Il mondo degli FPS si è sempre diviso in sottogeneri in base alle tematiche, abbiamo sparatutto ambientati in epoca moderna o futuristica, titoli che hanno connotazioni horror ad altri che mischiano vari genere al suo interno come il GDR. Tra le varie tematiche trattate, che si tratti di contesti veri o fantasiosi, il genere è sempre stato uno dei più seguiti e amati dai giocatori di tutto il mondo.
Il tema dedicato alla seconda guerra mondiale è sempre stato uno dei più prolifici per numero di titoli pubblicati, e ha visto nascere parecchie saghe. La prima fra tutte queste che ha saputo risplendere trattando questo contesto storico è stata senza dubbio la saga di Medal Of Honor, nata su PS1 e arrivata ai giorni nostri con Above And Beyond su VR. Oggi in questo Old But Gold ti parlerò di un capitolo a cui sono legato personalmente a livello affettivo, ovvero Medal of Honor Rising Sun!
Medal of Honor Rising Sun, la guerra da un nuovo punto di vista
Medal of Honor Rising Sun sposta per la prima volta il conflitto dall’altra parte del mondo, dando per la prima volta a livello videoludico uno sguardo al teatro della seconda guerra mondiale dedicato al Pacifico. Per la prima un FPS avrebbe raccontato le vicissitudini e i grandi conflitti che ci furono tra gli Stati Uniti e il Giappone.
Il gioco inizia il 7 dicembre 1941, data famosa per il feroce attacco aereo al porto americano di Pearl Harbor. Qui prenderemo il controllo del caporale Joseph Griffin, marine di servizio all’interno di una delle navi, la USS California, durante l’attacco giapponese. Dopo essere sopravvissuti all’attacco prenderemo parte ad alcune delle battaglie più famose e determinanti del conflitto, tra cui la conquista di Guadalcanal, la battaglie nelle Filippine dove verrà catturato Donnie, il fratello di Joseph.
È qui che la storia avrà una svolta, perchè Joseph da semplice marine verrà arruolato nell’OSS, l’equivalente dell’attuale CIA, diventando quindi a tutti gli effetti una spia. Qui ci troveremo a eseguire missioni che si distaccano in buona parte dal contesto storico mostrato fino a quel punto, ma che risultano comunque avvincenti.
In marcia Marine!
Il gameplay che offre Medal of Honor Rising Sun è piuttosto classico. Ci troviamo davanti a un FPS dalle meccaniche semplici, dove sarà possibile trasportare fino a 3 armi, e dovremo muoverci abilmente per la mappa per recuperare medikit e munizioni in giro. Come di consueto per gli FPS dell’epoca, nella quasi totalità delle missioni ci muoveremo in solitaria.
Il level design di Medal of Honor Rising Sun risulta abbastanza interessante se preso per ciò che offriva all’epoca, visto che le mappe delle missioni risultavano ben fatte, coinvolgenti e abbastanza grandi, che riuscivano a mascherare un po’ l’effetto “tunnel” del gioco, che comunque c’era. Una nota di merito va fatta per quanto riguarda i collezionabili ottenibili in game, che ci facevano sbloccare filmati storici d’archivio, interviste a veterani di guerra, making of dedicato allo sviluppo del gioco e skin per la modalità multiplayer.
Ahimè non è tutto rosa e fiori, Medal of Honor Rising Sun infatti subì grosse critiche principalmente su due elementi piuttosto problematici. Prima di tutto l’IA dei nemici era piuttosto scarsa, e spingeva i nemici ad attaccare faccia a faccia in modo stupido e senza senso in certe occasioni, mentre secondariamente lo shooting appariva piuttosto macchinoso e legnoso pad alla mano, con gli analogici che offrivano davvero poca sensibilità, rendendo pesante e innaturale il prendere la mira.
Sono sicuramente due difetti non da poco, che fecero precipitare agli occhi della critica il voto che, facendo un media ponderata delle recensioni dell’epoca, si attestò su un 7,5.
Multiplayer e comparto tecnico
Il comparto tecnico di Medal of Honor Rising Sun, al netto dei problemi d’IA, risulta abbastanza solido, ha sicuramente qualche glitch o compenetrazione dei nemici con la mappa ogni tanto, ma non ci sono problemi di sorta gravi. Graficamente il gioco risultò molto gradevole e ricco di dettagli per l’epoca, con la versione Xbox che è sicuramente la migliore su questo punto di vista, con una densità poligonale e un livello di dettaglio sicuramente pià ricco rispetto alle controparti Gamecube e PlayStation 2.
L’audio risulta invece altalenante, con certi rumori ambientali e bocche da fuoco che risultano riprodotte in modo fedele, mentre altri suoni come il doppiaggio e alcune armi risulta stranamente scatoloso. Nota di merito alle musiche sempre azzeccate e che centrano a pieno le varie fasi e missioni della campagna. Medal of Honor Rising Sun è stato il primo capitolo della saga a offrire le modalità multiplayer e cooperativa. Nella cooperativa due giocatori possono affrontare in coppia le missioni della campagna in split screen.
Anche il multiplayer di Medal of Honor Rising Sun sfrutta la caratteristica dello split screen, però fino a 4 giocatori contemporaneamente e per un totale di 8 nella stessa partita. Le modalità sono solo due ovvero tutti contro tutti e deathmatch a squadre. Prima d’iniziare la partita si deve ovviamente scegliere la mappa che vogliamo, tutte ispirate alle ambientazioni viste nella campagna, le armi da usare e il personaggio che vorremo utilizzare tra tutti quelli presenti nella campagna.
Medal of Honor Rising Sun, al netto dei difetti rappresenta una pietra miliare all’interno del panorama degli FSP, un titolo che ha saputo rivoluzionare a modo suo il genere, espandendolo a contesti nuovi e inesplorati fino al suo arrivo.