Soul Calibur è senza ombra di dubbio una delle serie picchiaduro più amate dagli appassionati del genere. Data l’uscita del suo ultimo capitolo, Soul Calibur VI, cogliamo la palla al balzo per realizzare questo nuovo episodio di Old But Gold, la nostra rubrica dedicata a quei titoli che per anni ci hanno emozionato e donato ore di puro intrattenimento. In questo episodio parleremo del primo capitolo realizzato da Bandai Namco nel lontano 1995, il suo nome era Soul Blade.
Soul Blade, un nome una leggenda
Realizzato dallo stesso team di sviluppo che pochi mesi prima aveva dato alla luce Tekken, Soul Blade venne distribuito all’interno delle sale giochi di tutto il mondo sotto forma di cabinato arcade nel 1995. Proprio come per il suo fratello maggiore, passarono alcuni anni prima che la versione PlayStation approdasse all’interno del mercato mondiale.
Il 22 gennaio del 1997 Soul Blade entra a far parte del parco titoli PlayStation. A differenza del titolo principale di casa Namco i campioni si sfidavano in duelli all’ultimo sangue armati di possenti armi corpo a corpo, che metteva in risalto le abilità in combattimento di ogni singolo personaggio.
Ambientato nel XVI secolo, Soul Blade cercava di portare all’interno del mondo videoludico un universo fatto di cavalieri medievali, samurai, pirati e possenti eroi grechi. Ogni personaggio era un accurata rappresentazione di una diversa cultura della spada, e le sue tecniche di combattimento mettevano in risalto le differenze dell’epoca di appartenenza.
Il fulcro principale di tutta la trama era la fantomatica Soul Edge, una spada maledetta che dona immensi poteri a chiunque la brandisca, trascinando lo sventurato guerriero in un baratro fatto di orrore e follia.
Soul Blade, proprio come il suo predecessore, vantava un comparto grafico d’avanguardia, tuttavia a differenza di Tekken, all’interno del titolo i colori ricoprivano un ruolo importantissimo. I background e il character design dei personaggi vantavano colori molto accesi, utilizzati dagli sviluppatori per promuovere quelle differenze culturali presenti in ogni singolo personaggio.
I personaggi che hanno fatto la storia
Il racconto ruota tutto attorno alle vicende dei personaggi che compongono il roster di lottatori disponibile nel gioco. Ognuno è caratterizzato da uno stile e un’arma particolare. I differenti stili di combattimento invogliavano il giocatore ad esplorare ogni singolo personaggio, alla ricerca del proprio stile e del proprio lottatore preferito .
Qui sotto ti riportiamo la lista completa dei lottatori presenti all’interno di Soul Blade:
- Hwang Seong Kyung: coreano, armato di una scimitarra, allievo prediletto del padre di Seong-Mi na.
- Rock: di origine inglese, rimane coinvolto in un arrembaggio pirata e finisce su un isola deserta. Con il passare del tempo la bestialità e i meri istinti animaleschi sostituiranno il suo essere borghese. La sua enorme forza gli permette di manovrare una gigantesca mazza chiodata.
- Taki: una kunoichi (ninja donna) giapponese che ha forgiato personalmente la sua wakizashi Rekkimaru. La giovane ninja ben presto capirà che la sua lama si sta indebolendo a causa degli spiriti demoniaci che dimorano all’interno della Soul Edge.
- Sophitia: una giovane ragazza greca devota alla Dea Atena. Incaricata da Efesto (il fabbro degli dei) di distruggere la Soul Edge partirà per un lungo viaggio armata di una spada e uno scudo, equipaggiamento tipico dell’eroe greco.
- Mitsurugi: un giovane che abbraccia la filosofia del Bushido per diventare un samurai. Con l’avvento delle armi da fuoco parte alla ricerca della Soul Edge per difendere i suoi cari. Ad accompagnarlo durante il suo lungo viaggio c’è la sua letale katana.
- Siegfried: abile cavaliere del Sacro Romano Impero, durante una battaglia uccide per sbaglio il proprio padre. Ottenebrato dalla tragedia si convince che qualcun altro ha ucciso suo padre quindi parte alla ricerca della Soul Edge per vendicarlo.
- Seong Mi Na: parte in cerca della Soul Edge per salvare il suo villaggio dalla distruzione della guerra. Per combattere usa una Naginata, una lunga lancia con una lama curva all’estremità.
- Li Long: vuole ottenere la Soul Edge per vendicare la sua amata uccisa da Mitsurugi. Combatte con due paia di Nunchaku.
- Voldo: braccio destro di un mercante italiano, ha come unico scopo di vita rispettare gli ordini del padrone. Il suo stile di combattimento si concentra sull’utilizzo di artigli veneziani e della sua incredibile agilità.
- Cervantes: il pirata che assaltò la nave dei genitori di Rock per entrare in possesso della Soul Edge per poi sparire completamente dalla circolazione. Il suo stile di combattimento consiste nell’utilizzo di due spade corte contemporaneamente.
Nuove regole di combattimento
Ma cosa rendeva Soul Blade diverso rispetto a Tekken? Una delle caratteristiche principali del titolo, oltre all’introduzione delle armi bianche all’interno di un picchiaduro, è senza ombra di dubbio l’arena o per meglio dire il ring. La scelta di ambientare i combattimenti all’interno di ring delimitati e non infiniti come quelli di Tekken è stata vincente per Bandai Namco.
I round di combattimento potevano essere vinti sia mandando KO l’avversario sia buttandolo fuori dal ring. Questa meccanica aggiungeva nuove strategie di combattimento che molte volte si mixavano con i vari stili di lotta di alcuni personaggi.
A differenza della concorrenza il sistema di combattimento di Soul Blade era stato ideato per emulare il più possibile il duello all’arma bianca. Non era importante la combo in se per se come in un Mortal Kombat o in uno Street Fighet, a essere importante era quel mix di affondi a parate in grado di sbilanciare il nemico e coglierlo alla sprovvista per buttarlo fuori dal ring o trovare un’apertura all’interno della guardia.
È evidente come Soul Blade sia a tutti gli effetti un titolo molto importante per la storia del genere picchiaduro. Le sue meccaniche innovative e il suo continuo migliorarsi ed evolversi ha permesso a questa serie di diventare Soul Calibur VI, un titolo fantastico, in grado di appassionare molti videogiocatori.
Non vediamo l’ora di vedere cosa deciderà di fare Bandai Namco in futuro. Noi di iCrewPlay saremo lì pronti ad informarti sul futuro di questo meraviglioso brand che ha ancora tanto da offrire all’industria videoludica.
Mi sento tremendamente vecchio Rob ?