Parlare del primo Assassin’s Creed non è mai cosa facile. Nonostante i difetti principalmente strutturali di cui il gioco deve tenere conto, è innegabile che il progetto di Ubisoft Montreal abbia portato una ventata di freschezza in un settore videoludico che nel 2007 iniziava a soffrire di stagnamento soprattutto per quanto concerne le meccaniche dei prodotti a mondo aperto.
Siamo alla metà del primo decennio degli anni 2000, quando il team canadese inizia i lavori su un nuovo videogioco tratto dalla serie di Prince of Persia. Dopo il successo della trilogia su PlayStation 2, gli sviluppatori optano per la realizzazione di uno spin-off: il gioco sarebbe stato un prequel della trilogia delle sabbie, chiamato Prince Of Persia: Assassins.
Avremmo impersonato una guardia del corpo del Principe in età adolescenziale, tuttavia si è deciso di cancellare il prodotto poiché avrebbe snaturato la caratterizzazione del Principe, quindi il team optò di eliminare il progetto sotto nome di Prince Of Persia e di creare una nuova IP partendo dalle basi già consolidate: nacque così quello che tutti noi oggi chiamiamo Assassin’s Creed.
In occasione dell’appuntamento settimanale con la nostra rubrica che tratta di perle videoludiche dal passato, non potevamo non dedicare uno spazio anche all’avventura apripista di una delle saghe più famose della storia videoludica. Non perdiamoci in chiacchiere ulteriori e partiamo per questo viaggio dal sapore medio-orientale.
L’incipit di Assassin’s Creed
In principio la razza umana viveva sotto il controllo degli Isu, una cerchia di esseri superiori che hanno creato l’umanità a loro immagine e somiglianza. Nonostante la pace instaurata tra le due compagini, questa terminò a causa della soggiogazione sugli esseri umani da parte degli Isu tramite l’utilizzo dei Frutti dell’Eden, dei manufatti avanguardistici che permettevano agli esseri superiori di lobotomizzare la razza umana a proprio piacimento.
La guerra tra le fazioni scoppia dopo che due umani, Adamo ed Eva, rubano intenzionalmente la Mela dell’Eden: questo furto ha fatto si che l’intera umanità si risvegliasse dalla soggiogazione degli Isu, iniziando una guerra contro di essi.
Il conflitto tra le due fazioni termina in realtà con un cataclisma chiamato Catastrofe di Toba, non previsto da “Coloro che Vennero Prima”, troppo impegnati nella guerra contro gli umani. I pochi Isu che si distaccarono dalla guerra per provare a fermare la sciagura non potettero nulla contro la Catastrofe di Toba: questo fallimento ha portato la razza Isu all’estinzione e al contempo decimò gravemente la razza umana.
Migliaia di anni dopo, durante la Terza Crociata avvenuta nel 1190, L’Ordine dei Templari e quello degli Assassini si fanno guerra a causa dei desideri di controllo del mondo da parte dei primi. Infatti, se da una parte gli Assassini credono fermamente nel libero arbitrio, i Templari sognano di governare le nazioni e di ambire a un mondo perfetto servendosi della dittatura e portando pace attraverso dei dogmi alquanto proibitivi. Proprio in questo scenario di guerra santa ha inizio la storia del primo Assassin’s Creed.
Nulla è reale..
Desmond Miles è antenato di Altair Ibn La-Ahad, assassino che ha combattuto la guerra contro i Templari e che, col senno del poi, è diventato uno dei protagonisti preferiti della serie. In separata sede, puoi leggere un nostro approfondimento su questo interessantissimo personaggio.
Desmond viene catturato dai Templari dell’era moderna con l’obiettivo di ripercorrere i ricordi del suo antenato Altair tramite l’ausilio dell’Animus, un macchinario tecnologicamente avanzato che permette di rivivere le gesta dei propri antenati anche dopo secoli. Il Dr Vidic, il Templare che ha ordinato la cattura di Desmond, ha intenzione di ritrovare la Mela dell’Eden che fu in possesso di Altair per far si che i Templari possano rigovernare il mondo.
Il giocatore si trova quindi a impersonare sia Desmond Miles che Altair, in fasi alternate tra presente e passato: ciononostante, il focus principale del gioco è incentrato proprio sull’assassino medio-orientale. Dopo aver violato tre delle regole principali del Credo degli Assassini, Altair viene declassato dal suo mentore Al-Mualim; lo scopo principale del gioco è quello di eliminare una lista di nove Templari al fine di riacquisire la fiducia del maestro.
La storia di Assassin’s Creed non manca di colpi di scena sia nelle vicende del passato che in quelle del presente. Inoltre, il primo Assassin’s Creed è un tassello importante per la lore degli Isu e per ciò che avverrà nei sequel a venire.
…tutto è lecito
Assassin’s Creed ha rivoluzionato la concezione degli open world del mercato videoludico. Stiamo sicuramente parlando di uno dei videogiochi più importanti dell’epoca moderna per quanto riguarda la struttura di scoperta della mappa di gioco.
Una volta che Altair sarà approdato in una città a lui sconosciuta, dovrà in primis scalare dei punti strategici per “sincronizzare” il ricordo del suo antenato con le vicende vissute dall’Assassino. In gioco questo si traduce in arrampicarsi fino alla cima delle torri per riuscire a vedere una grossa porzione di città dall’alto, di conseguenza sulla mappa di gioco verranno svelate le missioni e i punti d’interesse per proseguire nella trama principale.
In seguito, questa meccanica è stata ripresa da molti altri titoli open world sia sviluppati da Ubisoft stessa che non; fra tutti, come non citare The Legend of Zelda: Breath of the Wild di Nintendo o gli Horizon di Guerrilla Games? Insomma, stiamo parlando di una funzionalità che ancora oggi viene utilizzata nell’industria nonostante sia “vecchia” di quindici anni. Un’impresa simile è sinonimo di buon game design.
Un altro pregio del gameplay di Assassin’s Creed è il parkour: all’epoca era sicuramente uno dei più credibili in circolazione poiché qualsiasi sporgenza, finestra, ringhiera o appiglio che decorano i palazzi delle Terre Sante è utile per scalare. Per gli appassionati del parkour, era davvero una meccanica di gioco peculiare.
Sebbene Assassin’s Creed abbia molte qualità, che il progetto fosse ancora in fase embrionale sotto alcuni aspetti era sotto gli occhi di tutti: non tutte le meccaniche di gioco sono ben congegnate e le pecche principali sono da imputare quasi tutte al sistema di combattimento.
Assassin’s Creed è stato pubblicizzato come un gioco stealth. Nonostante ci siano alcuni punti dove nascondersi ed eliminare la preda senza essere visti dalle guardie nemiche, questa meccanica non è ben approfondita e viene fuori soltanto quando bisogna intrufolarsi nelle varie città nascondendosi nei carri di fieno o fingendosi un monaco per superare i posti di blocco nemici.
Anche il combat system non spicca di certo. Oltre alla legnosità delle animazioni, è da segnalare che i nemici attaccheranno Altair uno per volta e inoltre, nonostante ci sia una buona varietà nella ruota delle armi, queste si differenziano davvero poco. Fortunatamente, il combat system verrà migliorato nei capitoli a seguire.
Infine, il primo Assassin’s Creed è un gioco troppo ripetitivo. Le sei indagini da svolgere prima di uccidere ogni bersaglio si alterneranno tra lo spionaggio, l’interrogatorio, il borseggio e l’incontro con gli informatori. Nel complesso queste missioni si somigliano un po’ e a lungo andare il giocatore potrebbe annoiarsi nel completare le indagini utili all’assassinio del Templare.
Come avrai capito, Assassin’s Creed non è un titolo esente da difetti. Eppure, questi non eclissano gli enormi pregi del gioco che ha fatto la storia dei titoli a mondo aperto essendo il precursore di determinate meccaniche, oltre che di una saga blockbuster ancora oggi, dopo decenni dal primo capitolo.
Una lama tra la folla
Il comparto tecnico di Assassin’s Creed è semplicemente maestoso. La realizzazione delle città presenti nel gioco ossia Masyaf, Acri, Gerusalemme e Damasco, è incredibilmente curata e dettagliata per l’epoca.
Ogni regione si differenzia sia nei colori che nella realizzazione stessa degli edifici: dall’architettura crociata di Gerusalemme passando per quella saracena di Damasco, le mappe di gioco sono semplicemente fuori scala per gli standard dei tempi che furono. Una peculiarità che ancora oggi è il punto forte di ogni Assassin’s Creed pubblicato dall’azienda francese.
Anche la colonna sonora è realizzata in maniera impeccabile. Stiamo parlando della prima collaborazione tra Ubisoft e il compositore danese Jesper Kyd, lo stesso che due anni dopo realizzerà l’iconica Ezio’s Family. In questo capitolo l’atmosfera la fa da padrona, e l’ottima OST del gioco è una delle portate principali: musiche come Access in the Animus o Trouble in Jerusalem ancora oggi riecheggiano nella testa dei giocatori di questo titolo.
In conclusione
Assassin’s Creed ha dato inizio a una vera e propria icona della cultura pop: il vestiario degli Assassini e la lama celata fanno ormai parte di un’iconografia ben delineata e apprezzata dalla massa, che ancora oggi suscita interesse anche nei più giovani.
Basti vedere come negli anni resti ancora vivido l’amore della community e, nonostante molti giocatori non abbiano nemmeno sfiorato i primi Assassin’s Creed, quanto questi riescano a riconoscere i protagonisti più iconici della saga. Quante volte al Comicon ti è capitato di vedere un cosplay di Altair o di Ezio Auditore?
Proprio per questo, il primo Assassin’s Creed ha una valenza importantissima per l’industria dei videogiochi dal canto della cultura pop. Senza trascurare l’importanza che questo ha avuto per lo sviluppo orizzontale delle meccaniche open world.
Insomma, Assassin’s Creed è un titolo non esente da difetti, ma che è stato precursore di un nuovo corso non solo per Ubisoft, ma anche per il nostro medium preferito. Molti fan richiedono a gran voce un remake di questo capitolo della saga, che magari vada a limare alcune pecche del titolo senza snaturarne l’essenza: non ci resta che aspettare e scoprire se il publisher transalpino abbia intenzione di assecondare il proprio pubblico.