Ci sono giochi che rimangono impressi nella nostra memoria per il modo in cui riescono a divertirci, pur essendo consapevoli del fatto che ci troviamo davanti un titolo tutt’altro che perfetto.
È questo il caso, per me, di Wet, il videogioco d’azione sviluppato da Artificial Mind and Movement e pubblicato nel 2009 per Xbox 360 e PlayStation 3 che vede protagonista Rubi Malone. Quando andai ad acquistarlo quindici anni fa non avevo idea che mi sarei trovato davanti a uno dei titoli più folli e, proprio nel suo essere fuori di testa, più appaganti che mi sia capitato di giocare.
Tra gli innumerevoli titoli presenti per la settima generazione di console, Wet rappresenta infatti un gioiello grezzo, capace di mescolare abilmente diversi elementi per creare un’esperienza di gioco estremamente divertente, nonostante tutti i suoi limiti. Approfondiamo ulteriormente gli aspetti chiave che hanno reso il gioco di Artificial Mind and Movement un titolo con un fascino tutto suo.
Wet: un’esplosione di azione su Xbox 360 e PlayStation 3
La trama del gioco segue le avventure di Rubi Malone, una cacciatrice di taglie letale con un passato oscuro e una predilezione per le armi da fuoco e le spade. La storia si sviluppa attraverso una serie di missioni e flashback, rivelando gradualmente il contesto della vita della protagonista e il motivo per cui si trova coinvolta in una serie di eventi pericolosi.
Le sequenze in cui Rubi si muove attraverso gli scenari con agilità e stile sono un omaggio al dinamismo di giochi come Devil May Cry, No More Heroes e Max Payne. L’ispirazione nei confronti di giochi d’azione più blasonati è evidente, soprattutto nelle acrobazie compiute dalla protagonista durante i combattimenti: non solo negli scontri frenetici che vedono il giocatore affrontare ondate di avversari, ma anche in elementi specifici come lo slow motion che si attiva quando la cacciatrice di taglie esegue un salto ed estrae le pistole.
Il cuore pulsante di Wet è proprio il suo sistema di combattimento, che unisce abilmente sparatutto e azione corpo a corpo, attingendo chiaramente dall’eredità dei titoli appena citati anche nel look del personaggio, che ricorda in primis proprio quello di Dante. Rubi si muove agilmente attraverso gli ambienti, eseguendo acrobazie spettacolari mentre affronta orde di nemici e scorrono fiumi di sangue.
In alcune sezioni del gioco, il volto di Rubi verrà coperto proprio dal sangue dei suoi nemici, e lei entrerà in una furia omicida inarrestabile. Questi momenti sono presentati in stile noir, con audaci immagini in rosso, bianco e nero che ricordano la resa estetica di MadWorld, il titolo di Platinum Games uscito nel 2009. In questa modalità, gli attacchi della protagonista diventano più veloci e più forti, e uccidere catene di nemici estende ulteriormente la sua furia.
Le sequenze di combattimento sono coreografate come scene di un film d’azione e restituiscono l’immagine di una novella Beatrix Kiddo, il personaggio principale di Kill Bill interpretato da Uma Thurman. In particolare, durante i momenti di azione viene più volte alla mente la scena degli Ottantotto Folli, in cui la protagonista del film affronta i membri della yakuza capitanati da Johnny Mo. Questo stile esagerato, splatter e a tratti demenziale, ispirato senza dubbio anche ai film di Tarantino, offre un’esperienza di gioco che si distingue in modo chiaro dagli altri titoli dell’epoca, aggiungendo quel tocco di trash sano e divertente, capace di lasciare il giocatore con un sorriso impresso sul volto per tutta la durata di questi folli momenti spettacolari.
L’influenza dei film di Tarantino è evidente non solo nella trama e nell’estetica ma anche nella struttura narrativa non lineare. Come anticipato in precedenza, Wet presenta salti temporali e flashback, offrendo ai giocatori un’esperienza narrativa che tiene viva l’attenzione e vuole aggiungere una graduale profondità alla storia di Rubi Malone. Si tratta dello stesso approccio che caratterizza, tra gli altri, proprio Kill Bill.
Il fascino del trash
Nel gioco di Artificial Mind and Movement tutto è esagerato e fuori di testa. I combattimenti epici, la figura delle “femme fatale” capace di sterminare ondate di nemici, una trama banale dove abbondano tradimenti, esplosioni e il sangue scorre a fiumi, i dialoghi che sembrano usciti da un film action di serie B: gli elementi che caratterizzano Wet sfociano direttamente nel trash, ma questo è tutt’altro che negativo, ed è anzi ciò che costituisce l’anima del gioco.
Mentre alcuni potrebbero considerare questo elemento come un difetto, infatti, è proprio questa esagerazione che conferisce al gioco un fascino unico. Le esasperazioni stilistiche e l’umorismo nero contribuiscono a creare un’atmosfera che si allontana dalla serietà e abbraccia un’estetica più scanzonata, per quanto violenta, allineandosi alle produzioni grindhouse.
Uno degli esempi più plastici di queste caratteristiche è rappresentato dal capitolo 2 del gioco, intitolato “Strage nel traffico”. In questa sezione, Rubi insegue i suoi bersagli lungo un’autostrada, saltando dal tettuccio di una macchina in corsa all’altra. Il livello è stracolmo di esplosioni e di quick time event che mostrano la protagonista compiere gesta mirabolanti, come saltare da una macchina in corsa, compiere una corsa laterale degna del miglior Prince of Persia lungo il fianco del container di un camion, e poi atterrare nuovamente sulla parte superiore della macchina successiva. Il tutto, ovviamente, senza mai smettere di sparare.
A conclusione del livello, poi, non poteva mancare l’iconica scena che mostra un’esplosione gigantesca mentre Rubi si allontana dando le spalle all’esplosione stessa. Il trash è servito, ed è meraviglioso.
Lasciati guidare dal ritmo
Una componente spesso sottovalutata dei giochi è la colonna sonora. Wet, invece, si distingue anche per la sua selezione musicale eclettica e coinvolgente. Con brani ispirati agli anni ’70 e che richiamano le atmosfere degli spaghetti western, la colonna sonora contribuisce in modo determinante all’immersione del giocatore nell’azione e a dare al gioco un aspetto ancora più folle.
Sparare a decine di nemici o usare la katana per eliminarli seguendo il ritmo rock blues di una canzone come Teddy Boy Stomp, o lasciandosi trascinare dai suoni distorti di Western Rock, è un’esperienza tremendamente appagante, che pochi altri giochi sono in grado di replicare. Le tracce ritmate si adattano perfettamente alle acrobazie e ai combattimenti di Rubi. Il punto di forza della colonna sonora (che già è clamorosa di per sé) è proprio questo: essere perfettamente funzionale all’esperienza di gioco.
In conclusione
Nonostante sia uscito più di un decennio fa, Wet rimane uno dei titoli più divertenti che mi sia capitato di giocare. L’attitudine disinvolta e la combinazione di elementi stilistici così esasperati possono essere apprezzati da giocatori che cercano esperienze fuori dagli schemi.
Wet, infatti, è molto più di un semplice gioco d’azione. È un viaggio nostalgico attraverso i film d’azione degli anni ’70 e un omaggio a titoli videoludici iconici. I difetti ci sono e sono molti: da una trama scontatissima al comparto grafico che è a tratti osceno. Ma scene d’azione esagerate, soundtrack coinvolgente, influenze cinematografiche e quel tocco di trash contribuiscono a rendere il gioco di Artificial Mind and Movement un’esperienza incredibilmente appagante, meritevole di essere riscoperta da una nuova generazione di giocatori.
Un sequel del titolo era stato annunciato nel 2010, ma l’anno successivo Bethesda, publisher del gioco, annunciò la cancellazione del progetto. Chissà che in un mondo nel quale vengono realizzate versioni rimasterizzate di titoli usciti appena quattro anni fa non ci sia spazio, in futuro, anche per riscoprire questo diamante grezzo.