Pac-Man è senza ombra di dubbio una delle mascotte più importanti dell’intera storia videoludica: dominatore dei cabinati arcade, il franchise ideato da Toru Iwatani e sviluppato da Namco (prima che questa si fondesse con Bandai) è riuscito a racimolare fior fiori di monetine nelle sale giochi di tutto il mondo.
Nel 1999, con l’avvento delle prime console capaci di far girare software in grafica tridimensionale, gli sviluppatori rilasciano un videogioco totalmente inaspettato per celebrare il ventesimo anniversario dell’IP: Pac-Man World è la nuova avventura della simpatica sfera gialla, la prima in uscita su console PlayStation One. Al contrario dei prodotti rilasciati sino a quel momento, il titolo si presenta come un platform 3D abbandonando la formula collaudata del puzzle game bidimensionale.
In occasione di questo centosettantanovesimo appuntamento con la nostra rubrica Old But Gold e in concomitanza con l’uscita del remake, non potevamo non parlare di Pac-Man World ai nostri lettori. Non perdiamoci in chiacchiere ulteriori e immergiamoci in questo fantastico titolo.
Pac-Man into the Pac-Verse
Il gioco inizia con una cutscenes introduttiva in cui si vede Pac-Man tornare a casa in occasione del suo ventesimo compleanno (scelta ironica, poiché come accennato in prefazione il titolo è stato pubblicato proprio in occasione dell’anniversario del primo Pac-Man).
Quel che doveva essere una giornata nell’allegria famigliare, si trasforma in realtà in una missione di salvataggio. Arrivato a casa, Pac-Man scopre che tutti i suoi familiari sono stati rapiti da un robot chiamato Toc-Man, un’invenzione concepita per rubare l’identità della nostra sfera gialla preferita.
Lo scopo del gioco è quello di salvare tutti i famigli di Pac-Man e riuscire a sconfiggere Toc-Man: come da prassi di quel periodo acerbo di trame complesse e intricate, anche quella di World non brilla certamente per lo spessore narrativo.
Semplicemente, non è il fulcro principale di Pac-Man World: ciononostante, è interessante come Namco abbia contestualizzato i personaggi già esistenti come i fantasmini del gioco originale per cabinati o Ms. Pac-Man, e come sia riuscita a inserirne di nuovi. Il risultato finale è un comparto narrativo leggero, divertente e senza troppe pretese.
Infila il gettone
Il gameplay è la vera e propria rivoluzione del franchise: per la prima volta, Pac-Man si muove in un ambiente tridimensionale in una formula molto classica del genere platform giapponese.
La struttura è quella a livelli, ognuno collegato direttamente all’hub principale del gioco: il giocatore dovrà completare ognuno di questi salvando anche tutti e sei i parenti della simpatica sfera gialla, uno per ogni mondo. All’interno dei livelli è possibile trovare dei frutti che fungeranno da collezionabili, utilissimi per aumentare il proprio punteggio finale.
In ogni livello inoltre, vi sarà un labirinto 2D che riprenderà le meccaniche che hanno reso Pac-Man la star dei cabinati negli anni ’80. Ottenendo uno dei frutti utili per aprire la porta di questa missione extra, il giocatore potrà cimentarsi in un livello tematico di Pac-Man 2D, anche qui la buona sortita sarà utile per aumentare il punteggio di fine livello.
In termini di gameplay, Pac-Man può rimbalzare per sconfiggere i nemici o usare lo scatto per scalare le salite più ripide: inoltre, è possibile trovare per la mappa diversi potenziamenti utilissimi a scovare alcuni frutti nascosti altrimenti inottenibili. Sto parlando del power up che consente a Pac-Man di diventare una sfera di metallo, abilità utile sia a sconfiggere i nemici più coriacei che a raccogliere delle casse in fondo all’acqua.
Insomma, Pac-Man World ha un gameplay poco variegato in termini di meccaniche, ciononostante il prodotto finale riesce a essere davvero divertente grazie a una buona direzione di level design.
In conclusione
Come abbiamo scritto in sede di recensione per il remake di questo titolo, Pac-Man World è una gemma nascosta del panorama videoludico retrò. Questo è dovuto al successo più rumoroso degli indimenticabili Crash e Spyro, che probabilmente ha influito sia sul numero di vendite di questo gioco che sui ricordi sopiti dei giocatori più nostalgici.
La narrativa leggera e le fasi di gameplay argute senza sfociare nel trial and error, rendono Pac-Man World un prodotto ancora oggi molto godibile (e lo sto scrivendo con cognizione di causa, siccome per scrivere questo Old But Gold me lo son rigiocato tutto) che lo rende ancora oggi un gioiello sopito del platforming.
Inoltre, la pubblicazione del remake fa ben sperare i fan della sfera gialla: dopo anni di hiatus, Pac-Man potrebbe essere pronto a fare il suo ritorno, magari con un nuovo capitolo. I fan dell’epopea ambientata nella Ghost Island hanno già l’acquolina in bocca.