Per molti giocatori l’anno 2005 è stato decisamente significativo: il panorama videoludico si apprestava a vivere uno dei suoi grandi periodi d’oro entrando in settima generazione, portando al pubblico le iconiche PlayStation 3 e Xbox 360. Oggi ci si soffermerà in particolar modo sulla console made in USA, grazie ad una delle sue esclusive che hanno fatto degli sparatutto uno dei generi oggi tra i più amati: si parla di Gears of War.
Una storia che inizia con un HammerBurst e che continua a suon di granate e motosega: l’esclusiva della console di casa Redmond è entrata nel cuore dei videogiocatori grazie alla sua storia ricca di significato e azione, appassionante, e grazie al multiplayer online che ha regalato tante scintille grazie ai colpi di cecchino e all’esplosivo fucile Gnasher.
Gears of War: lo sparatutto che ha reso grande Xbox 360!
Il titolo sviluppato da Epic Games sotto le idee e i design di Cliff Bleszinski fu messo sul mercato per la prima volta il 17 novembre 2006 in Europa. Le vicende si incentrano su Marcus Fenix che, ai tempi del primo capitolo della saga, era un detenuto a cui non fu aperta la cella per poter fuggire dalla tragica guerra combattuta tra umani e locuste che, ormai, era arrivata a un punto decisamente critico.
La prigione dove risiedeva Marcus fu invasa dalle locuste, tuttavia Dominic Santiago, ovvero Dom, migliore amico di Marcus, riuscì a liberarlo trovandosi in quel punto per un’operazione militare in atto essendo soldato, riuscendo a farlo successivamente scappare ed entrare nella sua squadra per riportare la pace su Sera, pianeta su cui si svolgono i fatti.
A questo punto, il giocatore si calerà nei panni di Marcus Fenix alla ricerca della soluzione definitiva che possa una volta e per tutte sterminare tutte le locuste presenti sul pianeta che da ben 14 anni combattono contro gli umani, fin dal giorno del fatidico E-day (Emergence Day). Da qui in poi la storia prenderà le pieghe più inaspettate, alla scoperta di locuste di ogni forma e dotate di un’incredibile sangue freddo, che senza pietà scaglieranno proiettili e spallate verso Marcus e la sua squadra nell’intento di ucciderli.
Prima di poter iniziare una partita verrà chiesto al giocatore a che difficoltà giocare, tra: Casuale, Difficile e Folle. Per una sfida equilibrata e stimolante è caldamente consigliato selezionare la difficoltà Difficile. La storia si rivelerà essere decisamente colma e ricca di eventi, suddivisi in ben 5 atti da giocare e rigiocare ogni qualvolta che il giocatore ne avrà voglia. Il salvataggio è automatico, con caricamenti a checkpoint.
Si può dire che il titolo risenta degli acciacchi del tempo grazie ai pesanti cali in fase visiva che al giorno d’oggi darebbero non pochi mal di testa: dettagli che all’epoca non pesavano per nulla grazie all’iconica Xbox 360 che riusciva a far divertire e godere ai giocatori di titoli estremamente divertenti come questo, senza il benché minimo sforzo.
Gears of War è alla portata di tutti, di facile apprendimento. Dopo le prime ore di gioco si inizierà a prendere dimestichezza con l’ambiente circostante, ad aggiustare meglio la mira, a imparare l’arte della ricarica attiva e a essere decisamente più veloci e scattanti in fase offensiva al fine di evitare i proiettili nemici e lanciare attacchi a sorpresa che possano rompere le barriere avversarie. Ampio spazio anche alla fantasia grazie alle ambientazioni di gioco che permettono attacchi e offensive che possono essere coordinate sotto varie tattiche in modalità cooperativa: in due giocatori il divertimento non avrà mai fine.
La fantasia può essere ritrovata anche in altri ambiti: la gran varietà di armi messe a disposizione del giocatore permetterà di poter vivere la l’esperienza, sia in single player che in multiplayer, in maniera decisamente dinamica, con strade da intraprendere e scelte da compiere che possano mettere in luce un ampio margine di manovra selettivo e indipendente.
Non mancheranno certamente tanti diversi nemici su cui mettere a frutto le proprie tattiche, velocità, tecnica e maestria con determinate armi: saranno presenti una gran quantità di locuste sempre diverse che renderanno l’esperienza di gioco immersiva anche in modalità Casuale: non è mai una passeggiata.
La modalità multiplayer: il vero spirito del gioco
Ciò che davvero ha reso famoso e grande Gears of War è decisamente la modalità multiplayer: ben 5 modalità di gioco in cui battagliarsi online oppure in link, o meglio ancora in modalità splitscreen, in match fino a 4 vs 4. Le modalità di gioco sono le seguenti:
- Zona di Guerra: un comunissimo Deathmatch a squadre. Le due squadre si affrontano su una delle mappe disponibili fino a un limite massimo prestabilito di turni utili per la vittoria. Non sono presenti rigenerazioni: chi muore in game aspetterà il prossimo turno per poter giocare nuovamente. Chi verrà atterrato potrà soltanto essere soccorso dai compagni oppure aspettare la morte, non ci si potrà rialzare autonomamente e quindi proseguire la propria partita;
- Esecuzione: Modalità quasi del tutto simile a Zona di Guerra. Le diversità si riconducono alle modalità di uccisione: se un giocatore verrà atterrato, quest’ultimo dovrà necessariamente essere ucciso da vicino, con una mossa specifica definita “spezzacollo” o simile. Se il giocatore atterrato non dovesse essere ucciso, potrà rialzarsi autonomamente e continuare la propria partita. Ogni giocatore che sarà ucciso dovrà aspettare l’inizio del round successivo per poter giocare nuovamente;
- Assassinio: modalità incentrata sull’uccisione del leader della squadra avversaria. In questa modalità soltanto il leader può raccogliere armi da terra. La partita finisce quando uno dei due leader viene ucciso, viceversa a tempo scaduto sarà decretato il pareggio;
- Annex: modalità in cui i giocatori si concentrano su singoli obbiettivi (porzione di area di gioco) da conquistare attraverso cui fare punti e vincere la partita entro un certo lasso di tempo. Molto simile alla più comune modalità “Dominio” presente in diversi sparatutto;
- Re della collina: molto simile ad Annex: l’unica differenza vi è nella concentrazione degli obbiettivi che si riducono ad uno soltanto. I giocatori si batteranno per la conquista e il mantenimento dello stesso obbiettivo, accumulando punti per poter poi vincere la partita.
Milioni di giocatori in tutto il mondo hanno speso ore e ore, in gruppo o in solitaria, per decretare il più forte soldato in Gears of War. Ancora oggi vengono svolti regolarmente dei tornei eSports ufficiali con l’ultimo capitolo della saga che, fino a qualche anno fa, vedeva una community molto attiva e vivace, ora in attesa del ritorno sul campo da guerra per Gears 6.
Tanta azione e spari a non finire: nel nome dei COG!
Gears of War è un titolo tutto pepe che fin da subito fa capire di che pasta è fatto. Si discosta di molto sotto il punto di vista grafico e sonoro dai titoli presenti, mostrando come i videogiochi si possano essere evoluti e cosa sarebbero potuti diventare in futuro, all’epoca. Vincitore di numerosi e prestigiosi premi, il titolo è stato acclamato in toto dalla critica, accumulando valutazioni quasi perfette e voti decisamente elevati.
Il ricordo che ho del primo capitolo della saga è decisamente nostalgico, dolce: fin dal primo momento in cui posai i miei occhi sullo schermo capii di ritrovarmi dinanzi a un titolo diverso, non un comune videogioco ma un qualcosa di decisamente più profondo, di ben più complesso.
La grafica che all’epoca venne considerata a dir poco realistica, sviluppata su Unreal Engine 3.0, unita all’azione dei Lancer e delle granate, mi fece immergere in un mondo tutto nuovo: una prospettiva diversa sotto cui ammirare i videogiochi, un’evoluzione tangibile in tal senso, che ad occhio faceva realizzare a ogni giocatore quanto il progresso fosse stato tanto veloce quanto evidente: Gears of War fu, ed è ancora tutt’oggi, per me il sinonimo vero e proprio di “evoluzione” all’interno del panorama videoludico.
Un’evoluzione che può essere ritrovata anche all’interno della trama stessa del titolo che vede affondare le sue radici non nel primo capitolo della saga, ma addirittura in eventi ancora anteriori raccontati poi in diversi libri pubblicati sul mercato. Gears of War è un titolo che va vissuto e che va letteralmente spolpato per poter essere goduto al meglio, sia sotto il punto di vista narrativo che interattivo.
Il lato oscuro del titolo: quei piccoli easter egg e bug che ancora oggi fanno tanto sorridere
Gears of War è noto ancora oggi grazie a dei piccoli bug ed easter egg che all’epoca in tanti cercavano di scovare e replicare in modalità multiplayer. Uno degli easter egg più famosi riguarda sicuramente l’uomo seduto sul gabinetto che può essere visto attraverso l’utilizzo di un fumogeno all’interno della mappa multiplayer “Tetti”: all’inizio di un match online, il giocatore avrebbe dovuto selezionare il fumogeno, dirigersi verso le finestre del palazzo accanto, alla destra del passaggio iniziale, e lanciare dentro una granata fumogena. Non appena la granata inizierà a fare effetto si potrà vedere in penombra un uomo in bagno in un suo momento di privacy.
Un bug invece molto conosciuto è il famoso “salto ninja”, attraverso cui molti giocatori riuscivano letteralmente a volare tramite una capriola in avanti, riuscendo così ad evitare colpi fatali e a uccidere altri giocatori dall’alto in totale tranquillità.
Gears of War: Xbox 360 parte da qui
Un titolo che da i natali a una delle saghe più apprezzate all’interno del panorama videoludico: Gears of War è stata, ed è ancora tutt’oggi, una delle saghe più amate che nel tempo ha saputo evolversi ancora di più dando ai giocatori delle esperienze di gioco vive e complete. In attesa del sesto capitolo della saga, probabilmente il conclusivo, i giocatori potranno godere del prossimo film che verrà reso disponibile su Netflix prossimamente grazie a una speciale collaborazione!