio di sé su Nintendo DS con il supporto del pennino integrato con la console. Tuttavia sarebbe molto interessante vedere come un Pokémon Ranger potrebbe performare sulla piccola console ibrida della casa giapponese, magari sfruttando il touch screen della modalità undocked.
Di recente un grande classico del franchise Pokémon è ritornato con un capitolo tutto nuovo, ovvero Pokémon Snap. Non è dunque un’utopia pensare che anche questo spin-off possa ritornare in una formula completamente rinnovata sull’ultima console Nintendo.