Final Fantasy XIII è sempre stato, per me, un’icona della saga più conosciuta al mondo. Il mio primo Final Fantasy? Ricordo distintamente il cofanetto fisico di Final Fantasy VII per la tanto amata PlayStation One in inglese, preso orgogliosamente da mio padre in un negozio ormai dimenticato persino dal proprietario. Mai giocato, ovviamente, non capendo molto; a quei tempi ero veramente piccola e gli unici momenti giocati furono i primi minuti di gioco. Niente di più, niente di meno. Il tredicesimo capitolo, però, fu la vera svolta e mi introdusse in questo fantastico mondo firmato Square Enix.
Divenne la colonna portante della mia carriera videoludica e pian piano cercai di ritrovare i vecchi capolavori, così da poterli aggiungere alla mia collezione e conoscenza. Il problema, però, è sempre stata la community che additava il titolo come “non entusiasmante” e quasi mi facevano provare vergogna nell’averlo giocato ed essermi divertita. Almeno fino alla prima parte, ma di questo ne parleremo a breve. Fortunatamente, Play Generation lo considerò come il terzo miglior gioco di ruolo del 2010 e questo mi fece sentire meno sola nell’averlo apprezzato.
Perché sì, Final Fantasy XIII uscì in Europa il 9 marzo 2010 per PlayStation 3 e Xbox 360 con un’edizione del tutto speciale.
Final Fantasy XIII è stato speciale e non siamo sentimentalisti
L’edizione in questione conteneva un sacco di prodotti gustosi, ovviamente per chi era riuscito a risparmiare un po’ e accaparrarselo; per quanto mi riguarda, non trovai nessun negozio che vendesse un pacchetto del genere e dovetti aspettare dei mesi. Un vero peccato per il mio cuore da adolescente, fremente di provare il suo primo e vero Final Fantasy. Riuscii a trovare una copia fisica per PlayStation 3 tempo dopo, grazie a una nota catena di videogiochi. Usato, ovviamente; il cofanetto in questione conteneva:
- Gioco base.
- Due adesivi I’Cie da collezione.
- Compilation colonna sonora.
- Volume “The world of Final Fantasy XIII” con illustrazioni dell’intera progettazione.
- Tre stampe degli Esper presenti nel gioco, ovviamente da collezione.
Questa edizione speciale non fu contemplata per l’uscita su PC, che avvenne nel 2014 e riscontrò moltissimi problemi. Un bug dietro l’altro, che fecero scendere ancora di più le varie opinioni sul gioco. Sicuramente ti starai chiedendo il motivo principale di tutte queste critiche e la risposta è semplice: novità. Il sistema di combattimento presentava uno tra i più conosciuti della serie; parliamo del sistema ATB (Active Time Battle) con più velocità, più strategie da attuare e una rivisitazione degli Esper. Oh, gli Esper furono ciò che personalmente mi diedero più difficoltà.
Una storia avvincente… o quasi
Per parlare degli Esper, effettivamente devo passare per la storia; in questo Final Fantasy XIII non troviamo solo un protagonista, ma ben sei personaggi (più una, leggermente più esterna in questo capitolo) giocabili nel corso dell’avventura. Ognuno di loro presenta una peculiarità, un carattere unico e una di loro la conoscerai sicuramente, divenuta una delle icone di Sony: Lightning. Ragazza dai capelli rosati, abito militare e sguardo di ghiaccio. Oltre a lei troviamo:
- Snow;
- Sazh;
- Vanille;
- Fang;
- Hope.
C’è chi aveva il ruolo di padre, chi di fratello e chi di amante; tutti, però, si ritrovano immischiati nelle vicinanze di una Cocoon sotto una monarchia ecclesiastica. Essa riflette, e interpreta, il volere dei Fal’Cie: divinità in grado sia di avere un grande controllo sugli umani, sia di donare solo risorse atte a poter vivere. Non solo, perché gli stessi possono benedire o maledire persone a loro piacimento e non è per niente una bella situazione. Né da una parte, né dall’altra.
Una missione comune per il bene di Cocoon e di Gran Pulse
Infatti, finendo nel mirino di una divina si diventa degli I’Cie: umani in grado di utilizzare la magia per completare la missione. Di quale missione parlo? Ah beh, ogni umano ne ha una tutta personale scelta direttamente dal Fal’Cie del Sactum (benedizione) o dal Fal’Cie di Pulse (maledizione). In caso di fallimento della stessa, l’umano diventa semplicemente un non-morto, mentre in caso di successo avrà l’onore di diventare un cristallo e vivere in eterno.
Metà del gioco viene vissuto direttamente su Cocoon, mentre la seconda parte su Gran Pulse ed è proprio qua che partono la maggior parte delle critiche. La storia prosegue bene, fluidamente, per poi morire in un grande campo pieno di mostri. Certo, è stato molto interessante scoprire i mostri di Gran Pulse e quali sono più forti di altri, ma alla fin fine quella parte è stata anche abbastanza noiosa e purtroppo la critica era stata molto dura su questo. Lo è tutt’oggi, tra l’altro. E dopo questa parte (che a quei tempi sembrava essere interminabile), si va alla conclusione del gioco che, ovviamente, non dirò. Magari sei un giocatore che non ha mai provato questo titolo e ti piacerebbe farlo, chi lo sa, e io te lo consiglio.
Con tutto il cuore, nonostante quanto detto; Final Fantasy XIII è un’avventura da vivere (in inglese e giapponese, con i sottotitoli in italiano), indipendentemente da tutto. Altrimenti non sarebbe mai diventato un capo saldo della saga, no? Unica cosa: non lasciarti abbattere dal sistema di cattura degli Esper (specialmente quello di Fang, unica creatura che mi ha dato grandissimo filo da torcere). Nel sistema di combattimento era stata introdotta (e c’è tutt’oggi, ovviamente) la Crisi dei nemici che li porta a morire più rapidamente.
Il primo di una piccola serie, nella serie
Questa Crisi avveniva dopo svariati colpi ai nemici e, ovviamente, arrivava più velocemente nel caso in cui l’utente adottava una determinata strategia; ciò avveniva anche in caso di cattura dell’Esper, dove la barra di questa energia arrivava a un limite in cui, con una serie di tasti sul controller, si riusciva a prendere con sé la creatura. Attenzione, però, perché ogni personaggio aveva il proprio Esper che appariva dopo un momento di crisi. La disperazione che li faceva toccare il fondo del baratro, per poi rialzarti più potenti di prima.
La grafica creata con Crystal Tools aiutò molto la me giocatrice dell’epoca a immergersi maggiormente in un mondo dove magia, tecnologia e scienza si mischiavano per dare via a oggetti anti-gravitazionali o stranezze simili. Un Final Fantasy XIII dalla colonna sonora straordinaria che riscosse più curiosità che successo, in quanto è stato il primo Final Fantasy annunciato facente parte dell’arco narrativo del Fabula Nova Crystallis. Un arco che diede ai fan tantissimo pane per i propri denti, mandandoli in un brodo di giuggiole.
Ed eri a conoscenza del fatto che Final Fantasy XIII ha ben due seguiti? Beh, diciamocelo chiaramente: per molti utenti, il titolo possiede solo un sequel; Final Fantasy XIII-2 e Lightning Returns non hanno suscitato questo grande interesse, specialmente l’ultimo titolo che fu un piccolo flop nonostante le novità inserite. Eppure, possiamo considerare la saga di Lightning una tra le più conosciute.