The Path è uno di quei giochi che non tutti conoscono, ma come è successo per American McGee’s Alice: tutti lo hanno visto almeno una volta nella vita. Mi spiego meglio; bene o male, quasi tutti i giocatori (tra grandi e piccini) hanno attraversato un periodo della propria vita un po’ dark, dove ogni schermo in proprio possesso aveva come sfondo qualcosa di oscuro, tetro e pestilenziale. Ebbene, con un’altissima percentuale di probabilità avrai già visto una delle protagonista su Google Immagini. Una delle sei, quantomeno.l
I tratti pittorici di The Path lo hanno reso perfetto per grafiche simili e sono stati tantissimi gli artisti che hanno preso spunto da esso, avendo poi grande successo. Non parliamo, però, di queste faccende un po’ a margine, no? Siamo qui per la trama, il gameplay e il cuore di questo gioco. Anche se, in tutta onestà, non c’è moltissimo da dire sulle prime due categorie. Pian piano snocciolerò tutto, non preoccuparti.
Iniziamo col dire che The Path è un prodotto nato il 18 marzo 2009 ed è uscito esclusivamente per PC. Non l’avresti mai detto, vero? La grafica non rende giustizia a un titolo per computer di quegli anni, ma non è questo ciò che risultava essere importante a quei tempi. Gli sviluppatori, Tale of Tales, volevano creare un’indie che riuscisse a raccontare una storia in base all’esplorazione del giocatore. E ci sono riusciti.
The Path: rimani sulla strada o ti farai incantare dall’ignoto?
La trama di The Path è “quasi” inesistente. Già, hai letto bene: c’è un “quasi”. Non esistono obiettivi concreti o missioni da portare a termine; ciò che viene richiesto al giocatore è quello di scegliere tra le sei protagoniste, tutte sorelle, e di intraprendere un percorso. L’avventura inizia con la ragazza al centro di una via sterrata, costeggiata da tantissimi alberi; la tua decisione è importante per il proseguimento della storia: proseguirai lungo il sentiero o andrai verso la foresta?
La mamma, alla fine, ti aveva chiesto di proseguire lungo la strada senza farti distrarre, ma l’ignoto è così bello che, quasi quasi, due passetti in mezzo agli alberi li fai. Lo sappiamo che questa storia l’hai già sentita e, infatti, The Path è un videogioco ispirato alla storia di Cappuccetto Rosso. Un po’ più dark, più oscuro, ma ovviamente sempre con la stessa morale. O quasi. Vuoi dar retta alla mamma? Allora, probabilmente, incontrerai un determinato finale, o due; se invece entrerai all’interno della foresta, molto probabilmente ti perderai e rimarrai affascinato dagli ambienti pittoreschi creati.
Inoltre, avrai modo di incontrare diversi personaggi o situazioni che ti porteranno a vari finali, tutti da scoprire non solo per capire appieno il videogioco, ma anche le sei sorelle. Ognuna di loro ha delle particolarità, un modo di fare, un abbigliamento caratteristico ed è molto bello poterle vedere una ad una. Non che ci siano grandissime differenze, ma all’epoca ero rimasta decisamente affascinata. Ruby era la mia preferita.
Sei fanciulle, un Lupo, la Nonna e tanti misteri
Gli elementi caratterizzanti della storia riguardante Cappuccetto Rosso ci sono tutti: la casa della Nonna, il Lupo, il Cacciatore, ma anche tantissimi altri personaggi aggiunti che rendono il titolo estremamente interessante. L’incontro con uno di loro determina il finale all’interno dell’abitazione della vecchietta, ultimo arrivo del lungo percorso, ma ciò che rende speciale il finale è l’appuntamento inaspettato con il Lupo.
Non è detto che tu riesca a trovarlo subito, anche se io riuscii nell’immediato (dopo soli cinque minuti) durante la mia prima partita, con immenso stupore da chi mi aveva consigliato il titolo; il Lupo è fondamentale per determinare la conclusione del viaggio, in un certo senso, ma non nella maniera che immagini.
I comportamenti avuti, l’esplorazione e tutto ciò che è avvenuto all’interno dell’avventura influenzeranno il tuo rapporto con l’incontro, specialmente sulla scelta della protagonista. Infatti, ognuna di loro possiede un Lupo diverso. Robin, per esempio, è colei che ha il vero Lupo, quello autentico della storia; le altre non le racconto, giusto per non rovinare la sorpresa. Ciò che posso dirti, nel caso ti sia venuta voglia di provare The Path, è quello di non basarti sull’aspetto fisico. Anche un fiore può essere una bestia, se lo desidera e lo vediamo come tale.
The Path viene considerata una vera e propria avventura narrativa, dove potrai interagire direttamente con il tuo Io più profondo; questa non è una frase fatta, una di quelle che si sente in giro per elogiare un qualsiasi prodotto. Tim Martin, facente parte del The Daily Telegraph, citò The Path come esempio perfetto di tecnica narrativa perfettamente riuscita. E non lo sapevi che la versione alpha venne nominata come “Eccellenza nelle Arti Visuali” durante l’Indipendent Game Festival del 2008?
Non sempre è stato The Path; 144 era il suo titolo provvisorio
Quando venne annunciato al mondo, il videogioco in questione aveva un titolo completamente diverso. Parliamo dell’anno 2006 e il pubblico dei vari forum videoludici lo conosceva come 144. All’epoca, gli sviluppatori, avevano intenzione di dare un collegamento concreto al tempo passato in game: sei periodi di 24 ore dei sei giorni d’ambientazione. Alla fine venne scelto di cambiare nome (decisamente più in tema) e di inserire lo stesso numero come forma di fiori. Nel gioco, infatti, esistono ben 144 fiori bianchi da raccogliere.
“Non siamo narratori nel senso tradizionale della parola, nel senso che conosciamo una storia e vogliamo dividerla con voi. Il nostro lavoro è più sull’esplorare il potenziale narrativo di una situazione. Noi creiamo solo la situazione. E la vera storia emerge dal giocare, parzialmente nel gioco, parzialmente nella mente del giocatore” disse Tale of Tales, durante l’uscita di The Path.
Effettivamente avevano ragione; il videogioco risulta essere diverso da qualsiasi titolo provato. Anche di recente, intendiamoci; ho recensito personalmente un gioco del genere, con obiettivi simili, ma che purtroppo non è riuscito a trasmettermi le stesse emozioni. E con emozioni non intendo paura, ansia o sentimenti negativi; ciò che mi affascinava di questo gioco era l’esplorazione, la curiosità, il fatto che ti faceva sentire proprio come Cappuccetto Rosso in mezzo al bosco e che, senza pensarci troppo, aveva affidato sé stessa al Lupo Cattivo. Solo per curiosità e, forse, anche con una punta di ingenuità.
Gameplay inesistente, ma efficace
In un gioco del genere, sinceramente parlando, quale gameplay si desidera mai avere? Pochi e semplici comandi hanno reso The Path perfetto. Muovevi la protagonista avanti, indietro, di lato e come più desideravi; questo ti bastava per partire all’avventura e, ovviamente, se trovavi qualcosa lungo il percorso potevi sempre recuperarlo con il tasto adibito. Niente di troppo complicato, ma la semplicità vince “quasi” sempre, no?
Vorresti provarlo? Su Eneba è presente la chiave, ovviamente in vendita, per Steam. Il costo si aggira attorno ai €6,49 ed effettivamente è un po’ altino per gli anni e la grafica in sé; per quanto riguarda la storia, invece, il prezzo risulta essere più che giusto. Su Steam, invece, il prezzo aumenta di qualche euro; parliamo di €8,49 con la possibilità di acquistare pacchetti interi contenti gli altri titoli prodotti dagli stessi sviluppatori.
Tra le lingue supportate c’è anche l’italiano, anche se effettivamente non è presente alcun tipo di voce. Al massimo leggerai qualche sottotitolo; anche le frasi sono ridotte al minimo, quasi inesistenti, e va tutto in base all’interpretazione del giocatore. Questo è il link della pagina Steam, dove potrai guardare anche i requisiti minimi e la trama del gioco in maniera più approfondita.
Il nostro (anzi, mio) parere? Di giocarci. Non importa se vecchio, anziano, malandato e con una grafica che, seppur sembri un dipinto, faccia ribrezzo; The Path è uno di quei titoli anonimi che dovrebbero essere giocati. Una piccola, grande, perla per poter godere appieno il suo genere.