Bioshock ha mille sfaccettature e mille citazioni, una tra queste l’hai appena letta nel sottotitolo di questo articolo. Benvenuto nel 128° episodio di Old But Gold con un gioco un po’ vecchiotto graficamente, ma intramontabile per la storia che porta con sé. Bioshock, gioco uscito il 21 agosto del 2007 per PC e Xbox 360, sembra essere ancora più vecchio di quanto sia veramente. Ha dato, però, uno schiaffo morale a tutti gli utenti; uno schiaffo che continua a riecheggiare ancora oggi.
Dopo soli quattro mesi dall’uscita, Bioshock raggiunse la bellezza di 2 milioni di copie vendute, raggiungendo i 25 milioni durante il corso del 2015. 2K Games centrò il tiro con la trama dove cultura, religione, scienza e tutto ciò che può circondare l’essere umano decade per dare spazio all’egoismo, all’ossessione, alla possessione. Tre elementi che possono portare alla rovina non solo una persona, ma un’intera città.
Ti parlerò, quindi, di un gioco che nel complesso durava una decina di ore – e dura, perché lo puoi trovare su Steam e su Instant Gaming ad un prezzo irrisorio durante i vari periodi di saldi, compresa la remastered di qualche anno dopo; ambientato nel 1960, impersonavi Jack: un uomo sopravvissuto a uno schianto aereo nell’Oceano Atlantico e che, per sua disgrazia, finisce a Rapture.
Bioshock: Rapture, Andrew Ryan e l’ADAM
“No Gods or King. Only Man”; questo è ciò che si legge durante i primi momenti di Bioshock, seguito da un monologo di Andrew Ryan: creatore di Rapture. Viene spiegato cos’é effettivamente Rapture e le promesse che vengono fatte ai cittadini per invogliarle a trasferirsi lì, nella città della più totale libertà.
“Ho costruito una città in cui un artista non debba temere la censura; dove il grande non venga confinato dal piccolo; dove lo scienziato non sia limitato da ridicoli moralismi. Scelgo di costruire… RAPTURE.” – Andrew Ryan.
Andrew Ryan è un visionario, un magnate e un’ingegnere che costruisce una città sotto il mare per poter vivere senza quelle regole che, senza, ci farebbero assomigliare ad api senza alcun fiore da impollinare. Spaesati, privi di obiettivi e senso civico. E furono molti a candidarsi per arrivare a Rapture, città che sembrava essere un paradiso terreno e che, invece, si rivelò essere l’inferno. Doveva essere l’opportunità per tutti di vivere senza essere oppressi da niente e nessuno, ma alla fine divenne una trappola mortale.
“Costruire una città in fondo al mare! Follia! Ma dove altro potevamo vivere liberi dalla morsa dei parassiti? Dove altro potevamo costruire un’economia che loro non avrebbero cercato di controllare, una società che non avrebbero cercato di distruggere? Non era impossibile costruire Rapture in fondo al mare. Era impossibile costruirla altrove.” – Andrew Ryan.
Effettivamente nessuno provò mai a distruggere Rapture, fino a quando non venne fatta una scoperta incredibile: l’ADAM. Si trattava di un’essenza prodotta dalle lumache di mare che, una volta lavorata, conferiva poter psicocinetici riscrivendo il codice genetico e tanto altro alla persona che si iniettava il siero vermiglio. Basta poco per capire che tale materia finì per diventare l’obiettivo principale di tutti; quando hai quasi tutto il potere del mondo, stai pur certo che ne vorrai ancora e, se abiti in una città senza padrone, quel potere ti servirà per avere tutti in pugno.
Una dipendenza che causò rotture, guerre e genicidi di bambini in fasce
“Vengono a Rapture pensando di essere dei capitani d’industria. Ma dimenticano che qualcuno dovrà pulire i cessi. Mi hanno dato una grande opportunità: la vita di questi poveracci in cambio di un piatto di zuppa calda. Chi ha bisogno di un esercito quando c’è l’Ostello Fontaine?” – Frank Fontaine
Quando il mondo inizia ad andare in malora, più per soddisfare una propria dipendenza che per rendere la propria cittadina un posto migliore, ti affidi a qualcuno che possa aiutarti. Ovviamente male. Parliamo di Frank Fontaine, che avviò un mercato nero di ADAM senza precedenti, avviando così ufficialmente il declino di Rapture. Le persone perdevano non solo il loro aspetto fisico, ma anche la propria psiche e umanità arrivando a compiere gesti folli e cruenti.
Effettivamente Bioshock viene considerato come un survival horror e, beh, vivere a Rapture doveva essere proprio divertente. Ironia a parte, lo stesso Frank Fontaine si ritrovò a compiere atti che hanno dell’impensabile, come quello di sfruttare delle semplici e innocenti bambine, chiamate Sorelline, per recuperare l’ADAM dai cadaveri. La sostanza, dopo un po’, iniziò ovviamente a mancare e quello pareva essere l’unico modo per poterlo riavere e, ovviamente, utilizzare per un nuovo ciclo di denaro e morte. Una volta capito il giro, però, le persone iniziarono a fare carte false per uccidere quelle bambine che di umano avevano ben poco.
Proprio per questo, Andrew Ryan mutò delle persone facendole diventare dei Big Daddy: enormi scafandri potenziati e modificati con diverse armi per proteggere la Sorelline. Ma chi proteggeva l’ADAM? Ovviamente non venivano mutate persone solo per proteggere delle bambine; Ryan si ingegnò per creare dei Ricombinanti, esseri umani che avevano perso ogni traccia di sanità mentale, ormai al suo comando. Ancora per poco, perché ben presto ci furono le rivolte per avere l’ADAM e tutto divenne solo caos.
Per cortesia, per favore, sii ciò che non vuoi essere per sopravvivere
Ebbene, questa è la trama di Rapture che, attenzione, differisce un po’ da quella di Bioshock. Questo perché il titolo comincia con Jack, un sopravvissuto a una strage aerea, che tenta di sopravvivere in questo mondo in rovina sottomarino grazie all’aiuto di Atlas. Chi è Atlas? Un simpatico signore che pare essere a capo delle rivolte per portare un po’ di pace a Rapture. In Bioshock, però, niente è facile e le cose non sono mai come sembrano. Quindi, attenzione e, per cortesia, non avere pietà.
La pietà è per i deboli, anche se in Bioshock questo ti fa scattare un piccolo giochetto con le Sorelline (che incontri anche in questo periodo nonostante siano passati almeno un po’ di anni dalla scoperta della sostanza rossa). Dovrai decidere se salvarle o prendere loro tutto l’ADAM che possiedono tramite le loro enormi, gigantesche, siringhe. Una scelta difficile e che ai tempi fece ricominciare il gioco a diversi utenti. Ogni scelta ha delle conseguenze e questa non è da meno.
Anche la scelta dell’arma era particolare, perché potevi – e puoi tutt’ora se sei un giocatore un po’ più esperto – finire il gioco con le singole armi da fuoco oppure con un semplice chiave a pappagallo da idraulico. Bioshock ha dato del filo da torcere, ma è stato uno di quei titoli che ha dato veramente tanta soddisfazione a chi lo ha provato, poiché potevi mettere in gioco tutta la tua abilità sia con scontri a distanza che con quelli ravvicinati.
Una grafica che poteva invecchiare meglio, sì, ma ancora con un gameplay eccellente
In Bioshock il tuo principale compito era quello di combattere i vari Ricombinanti che incontravi lungo la strada, affrontare i famosi Big Daddy con strategie create alla perfezione e recuperare l’equipaggiamento dai cadaveri e dai vari posti in zona come: cassonetti, casse e ogni cosa che poteva contenere qualcosa. Un’attenzione particolare all’alcool e alle sigarette, che riuscivano a dar fastidio sia a livello di salute che alla visualie sullo schermo.
Ogni elemento sulla schermata era utile ai fini della sopravvivenza e non ha niente da invidiare a un titolo più moderno. Semplice ed efficace: ecco come si presenta il gameplay di Bioshock. Forse, però, risultarono essere un po’ più complicati i vari plasmidi (sieri creati con l’aiuto dell’ADAM) e i loro utilizzi che davano vari potenziamenti. Il giocatore sceglieva un ramo in cui rendere più forte Jack e questi potevano essere cambiati in varie zone della mappa a seconda della propria convenienza. Non tutti, ovviamente, ma bene o male il meccanismo era quello.
Diamo un po’ di spazio anche alle musiche, eccezionali, che ricordano tantissimo gli anni in cui è ambientato il gioco. Niente è fuori posto, gli sviluppatori hanno deciso tutto nei minimi dettagli e principalmente è stato proprio questo a rendere famoso il titolo in un primo momento. Tra l’altro, parlando proprio delle scelte fatte dagli sviluppatori: non tutti sanno che le Sorelline non davano la scelta a Jack se salvarle o meno. All’inizio la situazione era molto più dura, più terribile, dove il protagonista le prosciugava e basta senza possibilità di pensarci su due volte. Alla fine, però, ha vinto lo schiaffo morale.
Bioshock: un titolo dalla forte morale umana e sociale
Come puoi vedere, l’Old But Gold di questa settimana non è molto divertente, né spensierato. Abbiamo parlato principalmente della trama, come mai? Il motivo è molto semplice: negli ultimi due anni, anche un po’ di più, sono state molte le persone a dimenticarsi di valori che, bene o male, un po’ tutti dovrebbero avere. No, non parliamo di cose come “minigonna sotto le caviglie” e “al matrimonio ci devi arrivare illibato”; parliamo di valori sociali che si sono persi.
Siamo arrivati a un punto della vita in cui non guardiamo più in faccia nessuno pur di arrivare al nostro scopo, a quell’obiettivo che in tanti, magari, ci hanno detto essere impossibile. Non esiste più l’aiuto concreto e spensierato, non sembra esserci più quella voglia di vivere senza censura, con una libertà sana che non fa male al prossimo. Perché, alla fin fine, è di questo che parla Bioshock; la libertà personale non deve nuocere a quella altrui e la censura, qualsiasi essa sia, è sbagliata. Rapture nasce proprio in base a ciò che succede nella storia, in base alle guerre, alle vigliaccherie di personaggi che noi tutti abbiamo studiato sui banchi di storia.
In Bioshock non sono pochi i riferimenti storici, soprattutto per quelli americani, e alle menti brillanti che avrebbero fatto comodo in una città del genere. Rapture doveva essere meritata col sudore della tua fronte, letteralmente; se eri il migliore, potevi andare a vivere in una società capitalista che difende i diritti individuali piuttosto che il collettivo. Potevi finire in una città cui la parola “individuale” ne ha fatto una vera marca di fabbrica, tanto da finire morti. In rovina. Schiacciati da un’ossessione, pensa che ironia, comune.
Una narrazione che apre il cuore e la mente
Bioshock, come hai capito, è stato una vera perla per gli anni passati e continua ad esserlo tutt’oggi. Uno sparatutto in prima persona che è riuscito a farsi amare anche da chi non ama il genere survival horror, specialmente da chi ama la filosofia, soprattutto da chi attraversava un momento difficile della propria vita. Parliamo di un titolo che ha dato una spinta a molte persone per essere ciò che sono, senza venir corrotti o manipolati da altri! Perché nel gioco, se mai lo volessi giocare, esiste anche la manipolazione mentale.
Rapture, alla fin fine, prometteva una falsa libertà: chi mai sarebbe stato felice di sapere che i propri pensieri non erano frutto del proprio sacco, ma erano indotti da altri? A nessuno piacerebbe mai una cosa del genere. Ma Bioshock non è solo questo, perché possiede talmente tante piccole morali che sarebbe complicato elencarli tutti. Fino ad ora parliamo del primo capitolo, perché ovviamente ha avuto dei seguiti.
Bioshock 2 e Bioshock Infinite: il primo è stato pesantemente criticato dalla community, mentre il terzo lo hanno amato moltissimo, ma che non è legato strettamente ai primi due capitoli. Effettivamente ci sono state molte persone che hanno giocato prima Bioshock Infinite e poi i restanti due, ma di questo magari ne parleremo più avanti.