Quando si cita Sly 3: L’Onore dei Ladri è lapalissiano che si parli del titolo più maturo della serie, e di conseguenza il prodotto meglio confezionato da Sucker Punch per quanto concerne i primi titoli rilasciati per PlayStation 2.
Infatti Ghost of Tsushima è soltanto la ciliegina sulla torta dell’evoluzione del team first party di Sony Interactive Entertainment: nel 2005 il team aveva certamente meno esperienza di Naughty Dog e Insomniac Games per realizzare un progetto “blockbuster”, ma le basi gettate con i primi due Sly Cooper avevano fatto si che la software house di Washington potesse realizzare il videogioco più completo con protagonista il procione ladro.
Per questo centoquarantaseiesimo appuntamento con la rubrica Old But Gold, abbiamo scelto di concludere gli approfondimenti sulla serie di Sly Cooper con il capitolo di chiusura della trilogia per PS2. Non perdiamoci in chiacchiere ulteriori e andiamo a scoprire questo fantastico titolo pubblicato per la sesta generazione di console griffata Sony PlayStation.
Sly 3, l’inizio della fine
Sly e la sua banda di ladri ha un nuovo obiettivo: appropriarsi del Caveu appartenente alla dinastia Cooper situato su di un isola nell’Oceano Pacifico. Tuttavia, il Dottor M sembrerebbe essersi impossessato del caveau, passando diversi anni a cercare di aprire la porta blindata del tesoro del Clan Cooper.
Per l’ardua impresa, questa volta la banda di Sly si è sensibilmente allargata. Oltre ai suoi amici d’infanzia Bentley e Murray, i nuovi componenti della gang Cooper saranno di estremo aiuto per oltrepassare tutte le misure di sicurezze piazzate dal paranoico Dottor M.
Il prologo del gioco si conclude con dei tragici propositi: Il dottor M ha scoperto la presenza di Sly Cooper sull’Isola, e dopo uno scontro a galoppo del suo mostro, il malvagio scienziato sta per terminare la vita del ladro procione. Prima che la mostruosità fagociti Sly, il nostro eroe vedrà l’intera vita passargli davanti agli occhi.
Da questo momento, Fino all’episodio finale, il giocatore vivrà i flashback degli ultimi mesi vissuti dal procione e dalla gang. La narrativa ci farà ripercorrere i momenti salienti della banda e come i tre amici siano riusciti a reclutare nuovi membri per tentare questo ambizioso colpo.
Oltre a una buona dose di fan service costruita importando personaggi iconici della serie come la lucertola Dimitri e Carmelita Fox, la trama di Sly 3: L’Onore dei Ladri offre l’introduzione di nuovi membri ben caratterizzati che arricchiscono di comicità e leggerezza i momenti più ilari del gioco.
Inoltre, questo capitolo di Sly offre la selezione di location più intrigante di tutta la trilogia; dalla splendida Venezia al setting piratesco, passando tra la polverosa Australia e la Cina Imperiale, il level design offre dei biomi sempre vari e ben realizzati.
Insomma, dalla partenza eccitante al finale malinconico le ore scorrono abbastanza velocemente grazie ai ritmi ben scanditi dagli sviluppatori, ai colpi di scena e alle strampalate avventure che i tre amici vivono in giro per il mondo.
Sly 2+1
A differenza delle altre mascotte platform di Sony come Jak o Ratchet, il gameplay è maggiormente improntato verso lo stealth, peculiarità che ha contraddistinto la serie sin dal primo capitolo.
Esattamente come i platform di Naughty Dog e Insomniac Games, Sly Cooper è un prodotto con una sentita componente story driven, senza che questa ecceda nelle tematiche o prenda il sopravvento del progetto scalzando via il gameplay. Al contrario, le vicende del procione risultano essere particolarmente giocose e probabilmente lasciano al giocatore una maggior libertà d’azione rispetto ai titoli di Jak o di Ratchet.
Dal punto di vista del gameplay, possiamo definire Sly 3: L’Onore dei Ladri come un more of the same del secondo capitolo. Se dal primo titolo al secondo lo scheletro del gameplay è stato praticamente rivoluzionato, specialmente per quanto concerne la struttura delle missioni di gioco, in questo terzo gioco troviamo una giocabilità molto simile a Sly 2: La Banda dei Ladri.
Esattamente come nel suo predecessore, anche ne L’Onore dei Ladri ogni episodio ci fornisce una sorta di open map pullulante di guardie nemiche in cui si svolgono le missioni della storia, il tutto condito con qualche collezionabile sparso negli scenari e dei bottini da raccogliere per arricchire il nostro capitale. Quando si concluderanno tutte le missioni principali, dovremo fare i conti con il boss dell’episodio prima di partire alla ricerca di altri componenti della banda.
Anche in questo capitolo è presente Ladro.net, il sito web che ci permetterà di acquisire abilità uniche per i tre personaggi giocabili, ossia Sly, Bentley e Murray. Oltre all’implementazione di skill mai viste prima nel corso della serie, anche il parkour con Sly è stato leggermente migliorato aggiungendo anche nuove mosse all’agile procione.
Il metodo più redditizio per racimolare un bel gruzzoletto è sicuramente quello di rubare monete e tesori dai taschini delle guardie nemiche, operazione fattibile soltanto se ci muoviamo in modo stealth alle spalle di un nemico e depredandolo dei suoi averi senza esser visti.
Modificando poco o nulla del gameplay collaudato del secondo capitolo, per L’Onore dei Ladri Sucker Punch ha scelto di intensificare la progettazione sulla qualità delle missioni e su come diversificarle. A conti fatti, Sly 3 è il titolo più variegato in termini di missioni disponibili.
Basti pensare che, oltre alle quest giocabili con i tre protagonisti, questa volta vi sono una moltitudine di missioni completabili con gli altri membri della banda. Una scelta azzeccata, che scandisce meglio i ritmi di gioco e azzera quasi totalmente la ripetitività nella partita.
Fiore all’occhiello è il lavoro svolto per i minigiochi: in Sly 3 vi è una maggiore predisposizione a questa tipologia di missioni, e oltre a maggiorare la varietà spiegata nel paragrafo antecedente, alcuni di questi intaccano anche il sandbox del giocatore quando questo si trova in esplorazione dell’open map.
È il caso della caccia al tesoro, che si sblocca nel penultimo capitolo del gioco: una volta terminato l’episodio, su ogni mappa disponibile apparirà una serie d’indizi con tanto di numero di passi da compiere per avvicinarsi sempre più al tesoro sepolto. Insomma, Sucker Punch ha compiuto un lavoro con i fiocchi perfezionando la formula di Sly 2 e aumentandone la rigiocabilità grazie alla varietà delle quest e alle sfide da completare tramite il menù di gioco.
In conclusione
La serie di Sly Cooper resta ancora oggi nel cuore degli appassionati della vecchia ammiraglia Sony; questo terzo capitolo rappresenta il massimo splendore raggiunto dal franchise, e ancora oggi i fan dell’opera non esitano, di tanto in tanto, a rigiocare l’avventura di Sly, Bentley e Murray ancora una volta.
Dopo un quarto capitolo sviluppato da Sanzaru Games divertente ma non eccelso, purtroppo la saga ha subito un importante arresto in termini di copie vendute. Questo ha costretto Sony a ripiegare mettendo l’IP “in stand by” fino a nuovo ordine.
Ciononostante, le atmosfere cartoon delle ambientazioni e la musiche “boondiana” dell’epopea di Sly Cooper costituiscono una miscela al sapor di nostalgia, che gli appassionati dell’opera custodiscono gelosamente nell’angolo più remoto dei propri cuori.
Di recente, diversi rumor vedrebbero un dietrofront da parte del publisher giapponese, con un ritorno del procione in grande stile. Non ci è dato sapere quanto queste voci di corridoio possano essere veritiere, ma il pubblico attende un ritorno della Banda dei Ladri e, se non vi sono le circostanze per un vero e proprio sequel, è probabile che i fan desiderino il remake di questa fantastica esclusiva PlayStation 2.