Di recente il mondo degli anime è andato in visibilio all’uscita su Netflix della sesta parte di JoJo Bizzare’s Adventure: Stone Ocean. Ovviamente la serie è stata un successo e sempre più persone si sono avvicinate a uno degli anime/manga più iconici di sempre. Lo stile unico di Araki ha ammaliato milioni di persone che a un certo punto nella loro vita si saranno sicuramente chieste se ci fosse un modo per vivere in prima persona le mirabolanti avventure dei personaggi della serie, magari con un videogioco.
Il franchise di JoJo’s Bizarre Adventure non è solo uno dei più conosciuti nel mondo dell’animazione, ma anche uno dei più longevi con il primo volume del manga uscito nel lontanissimo 1987. In questi 34 anni d’età sono stati prodotti diversi giochi sul franchise che però sfortunatamente non sono mai esplosi qui in Europa. Da picchiaduro in 2D, passando per RPG a turni fino a una Battle Royale c’è davvero un prodotto per ogni amante di JoJo’s Bizarre Adventure.
In quesa edizione di OBG andremo però a scavare in questa collezione videoludica e a dare un’occhiata a quello che è senza dubbio il più interessante tra i vari titoli.
GioGio’s Bizarre Adventure: Vento Aureo
Il progetto targato Capcom il cui nome puoi leggere appena qui sopra ha debuttato nel 2002 come esclusiva per la leggendaria PlayStation 2 e come potrai immaginare, il titolo si basa sulla quinta parte di JoJo’s Bizarre Adventure, Vento Aureo.
Infatti per quanto riguarda la trama di GioGio’s Bizarre Adventure: Vento Aureo non c’è molto da dire dato che riprende passo passo le vicende del manga. Sicuramente è una grande storia e tutti gli amanti della serie potranno rivivere i loro momenti preferiti e prendere parte all’azione. Le differenze con la trama originale sono minime, tuttavia potrebbe comunque essere di difficile comprensione per coloro che non sono fan dell’opera di Araki.
Il selling point di GioGio’s Bizarre Adventure: Vento Aureo è però il gameplay che si stacca completamente dai precedenti titoli della serie e risulta a dir poco interessante. Di fatto prima di GioGio’s Bizarre Adventure: Vento Aureo gli unici titoli del franchise erano stati dei picchiaduro in 2D, apprezzati dal pubblico ma che fallivano nel trasmettere le particolarità dei combattimenti della serie.
Infatti come tutti i fan della serie sapranno, gli scontri in JoJo’s Bizarre Adventure sono estremamente diversi da quelli di tutti gli altri shonen manga. Gli elementi che prendono parte in una classica battaglia nel corso della serie sono innumerevoli e la capacità di adattarsi alle diverse situazioni e di padroneggiare i poteri del proprio stand sono molto più importanti della pura forza.
I, Giorno Giovanna, have a dream
GioGio’s Bizarre Adventure: Vento Aureo non è un gioco perfetto, tuttavia attraverso al gameplay riesce davvero a far trasparire l’anima e l’unicità di JJBA. Come detto in precedenza la trama è la stessa del manga e così gli scontri che andremo ad affrontare. Ogni nemico agirà esattamente come nella serie e farà di tutto per sfruttare l’ambiente circostante a suo vantaggio. In questo modo ogni combattimento diventerà una sorta di puzzle dove per sconfiggere il nostro avversario dovremo colpire nei suoi punti deboli esattamente come nella serie.
Per esempio nella battaglia contro lo stand di Polpo sarà necessario esporre il nemico al sole facendolo navigare tra le ombre degli oggetti presenti nell’arena. Ogni sfida in GioGio’s Bizarre Adventure: Vento Aureo è diversa da quella precedente e per tutta la durata del gioco non avvertiremo mai un senso di ripetitività. Inoltre all’interno del gioco sono sparsi moltissimi segreti e nuove modalità che vanno ad ampliare sensibilmente la longevità del prodotto.
In conclusione GioGio’s Bizarre Adventure: Vento Aureo è stato un titolo importante, una trasposizione videoludica che è riuscita a far vivere ai fan i momenti più belli di una delle serie più iconiche di sempre. A netto di comunque molti difetti nel caso fossi un amante dell’opera di Araki e ne avessi la possibilità ti consiglio vivamente di recuperarti il gioco, dopotutto un “rewatch” di parte 5 non fa mai male.